COMANDANTE ALFA ” IO VIVO NELL’OMBRA “- LONGANESI
4 Maggio 2017” LE SIAMESI ” DI ALESSANDRO BERSELLI- ELLIOT
9 Maggio 2017Mastro Titta, il famoso boia di Roma, mentre sta eseguendo due condanne a morte per omicidio scopre nel pubblico che si assiepa sotto il patibolo un volto
che sperava di aver dimenticato. Ciò gli procurerà un momento di panico e di incertezza che si riverbererà sul suo procedere e gli costerà caro perché verrà
mandato in pensione.
Ripensa alla sua vita, precisamente all’anno 1861, quando sulle rive del Tevere vennero trovati due cadaveri, uno senza testa. In precedenza vi erano stati
molti morti ammazzati, il che ha portato a una serie di fatti che hanno molto preoccupato le autorità capitoline. Entra così in scena il giudice della Sacra Consulta Eucherio Collemassi, una sinistra figura, pieno di vizi, e legato alle messe occulte. Il giudice si servirà delle rivelazioni di una donna bellissima
quanto disponibile,Costanza Diotallevi, , fotografa, prostituta di lusso,amante di molti uomini , purché siano potenti., e grazie a lei ordirà un complotto
contro il segretario di stato.
E proprio per Costanza,che gli ricorda un’antica passione di gioventù, Mastro Titta si troverà coinvolto in una storia torbida che appunto troverà sbocco
nei giorni dell’esecuzione.
Un romanzo con protagonista Mastro Titta, il boia papalino, questo Il vangelo del boia di Nicola Verde,, che prende spunto dalla scoperta di foto pornografiche, risultate poi false, dell’ex-regina Sofia (sorella di Sissi), uno scandalo che ebbe grande risonanza nella Roma Papalina del 1862.
Nicola Verde coinvolge in questa storia due figure reali, Costanza Vaccari, figura assai disinibita, e Giovanni Battista Bugatti, meglio conosciuto come
Mastro Titta. In verità i due sono vissuti in periodi diversi, ma a Mastro Titta questa donna ricorda il suo unico amore, una passione di gioventù, che
per lui ha poi significato un’assoluta chiusura a rapporti con altre donne, nel tempo un ricordo che si è trasformato in una sorta di ossessione.
Nel romanzo troviamo altri personaggi realmente vissuti come il gesuita Antonio Bresciani, una sorta di padrino di Costanza, o anche vari notabili
o porporati del tempo. Altrettanto vero è il periodo di fermento che sta vivendo la Roma papalina con scontri di piazza che provocano la morte di un gen-
darme pontificio, di cui fu accusato ingiustamente un giovane messo poi a morte dal boia. L’accusato era tale Cesare Lucatelli che si vide respingere le sue
dichiarazioni di innocenza dal giudice Collemassi, una sorta di pubblico ministero del tempo, personaggio equivoco, dai comportamenti assai torbidi e
cui sembra si debba anche attribuire lo scandalo delle foto pornografiche rivelatesi poi false. Intorno una corte di vari personaggi di dubbia moralità,
alcuni veri e propri assassini, assoldati per rendere testimonianze false, altri ricattatori, tutto in funzione di creare un falso scandalo.
Tutta questa materia ha mosso la curiosità di Nicola Verde , un materiale assai vasto d0ve amori,, passioni, falsità, opportunismi, sete di potere, vizi perso-
nali si mescolano, ad un certo punto sembra anche di assistere a una storia di spionaggio, ed ecco che nasce IL Vangelo del boia. Vi si intrecceranno verità e
finzione, dando vita a una storia con molti riferimenti a fatti realmente accaduti, ma anche con le licenze che lo scrittore si è preso per costruire un romanzo
dove appunto si combinano realtà e fantasia.
Del resto in quella che si rivelerà una vicenda assai complessa molti sono i dati reali.Se partiamo dai personaggi certamente reale è il nostro Mastro Titta,al
secolo Giovanni Battista Bugatti, il boia che perse il posto a 85 anni perché la sua ultima doppia esecuzione non era andata come doveva andare. E altrettan-
to reale è quell’Ernesto Mezzabotta che è stato il suo narratore ufficiale. Così pure la figura della Costanza Vaccari Diotallevi, del cardinale Antonelli, del mini-
stro de Merode, del giudice Collemassi e di tanti altri. Altrettanto vero è che si tentò di costruire uno scandalo su delle foto pornografiche, fatte girare ad
arte, e cercando anche di coinvolgere anche il Comitato Nazionale Romano.
