” NATURE MORTE A FIRENZE” DI SIMONE TOGNERI- FRATELLI FRILLI EDITORI
7 Luglio 2015” IL CONSOLE ” DI MARCO VICHI- GUANDA
11 Luglio 2015Erano stati convocati in tanti in qualità di eredi di un testamento. Il notaio Tosi guardò con una certa riprovazione questo folto gruppo di persone che si incontravano nel suo
studio, molti si conoscevano, altri apparivano un po’spaesati, c’era persino un vecchio in carrozzina che vaneggiava… E così il notaio cominciò a leggere pur se il brusio calò
di poco. E via via che leggeva le espressioni mutavano, chi si abbracciava, chi dissimulava(o non dissimulava affatto,,,)la sua stizza.
Ma il peggio doveva ancora avvenire, Il testamento si sarebbe rivelato un’autentica bufala, ma questo lo sapremo in seguito via via che i vari eredi cercheranno di entrare in
possesso di beni che alla prova dei fatti non esistono. E allora, visto che il morto era un uomo ricchissimo, tutti andranno a caccia del testasmento, ma quello ” vero “.
Intanto tra litigate, visite a sorpresa, pedinamenti, viene interessata anche la polizia, anche perché c’è chi ritiene di essere stato truffato. E allora entra in scena Spaino, adesso
è il questore di Lucca, tanto più che Nandina, la fida governante del defunto, viene assassinata e così ora la storia si tinge veramente di giallo….
Il testamento è iniziato con la scena che vede tutti convocati presso il notaio per la lettura del testamento di >Corrado Filzini. Rossana Giorgi Consorti ci fa entrare subito n el-
l’atmosfera giusta, con questa storia apparentemente comica ma che lascia profondamente il segno perché indaga sui comportamenti umani e certo noin fa fare una bella figu-
ra a questo gruppo che una volta messo a fuoco ha nei suoi singoli componenti delle persone tutt’altro che per bene. Il giallo è ambientato a Lucca, e mette a confronto donne
e uomini. Le donne sono cattive, accidiose, maldicenti, nel libro vengono indicate come “donne dai denti a sciabola”, pronte a sbranare chiunque si trovi sulla loro strada.
Né figura migliore è riservata agli uomini, per lo più gente banale, ormai molti sono vecchi, con i loro acciacchi e i loro problemi, ma danno un po’ tutti l’impressione di non essere cresciuti molto. Scopriremo un altro dettaglio, tutti sono a corto di soldi e certamente l’eredità avrebbe fatto loro comodo. E se i grandi, i vecchi sono egoisti, egocentrici,
anche i giovani che fanno parte delle famiglie sono per lo più delle delusioni, fotocopie dei loro cattivi maestri.
Questi i personaggi che si accapigliano intorno all’eredità di Corrado Filzini, trovato morto nella sua grande casa in Fillungo. E ritroviamo anche Antonio Spaino, personaggio
ormai fisso nelle storie che ci racconta Rossana Giorgi Consorti. In verità Spaino ora è diventato questore e non dovrebbe essere lui a svolgere le indagini, ma il neo-commissa-
rio Fani è troppo imbranato per poter arrivare a capire qualcosa. Già perché qui l’indaginè è duplice, una, la più delicata, è di tipo interiore, introspettivo, deve scavare nell’animo
umano, l’altra è l’indagine classica che inizia dopo la famosa lettura del testamento e che diventa ancora più iumportante dopo che c’è stata una vittima.
Dal Fillungo a Lucca, con qualche proiezione…esterna, si dipana questa ” storiaccia” legata a un documento che accende bramosie e cupidigie, e fa vedere la bassezza a cui può
giungere l’animo umano, con uomini e donne ampiamente beneficati nel corso della loro vita dal defunto Fizzini, ma a cui poi tutti hanno voltato le spalle rinnegandolo e non
rendendogli il becco di un quattrino. Perché poi meravigliarsi se lui ha giocato loro questo scherzo ?
La Giorgi Consorti rimane fedele ai suoi gialli di stampo classico, sempre ambientati all’interno della sua Lucca, con le sue strade strette, i suoi vicoli, le sue mura, i suoi palazzzi,
e i suoi abitanti, sempre informati su tutto e su tutti. Una città che può ben ispirare trame misteriose !
Al centro di tutto, quasi a voler rappresentare l’elemento esterno che in quanto tale può essere l’arbiter ideale, il poliziotto napoletano Antonio Spaino, anche se ormai sembra
più lucchese dei lucchesi. E tante figurine ad animare la scena, alcune appena abbozzate altre più evidenziate, il tutto visto con un occhio abbastanza divertito. E come nei gialli
vecchia maniera parenti vecchi e giovani gravitano attorno al palazzo del Fillungo.
L’autrice cura molto i dialoghi, crea una sorta di ” commedia umana”, non ci fa mancare nulla, ci sarà anche un delitto e un conseguente colpevole. Ma se questo è u giallo lo
è principalmente di una serie di anime e di stati d’animo.
GIUSEPPE PREVITI