” PER LO ZIO ” un ricordo di VITTORIO PARLANTI
13 Giugno 2018” CAMILLERI E IL SUO PUBBLICO ” DI GIUSEPPE PREVITI
17 Ottobre 2019Forse il pregio maggiore di ANDREA CAMILLERI viene riprodotto da questa brevissima definizione: “PARLA COME SCRIVI !”. Eppure le sue opere non è che dall’inizio aves-
sero avuto molta fortuna, lui era nato come dirigente Rai, docente i teatro, abile raccontatore, però le sue opere non decollavano mai, nonostante il suo primo editore,Garzanti,
credesse moltissimo in lui.
Fu nel 1992, a 66 anni, che venne “scoperto” il Camilleri scrittore, con LA STAGIONE DELLA CACCIA,un romanzo nato da un’inchiesta parlamentare svoltasi nella Sicilia del
1876 e da lui appunto adattato a romanzo. In breve tempo diviene assai celebre, lo certificano alla loro maniera due autentici mattatori della scena letteraria italiana, Fruttero
&Lucentini. Intanto si verifica quel cambio di casa editrice che tanto significherà nel destino di Camilleri, appunto inizierà a collaborare con la Sellerio, con un Garzanti un po’
risentito, con Camilleri che bonariamente ribatte( o furbescamente…decidete voi) ” Ma che vuoi, sono piccole cose da noi siciliani….”Nel 1994 ecco la scolta decisiva, ovvero la creazione di un commissario di polizia, Salvo Montalbano. Primo testo pubblicato LA FORMA DELL’ACQUA , curiosamente un romanzo dove il personaggio del commissario è
appena abbozzato. E allora CAMILLERI sembra su spinta anche della Elvira Sellerio che sembra lo spronasse a definirlo di più, ecco che il Nostro riprende il personaggio in IL CANE DI TERRACOTTA, un vero capolavoro. Doveva finire li, ma prima il successo tra i lettori,poi il quasi immediato trionfo televisivo lo porteranno a scrivere per oltre venti>
anni di questo commissario, che lui aveva immaginato come una sorta di Pietro Germi e che poi invece in televisione prese le fattezze di Luca Zingaretti. Va detto che il perso-
naggio prende molto dell’estrazione teatrale del suo autore, ribadita poi da quell’eccelso attore teatrale che è Luca Zingaretti. Ed ecco che nell’immaginifico(ma non troppo….)
scenario di Vigata agisce un’autentica compagnia di giro con tante “maschere”in attività, Catarella, il dottor Augello, Fazio, il dottor Pasquano, Livia e altri ancora….
Un grande parlatore e un grande raccontatore di storie, ecco cosa è stato ANDREA CAMILLERI.
Non per nulla lo possiamo inserire in quella grande serie di autori siciliani, da Pirandello a Sciascia, tutti grandissimi autori che forse hanno avuto meno riconoscimenti da certa
critica e dal potere, che non quelli che ha decretato loro il pubblico, che li ha sempre amati e seguiti nel trascorrere del tempo. Si pensi ad esempio alla riscoperta dl teatro di
Pirandello negli anni ’60 ad opera di Giorgio De Lullo, all’amore dei dei lettori e degli spettatori per l’impegno civile nella scrittura di Sciascia, anche se poi la politica lo ha messin croce, e lo si potrebbe anche dire per Camilleri, attesissimo e contesissimo nelle librerie, senza parlare delle edizioni televisive, in cui addirittura le repliche hanno spesso vantato più telespettatori dei nuovi episodi.
La grande novità di CAMILLERI era stata anche quella di creare una lingua, che non era il siciliano,, ma bensì una sua rivisitazione, un suo approfondimento. Ma creò anche una città immaginaria, Vigata, che però “esiste” per i suoi lettori che la vanno a visitare come tutta la Sicilia Sud-orientale, e il bello che da tutto il mondo si compiono pellegrinaggi verso queste terre per scoprire dove viveva Salvo Montalbano, così come, a Parigi si passava sotto le finestre del Quai d’Orfeves e molti, guardando una finestra in altro, dicevano a che era vicino ” Vedi, quella è la finestra del commissario Maigret….”
