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31 Maggio 2020” IL TERZO RELITTO” DI BARBARA BELLOMO” -SALANI 5.06.2020
5 Giugno 2020Il Pm Manrico Spinori della Rocca, Rick per gli amici, ” il contino” per la servitù è un tipo un po’eccentrico, un vero aristocratrico di antiche origini nobiliari, grande melomane,
molto affascinante, un po’farfallone con le donne e con una madre,la signora contessa, che ha perso mezzo patrimonio al gioco. Lui è comunque un tipo preciso e molto determinato nelle indagini. Qui applica una curiosa teoria, ovvero arriva alla soluzione dei casi spesso ricorrendo al confronto con le trame delle opere liriche che sembrano di
percorrere o meglio anticipare i casi su cui lui è chiamato a indagare,
Ora si deve occupare della morte di Ciuffo d’Oro, famoso cantante degli anni ’60, e poi diventato produttore discografico di successo. La morte sembra dovuta a un incidente
stradale, ma poi si scopre che i freni sono stati manomessi e che quindi si tratta di un delitto. D’altra parte la vittima aveva avuto una vita abbastanza movimentata e certo non
gli mancavano i nemici. Spinori, coadiuvato da una squadra investigativa tutta al femminile, e spronato a trovare al più presto il colpevole dal procuratore capo visto che i mezzi mediatici si sono scatenati data la notorietà dell’ucciso, inizia le indagini, certo non rinuncia alla sua vita. frequenta l’opera, è sempre colpito da qualche bella donna,gli tocca anche una serata….incartepocorita con dei nobili un po’decotti avendo dovuto scortare la mamma, ma comunque il suo pensiero è tutto sul delitto Ciuffo d’oro, e alla fine ce la
farà,,,,,
Ed ecco che anche Giancarlo De Cataldo sembra destinato a entrare con il suo nuovo personaggio, Manrico Spinori della Rocca, un Pm “conte”, nel vasto emisfero dei personaggi seriali.
E’un personaggio che può ben figurare a una prima dell’Opera, o a una soirée tra vetusti esponenti della nobiltà oppure a fare il suo mestiere di procuratore della Repubblica,che, essendo un melomane, si fa aiutare a risolvere i casi ispirandosi alle trame delle opere liriche. E così dai “criminali” dell’omonimo romanzo e dai coatti di periferia alla Suburra si
passa a un personaggio molto compito e preciso che combatte il crimine muovendosi in una dimensione da Roma bene, ci troviamo infatti nel quartiere Prati.
Il nostro Spinori, detto dagli amici Rick e chiamato con l’affettuoso appellativo di “contino” dal vecchio maggiordomo, ha un nome tanto altisonante quanto ingombrante, Manrico Leopoldo Costante Severo Fruttuoso della Rocca dei conti di Albis e Santa Gioconda, Lui non è particolarmente attaccato a questo……nientepopodimeno nome, quando
è in procura cerca di glissare. Ha invece dei problemi con l’augusta genitrice, la contessa madre è una ludopatica accanita e ha perso buona parte del patrimonio al gioco e così a
Manrico è rimasta più che altro…l’apparenza, il diritto all’alloggio e la voglia di dimostrare che la sua strada se l’è fatta da sé.
In Io sono il castigo si parte dalla morte in un incidente d’auto di un idolo della canzone degli anni’60, Mario Brans,che era noto come Ciuffo d’oro. Dopo la fortunata carriera di
cantante si era trasformato in un produttore, aveva fondato una casa musicale, sempre a caccia di talenti,e quindi ancora oggi viene chiamato spesso alla televisione. Mentre stava tornando a casa la sua Iso guidata dal suo factotum era sbandata improvvisamente e si era schiantata contro un muro. Lui era morto,l’altro si era salvato, si era pensato a
un incidente d’auto, poi si era scoperto che i freni erano stati manomessi ed che parte l’indagine che coinvolgerà una serie infinita di personaggi. Si era partiti dal mondo che fre-
quentava la vittima, che poi, tra l’altro, non era certo uno stinco di santo. Veramente notevole la galleria di personaggi che De Cataldo fa “sfilare” nella storia,e per lo più sono femminili. Così la vedova, una ex-cantante albanese, giunta in Italia dal mare, che gli ha dato una figlia, poi l’ultima conquista del morto, Cetty, una stellina che più che della sorte dell’amato sembra preoccuparsi più di sfruttare la notorietà acquisita nelle trasmissioni-spazzatura per andare a…Sanremo. Ed ancora Marina Marinelli, la regina televisiva
del trash, conduttrice di Giù la maschera, dove effettivamente si capisce che la giustizia oggi si amministra più dal piccolo schermo che dalle aule del palazzo di giustizia.
Poi si sono le poliziotte che fanno parte del suo team investigativo, due sono ormai abituate a lavorare con lui e quindi sono abituate alle sua teorie e alle sue manie,l’ altra, un
nuovo arrivo, Deborah Cianchetti, ispettore di polizia, tipo ruspante e sanguigno che sulle prime non s’intende assolutamente con i modi gentili del P.M. che prende per un debole, salvo poi alla lunga capire che non lo è affatto.
Il nostro protagonista è certamente una persona gentile, ben educato, ama molto le donne su cui fa colpo e ben lo sa, anche se è reduce da un matrimonio fallito, ma lui,ripetiamo, tra tanti commissari un po’scontati, tra detectives privati che giocano a fare i “duri”, è di tutt’altra pasta. Se ci rivolgiamo al passato può ricordare che so, un
Philo Vance o, a parte la misoginia, anche uno Sherlock Holmes. In famiglia ha una madre che va guardata a vista perché non combini altri guai, un figlio che vuole fare il musi-cista e con cui non s’intende molto. Ma quest’uomo elegante per natura e con un’allure che impone rispetto sul lavoro e affascina le donne su un altro…versante, ha un talento
naturale per sbrogliare gli affari più complicati e apparentemente assai distanti dal suo modo di essere. Un posto particolare nel racconto lo hanno le musiche e le opere da cui
sono tratte, e proprio dal Rigoletto è ricavato il titolo del romanzo.
De Cataldo da tempo aspirava a creare un personaggio seriale, ora con il contino Manrico, lo dichiara lui stesso, si è deciso a mettere finalmente in pratica quell’antico proposito
e non per niente con il suo protagonista hanno in comune la passione per la lirica.Ed ecco quindi questo magistrato che ci dice che non esiste nessun fatto del genere umano che
non sia stato già affrontato nelle opere liriche. Poi è chiaro che “il personaggio di carta” acquista un suo rilievo, una sua caratterizzazione,e appunto il nostro Manrico ci sembra
ben avviato a entrare nei favori dei lettori(e diremmo anche delle lettrici….).
Un ulteriore fattore interessante in questo romanzo è il dare importanza al fatto criminoso, ma con il delitto appena accennato, quel che conta è la partecipazione emotiva, la
forza che scaturisce dai personaggi, quel che conta è mettere in rilievo il Male, vedi il personaggio di Ciuffo d’Oro, un vero “portatore” di male.
GIUSEPPE PREVITI