“CARAVAGGIO-VITA,OPERE,ASSASSINI,MORTE”
29 Marzo 2012In ricordo di Damiano Damiani
13 Marzo 2013Era nato a Sanguinetto in provincia di Verona,ma dall’età di 14 anni era vissuto a Milano. Giornalista di professione, aveva diretto vari periodici per la Mondadori. Nel 1978 era uscito
il suo primo romanzo giallo, Il caso Kodra, con il personaggio del commissario Ambrosio che diverrà uno degli investigatori più noti nel panorama letterario italiano. Tra il 1978 e
il 1998 Renato Olivieri pubblicherà 15 romanzi con lo stesso protagonista, vincendo tra l’altro il Myfest nel 1983 ( L’indagine interrotta) e lo Scerbanenco nel 1993 (Madame Strauss ).
Ambrosio divenne tanto famoso che se ne impossessò anche il cinema con l’interpretazione di Ugo Tognazzi ( I giorni del commissario Ambrosio-regia di Sergio Corbucci ).
Inevitabile i confronti con altri scrittori e altri investigatori, si parlò di Simenon e Maigret ma a onor del vero appaiono molto dissimili, del resto la stessa scelta “cinematografica” di
Tognazzi fa già pensare alla diversità dei vari Cervi e Gabin. Ma oltre tutto le atmosfere che si possono gustare nei suoi libri sono tipicamente milanesi sia come maniera di pensare sia come gusti gastronomici.
Giulio Ambrosio nasce come un personaggio che può anche avere dei dubbi, allora in questi casi beveva qualcosa o si metteva a studiare l’ambiente cittadino che lo circondava
mentre lui svolgeva l’indagine. Indagini che puntavano molto sull’impressione, sul dialogo, lui intuisce quasi subito chi è il colpevole ma preferisce sempre approfondire. Si affida
alle prime impressioni, ma poi scava nella storia, fa parlare molto i vari protagonisti, ascolta i testimoni, entra nelle varie storie umane e su tutto questo Renato Olivieri costruiva i
suoi intrecci, con uno stile quasi simile a una partitura musicale.
Ma il suo ascolto non era solo…sonoro, Ambrosio cercava di impregnarsi degli ambienti, dei ritratti, dei vestiti, dei soprammobili, delle finestre, ma era come se tutti questi elementi
gli parlassero e gli rivelassero qualcosa. Questi erano i grandi pregi dell’Olivieri giallista, e il tutto veniva accolto con grande soddisfazione dai suoi lettori. Non per nulla Olivieri
fu tra i giallisti nostrani più rinomati nell’ultimo ventennio del secolo scorso.
Giulio Ambrosio era di carattere melanconico, pensava molto alla Milano della sua giovinezza, e si perdeva spesso nei ricordi di cose o posti che ora non c’erano più.
Debutta ne Il caso Kodra come vice-commissario. E’ un uomo un po’ triste ma è dotato di una grande umanità e lealtà, partecipa molto al dolore delle vittime. Si muove in una Milano
anni ’60, molto grigia, anonima, popolata di professionisti, ragionieri, commercianti, casalinghe, ma anche signore dell’alta società. E via via nel tempo si presenterà la Milano
degli affari più o meno loschi e delle vendette relative.
Olivieri sapeva costruire bene le sue trame, riusciva sempre a tenere desto l’interesse del lettore anche perfché sapeva ben caratterizzare i personaggi che si muovevano attorno al commissario.Ancora più interessante la cura dei dettagli, la meticolosità con cui venivano descritti i luoghi di Milano.
Certamente alla formazione e alla sedimentazione del personaggio principale ha contribuito la lunga serie, che rende il protagonista più umano, lo avvicina al lettore che impara a
conoscerlo, a comprenderne il carattere, ad apprezzarne lo spessore umano e la personalità.
Ambrosio è un personaggio raffinato, di buona cultura, ampie conoscenze nel campo dei libri e dei quadri, inoltre- come ogni buon poliziotto che si rispetti- è un buongustaio.
Un matrimonio andato a male, un nuovo amore, insomma tanti elementi, tante sensazioni che ne fanno aumentare la conoscenza, ce lo avvicinano e lo fanno crescere anche
come personaggio.
Olivieri era comunque uno scrittore che andava “gustato” con una lettura non affrettata, la sua sicuramente era una scrittura “d’autore”, da assaporare con calma, sì da poter
apprezzare descrizioni e ambientazioni.
Il commissario Ambrosio aveva la particolarità di essere un milanese che si muoveva molto a suo agio in quella “Milano-bene” apparentemente così lontana dal crimine.
Era una Milano particolare, quella dei ricconi, degli yuppies, del mondo della moda, dei politici, dei sindaci socialisti. Ma nei romanzi di Olivieri ci sono anche mariti traditi, donne
impaurite, madri e padri apprensivi, omosessuali latenti, giovani sbandati, tutte immagini di chi finisce per commettere un delitto per salvare un’esistenza pur già ampiamente compro-
messa. In tutte le sue indagini il commissario conduce i suoi interrogatori con un tono quasi amichevole, specie all’inizio, per poi diventare sempre più sferzante e “duro” sino alla
confessione del colpevole.
Olivieri sapeva ben evidenziare l’assurda banalità degli omicidi commessi in nome di un’apparente normalità.
Oltre Ambrosio la grande protagonista di questi romanzi resta comunque Milano, una Milano triste e melanconica, teatro ideale per un delitto, e Olivieri se ne è servito a dovere…..
GIUSEPPE PREVITI