Montalbano è uno dei personaggi letterari più riusciti : un uomo serio e rispettoso quanto rispettabile, duro, severo, ironico, innamorato, cultore della buona cucina, ma pronto
anche a combattere l’astratta teoria del primato della legge, di cui si dice un cultore ma sempre interpretandola nell’applicarla.
E’ stato un uomo libero con le sue idee, che ha sempre espresso senza farsi condizionare e mai ricorrendo a falsi opportunismi, rispetta molto i suoi lettori che lo idolatrano,
in compenso stendiamo un velo pietoso su tante cose dette e scritte in questi giorni, per carità ognuno è libero di esprimere i propri pensieri, ma la critica può essere accettata,
la denigrazione no…..
Anche CAMILLERI si avvia a entrare in quel Panteon di grandi scrittori i cui libri “rimangono ” sempre . Vedi così un Simenon(molte le somiglianze tra loro), un Conan Doyle,
uno Chandler, cosè come pure i nostri Gadda,Scerbanenco. Né vogliamo dimenticare altri grandi della letteratura siciliana da Verga a Tommasi di Lampedusa,,da Quasimodo a
Brancati, Vittorini etc.
Camilleri ha toccato i 94 anni, ha perso la vista ma non è mai venuto meno al suo contatto con il pubblico, quasi con la voglia di un esordiente, raccontando sempre l’animo umano, quasi prendendoci per mano e conducendoci per immaginari labirinti che solo lui sapeva esplorare.
Si può ben dire per quasi cinquant’anni ANDREA CAMILLERI ci ha fatto percorrere dei percorsi mirabili, fantasiosi, pur se sempre attaccati alla realtà. Lui è partito dal romanzo giallo, che gli ha permesso, come del resto a tanti suoi colleghi, di trovare le corde giuste per entrare in sintonia con il lettore, pur rispettando sempre le ferree regole
del genere, ma anche rendendo sempre vive, colorate, ben ambientate le sue opere.
Spicca certamente il personaggio del commissario Montalbano in un panorama di uomini scialbi o pavidi, del resto si dice che Camilleri non apprezzasse molto la famosa divi-
sione di Leonardo Sciascia in uomini, ominicchi e quaquaraqua, la vedeva una definizione tipica di uomini di mafia.
C’è stata poi l’invenzione di una lingua piena di misteri ma anche gioiosa, e che comunque ben si adatta a questa terra sempre in ebollizione. E come si è inventato una lingua si
pure creato una sua…isola, metafora forse di quella che avrebbe voluto fosse la sua isola. Sogno del resto che si è ripetuto in tanti altri già qui citati, Pirandello in testa.
A CAMILLERI il merito , dopo Giorgio Scerbanenco, di essere colui che ha scavato di più nel giallo moderno italiano. Effettivamente è il suo nome che fa da spartiacque tra il
giallo, pur se già in ascesa. anni ’90 e quello del 2000.
Ma un altro merito del nostro è di avere fatto uscire il genere dal…genere per essere considerato letteratura a tutti gli effetti con il personaggio di Montalbano divenuto un com-
pagno di viaggio indispensabile. E questo vuole dire che in questa formula narrativa c’erano tutti gli elementi che poi diventeranno “storie”, “sentimenti”, “emozioni”, ovvero….”romanzo”.
Un accenno infine a quella che è stata la sua storia personale, curiosa, lui al successo arriva relativamente tardi, certo con il personaggio del commissario, ma lui è stato anche
regista,sceneggiatore, produttore, scrittore. Lui significa la Rai dei Maigret , dei Padre Brown , dei Montecristo, ma si occuperà anche della Biblioteca di Radio Uno con i Cetra
di Studio Uno, e di tanto altro ancora. Addirittura fu lui in qualità di delegato di produzione a doversi occupare di…moderare in video le prorompenti forme di Abbe Lane e di
Zizi Jeanmarie. Curatore dei programmi di Maigret e Padre Brown, grande amicizia ad esempio con Simenon, che tanto più ci pensiamo tanto più mostrano vari punti d’incontro.
Tutto questo amore e questa grande passione per il lavoro gli è rimasta sempre, e si pensi che pochi giorni prima del fatale malore si apprestava a una nuova performance teatrale.
GIUSEPPE PREVITI