” VETERA TEMPORA ” di OSCAR MONTANI- EFFIGI EDIZIONI
23 Luglio 2014” TUTTI ALL’INFERNO” di STEFANO DI MARINO-NOVECENTO EDITORE
28 Luglio 2014Antonella Serafini , storica, critica d’arte si cimenta nella letteratura gialla con Il tappeto di tigre.
L’architetto Adriano Libe viene trovato nel suo studio ucciso da una pugnalata al cuore.Si occupa del caso il maresciallo Fanfani che anzi tutto dovrà risolvere il rebus
se l’uomo si è suicidato o sia stato assassinato. Si…immerge negli affari della vittima, titolare di un avviatissimo studio che si occupa di tutte le costruzioni edificate tra
la città vecchia e quella nuova, creando altresì un sistema assai lucroso di tangenti, appalti truccati, violazioni urbanistiche. Potremmo definirlo un vero e proprio genio
della corruzione e del crimine.
Svolgendo le sue indagini il maresciallo incontra soggetti di ogni tipo, dalla moglie Franca, algida e dispotica, vero deus-ex-machina di ogni situazione, ai tre figli,Duda
Laura e Mario, tutti soggiogati dalla madre ma che tuttavia non arriveranno mai nei colloqui con l’investigatore a rinnegare il padre. Dai costruttori senza scrupoli come
Toni Caprozzo e Mario Rossi agli assessori pronti a rinunciare ai propri ideali come la Pasionaria. No n tutti sono personaggi negativi: l’idealista Pini, amico d’infanzia della
vittima, di cui conosce vizi e virtù, pur se ha sempre cercato di giustificarlo; Gino Banti, il fotografo, memoria storica della città, che fa vedere al maresciallo con le sue foto
come era prima dell’era Libe; il notaio Halt, uomo tutto d’un pezzo, non si è mai prestato ai maneggi in cui l’architetto era invischiato, disprezzandolo come uomo senza spina
dorsale. E infine Elena, la giovane violinista, il grande amore, forse l’unica cosa pulita della sua vita.
Fanfani si muove in tutto questo guazzabuglio parlando un po’ con tutti i personaggi, facendoli scoprire fino a che arriverà alla verità.
Adriano Libe, il protagonista di ” Il tappeto di tigre “ è un architetto di grido, celebre, di bell’aspetto, affascinante, potente, con la fama di Don Giovanni pur sposato e con tre
figli. Il suo studio si occupa di progetti connessi alle licenze della pubblica amministrazione, ciò ne ha fatto un uomo di potere, partendo prima da un suocero ben introdotto
e assai influente, ora lui stesso una vera autorità. Un giorno viene trovato ucciso da una pugnalata al cuore. Nessun tentativo di furto o scasso, una morte che può far pen-
sare anche al suicidio. Molti gli interrogativi per il,maresciallo Fanfani, pochi gli indizi, un fazzolettino accanto al cadavere, una frase sul computer I ricordi talvolta sono
feroci ,una foto con una donna nascosta in un vecchio libro. Il maresciallo inizia a indagare sulle pratiche curate dall’architetto, sugli affari in cui era coinvolto e naturalmente
sulle amicizie. Il tutto avveniva all’inytertno di una città dove i progetti di riqualificazione edilizia accendevano gli appetiti di molti con un grosso giro di denaro, a cui il Libe
era particolarmente sensibile. D’altra parte la sua condotta morale era molto elastica, non aveva esitato a tradire il suo migliore amico cancellando il suo progetto che
voleva riqualificare la zona dove erano nati entrambi, prefefendogli un progetto ben poiù redditizio dal punto di vista monetario.
L’architetto si era sposato assai giovane con Franca, donna ricchissima, dispotica e assai autoritaria, vera deus ex-machina della loro vita. I figli erano diversissimi tra loro
ma alla fine avevano pensato a se stessi. E ancora imprenditori e costruttori pronti a tutto pur di accaparrarsi il lavoro, un notaio che brandisce la spada dell’onestà, un foto-
grafo-testimone, e poi la violinista famosa concertista jazz che potrebbe essere il grande amore e la svolta nella sua vita, ma a quale prezzo ?
Ma chi era veramente Libe ? La persona simpatica, gradevole generosa che appare da certe testimonianze, o l’individuo corrotto, vigliacco, bugiardo, senza spina dorsale che
è dipinto da altri ? In questo romanzo vi sono molti personaggi interessanti, ma la Serafini ha veramente tracciato un ritratto di quest’uomo che colpisce e affascina nello stesso
tempo.
Al suo debutto come scrittrice di gialli l’autrice costruisce un giallo classico che si basa più che su costruzioni e ambienti, sui vari protagonisti, sui loro dialoghi, pur lasciando
spesso tutto indefinito.
Un altro personaggio di rilievo è il maresciallo la cui teoria all’inizio di ogni indagine era di “conoscere la vittima”, perché doveva essere la vittima stessa a condurlo alla verità.
E quindi occorreva conoscere il Libe, frugando in tutta la sua esistenza, ma anche parlando molto con i vivi, perché i vivi parlano dei morti con estrema libertà lasciando
sempre qualche traccia utile.
Un giallo che rifugge da effetti spettacolari, un po’ vecchio stile con l’investigazione al centro della trama, che del resto è molto moderna essendo ancora immerso il nostro
Paese in una Tangentopoli continua.
Nel romanzo si evidenziano senza pietà i mali della pubblica amministrazione, quasi quasi ci attendevamo alla fine ” ogni riferimento a fatti o personaggi reali è puramente
casuale”, non c’è, ma questo libro del resto è l’ennesima riprova che con la chiave del giallo si possono dire tante cose, creando una storia di fantasia con solidi ancoraggi
alla realtà di tutti i giorni…..
GIUSEPPE PREVITI