Il narratore si è assunto il compito di utilizzare la realtà storica ma mettendola al servizio di una sua realtà necessaria per dare un tono più concreto e colo-
rati ai vari pezzi del canovaccio.
Si comincia da una Roma sconvolta da omicidi efferati e guerre intestine, le segrete stanze vaticane cercano di controllare quanto avviene e si moltiplicano
le notizie e le indiscrezioni. Nicola Verde si assume il compito di assemblare questo materiale e di tracciare un quadro della Roma che si sta avviando verso
un cambiamento assoluto, non per nulla nel romanzo si intravedono anche re Vittorio Emanuele e Massimo D’Azeglio.
Il protagonista assoluto della storia resta Giovanni Battista Bugatti, il boia “papalino”, Mastro Titta nell’accezione comune, personaggio notissimo e come
tale temuto, ammirato, vilipeso, maledetto, del resto chi fa un tale mestiere non può pretendere molto…. Se ci possiamo permettere un’annotazione di colo-
re possiamo dire che il personaggio si può prestare a più interpretazioni, ricordiamo ad esempio quel magico e bonario che fu il Mastro Titta di Aldo Fabrizi
nella commedia musicale Rugantino di Garinei e Giovannini. Ma anche il nostro autore punta sul lato umano del personaggio , nella vita un ombrellaio che
vive in una piccola casetta nei pressi del Vaticano, pronto a rispondere rapidamente alla possibile chiamata ma anche a non farsi vedere tanto in giro per non
allarmare il popolino. Una specie di burberone, che vediamo descritto anche nella sua intimità, un solitario che non sembra poi cercare molti piaceri nella
vita. La sua carriera ufficiale parla di ben oltre 500 esecuzioni, tutte eseguite secondo un preciso rituale. Del resto lui le chiamava “giustizie”, ci teneva a
a dire che lui era un semplice esecutore di giustizia.
Ma succede che a un certo punto la sua sicurezza, la sua forza si incrinano, lui che pure era temuto e rispettato da chi deteneva il potere, anche i capi della
polizia lo chiamano per avere il suo parere sui due cadaveri ritrovati orrendamente sfigurati in riva al Tevere-Ma ecco altri due personaggi, il laido giudice
Collemnassi e la licenziosa Costanza Vaccari in Diotallevi, donna di dubbia moralità, grande manipolatrice di uomini, entrare nella sua vita.
Mastro Titta ha ormai una sua vita.,ha poche amicizie, anche per un suo certo modi di fare che allontana le confidenze, con le donne poi è particolarmente
chiuso. E’ sempre vissuto nel ricordo della giovanissima Benedetta che lo lasciò quando lui scelse il mestiere di boia. Sarà il volto della bella Costanza a risve-
gliare nel vecchio Bugatti una sensazione di rimpianto per ciò che poteva essere stata la sua vita, e il turbamento è tale che lui sembra quasi rivedere in
Costanza i tratti di Benedetta, e quindi sente di doverle qualcosa, ormai per lui non è più tempo di amore, ma può cercare di proteggerla, di salvarla, anche
se poi in pratica non saprà mai come comportarsi. Tutto questo gli procurerà alla vista di lei durante quella che sarà la sua ultima esecuzione una sorta di
mancamento, come avesse visto un fantasma che gli ricordava quello che poteva essere e non era stato.
Accanto a Mastro Titta spicca un’altra figura, l’ispettore di polizia Laudadio, l’investigatore ufficiale della nostra storia, un singolare tipo di poliziotto che
agisce nell’ombra , muovendosi tra confidenti, spie, chiacchieroni. Per Bugatti nutre una sorta di affetto, vedendolo più come un padre ideale che non un
boia,e da questo singolare sodalizio scaturirà una indagine non ufficiale ma fortemente voluta dai due, per loro una sorta di purificazione, di riscatto per
una vita, la loro, che poteva essere stata molto diversa.
Nicola Verde si diverte a giocare con la storia, certamente la sua è opera di fantasia perché non sempre ha rispettato il decorso temporale degli eventi, ora
anticipandoli, ora postponendoli.ma riuscendo però a creare il clima di una Roma divorata dalle tante guerre intestine, e questo certo non è una invenzione
dell’autore. Un romanzo pieno di luci e misteri, un giallo storico ricco di azione e di suspense, che certamente non annoia.
GIUSEPPE PREVITI