IL FENOMENO MAIGRET
7 Giugno 2015” CITTA’ DI POLVERE” di ROMANO DE MARCO-FELTRINELLI
19 Luglio 2015Marco Tanzi è stato il miglior poliziotto di Milano, una vera leggenda, ma dopo dieci anni si è ridotto a un clochard, mimetizzandosi quasi nel degrado generale della ciittà. De-
grado che lui sembra quasi aver vissuto sulla sua persona: ora è infatti uno sbandato, capelli lunghi, barba incolta, vestiti unti e sporchi, un annegarsi nell’alcol. Ha disceso
tutti i gradini della scala sociale, ha abbandonato la moglie e la figlia, ha tradito il suo collega e migliore amico Luca Betti e nel lavoro e nella vita affettiva, ha disonorato la pro-
fessione, cercando addirittura di screditare e denunciare i colleghi, alla fine è incappato in una serie di reati che gli sono costati sette anni di carcere. Ci vorrà una notizia ag-
ghiacciante, la scomparsa della figlia Giulia, che pur non vede da anni. Cancellando ogni ricordo del passato Betti decide di ritrovarlo e di informarlo, Tanzi è come folgorato sente tornare in sè qualcosa di umano, affronta una cura disintossicante assai forte e così si unisce a chi gìà sta cercando la ragazza, Betti, una donna commissario di Roma,
investigatore privato La storia si sposterà negli ambienti del porno clandestino e delle tratte dei minori.
Tra gli scrittori della Milano nera Romano De Marco merita senza dubbio un posto ragguardevole. lui è un autentico cantore del noir metropolitano. Nel mentre sta uscendo
Città di polvere torna in edizione economica Io la troverò per i noir Feltrinelli. Ci troviamo difronte a un’opera che non ti concede un attimo di respiro, con un taglio narrativo
secco e essenziale. Dice Marco Tanzi, l’ex-poliziotto, un tempo il migliore, poi il più corrotto : “Le parti peggiori di me sono scivolate via , trasportate da un torrente che mi ha
lavato l’anima “. Ecco l’effetto che fa il romanzo è questo, una lettura che ti trasporta nei misteri umani e che ti trascina via di pagina in pagina sino alla soluzione finale.
La sua Milano non è quella convenzionale di tanti autori, qui l’interesse è nel ” fotografare” le vicende che vengono raccontate, pur se il romanzo non trascura il lato più spic-
catamente poliziesco .La vicenda è bella tosca, c’è una ragazza che scompare, ci sono i poliziotti, c’è l’investigatore privato, c’è l’ex-poliziotto, c’è la mafia, c’è il giro della prosti-
tuzione e della pornografia clandestina.
E’ una storia che non fa sconti a nessuno dei protagonisti, la divisione tra buoni e cattivi è molto labile, nel libro si punta molto sulla descrizione dei sentimenti, su quelli buoni
e su quelli cattivi, De Marco vi insiste molto , ma il fatto è che qui abbiamo gente che ha ricevuto molto male e si è fatta molto male per credere ancorfa in qualcosa dj positivo.
Tra i tanti protagonisti spicca il ” troppo buono” Luca Betti, un vero uomo con certamente delle colpe ma la maggiore forse è l’essere stasto troppo tollerante sia pure in nome
dell’amkicizia. Poi c’è Tanzi, vera espressione del male, ma non saranno soli nella loro battaglia, un investigatore privato, ex-colonnello dei carabinieri, una donna commissario
saranno al loro fianco. E a proposito delle donne, spietati i ritratti delle ex mogli dei due protagonisti, sono un po’ il loro contraltare, troppo negative per poter salvare gli ex-ma-
riti. Las differenza è nelle figlie che costituiscono la parte buona, la speranza, quel qualcosa per cui è giusto anche lottare e ritrovare se stessi.
Il libro scava a fondo nei vari caratteri, nei omportamenti di ognuno, e lo fa con poche frasi, con brevi pensieri, con rapide mosse. Tutto qui è narrato e improntato alla massima
rapidità, ognuno deve agire con urgenza, c’è la vita di una ragazza in gioco, non occorrono tanti distinguo.E così la storia si dipana di capitolo in capitolo, al centro MIlano, che
comunque non è la sola location della storia. Comunque Romano De Marco le da un ruolo basilare nello svilluppo della trama, anche se non è la Milano rutilante delle vie cen-
trali,.è la Milano dei parchi, dei viali, delle stazioni metropolitane, dove vivono i tanti “reietti” della società, simili a degli “invisibili” che vivono in unacittà parallela e sarà lì che
Betti andrà a cercare l’ex-collega.
Ci si può chiedere se sia un romanzo sull’amicizia, il legame tra i due poliziotti è resistito a tutto, alla fin fine sono entrambi degli sconfitti nella vita, il che li porta a andare avanti
facendo leva sull’unica cosa bella che è rimasta loro, i figli. Comunque quel che rimane loro e che in un certo senso li fa rivivere è l’amicizia.
Un libro questo ” Io la troverò”ben costruito e ben dosato nelle sue varie componenti, efficace l’alternanza di episodi di oggi ad altri di ieri (praticamente la storia di Tanzi) come
pure il ricorso alla prima persona.
GIUSEPPE PREVITI