” UNA TRANQUILLA CITTA’ DI PAURA ” DI LUIGI GUICCIARDI- LCF EDIZIONI
19 Ottobre 2013” ARGENTO VIVO” DI MARCO MALVALDI- SELLERIO EDITORE
22 Ottobre 2013Marzio Santoni, detto Lupo Bianco per via del suo infallibile olfatto, è ispettore di polizia a Valdiluce, una località di montagna. Dopo un passato assai brillante in
polizia nelle grandi città ha preferito tornare in provincia dove i casi da seguire sono assai meno interessanti. Ma Santoni è anche uno sciatore provetto e lo vediamo
più spesso in mezzo ai boschi che non al caldo dei rifugi. La stagione invernale di Valdiluce è comunque assai intensa con un continuo andirivieni di sciatori e famiglie
intere appassionate alla montagna.
Marzio incontra l’attraente Elisabetta in vacanza con tre amiche,e tra i due scatta subito una intensa relazione amorosa. Ma i giorni passano veloci, tra l’altro lei è
sposata, mentre lui non vuole legami duraturi.
Ma sopraggiungerà un evento terribile che sconvolge la vallata, le quattro amiche vengono ritrovate morte nel residence dove soggiornavano. Nessun indizio nessun
motivo per questa fine improvvisa, si pensa al suicidio, ma l’ispettore non è convinto, lui propende per la tesi dell’omicidio . E così Lupo Bianco dovrà indagare
all’interno di questa piccola comunità chiusa in se stessa e assai reticente.
Ci troviamo a Valdiluce, piccolo paese di montagna, in questo romanzo di Franco Matteucci Il suicidio perfetto. Quattro giovani amiche, tutte sposate ma alle prese con
matrimoni insoddisfacenti, vi trascorrono la loro settimana bianca. Vengono da una località di mare, una insegna, un’altra fa la fioraia, la terza è una parrucchiera, la
quarta lavora inb un ristorante. Appena sistemate ognuna si trova un amante, appunto scatterà un legame tra Elisabetta e il nostro poliziotto. Tutto perfetto, tutto
secondo i piani, senonché l’ultimo giorno le donne vengono trovate morte. Ma come sono morte ? Una disgrazia legata a una perdita di gas, un suicidio collettivo o
sono state assassinate ?
Franco Matteucci, un grosso passato di narratore, insignito di vari premi, finalista e allo Strega( 2 volte) e al Viareggio, approda ai canoni della letteratura gialla,
e naturalmente, vista la struttura più rigida di questa, deve ” disciplinare” la sua scrittura più portata al surreale e al fantastico. In un libro giallo, sia pure di fanta-
sia-occorre attenersi alle buone regole che governano la letteratura di genere, quindi una storia raccontata con uno stille più reale.
Ma Matteucci , come negli altri suoi romanzi, non ha rinunciato alla descrizione della vita quotidiana di un piccolo centro, con i suoi misteri, le sue invidie,i suoi
pettegolezzi,il suo tran tran giornaliero. E si succedono alla ribalta tanti personaggi meno scontati di quel che si possa pensare dal parroco ai maestri di sci, dal
barista al benzinaio sino al poliziotto. Sono loro “Valdiluce” e sui loro pensieri, sulle loro azioni l’autore costruisce un romanzo basato su tante piccole verità che
costituiscono poi la vita del paesino, ne sono l’anima. Su tutto questo poi Matteucci è bravo a costruire la sua storia gialla ma la cosa più riuscita è il raccontare
questa vita minima finché si vuole ma certo corrispondente a quella che è la realtà del paese e tutto quel che vi accade non può prescindere da questo.
Matteucci sa condire la sua scrittura con un pizzico di ironia e con pagine anche assai divertenti, il che rende la lettura del romanzo più piacevole. Il tutto al ser-
vizio di una trama intrigante, che appassiona il lettore che via via vi si immerge in un insieme fatto di torbide realtà e scomode verità.
GIUSEPPE PREVITI