“LEONARDO SCIASCIA NEGLI OCCHI DELLE DONNE” (Tessere di un mosaico al femminile) di ROSSANA CAVALIERE (VALLECCHI) 14.11.23
14 Novembre 202327.11.23″ LE STATUE DI SALE” DI GIOVANNI CARBONE – Le indagini del commissario Luigi Capuana- EFFIGI
27 Novembre 2023Solo chi non frequenta le aule dei tribunali ha la convinzione che sia venuto quel volto feroce appartenente ad epoche lontane.
Gli avvocati dell’Unione delle Camere Penali Italiane, in unisono con “Gli Amici di Leonardo Sciascia”, hanno voluto compiere un viaggio dentro gli abissi di quella indispensabile macchina sociale che è la giustizia.
Lontani da tecnicismi astratti o da lungaggini da iniziati, in questo volume si affronta la produzione narrativa di Sciascia, uno scrittore veramente eccezionale nel pur vasto panorama della letteratura italiana, e sempre impegnatissimo nello scavare nel rapporto tra il giudice e la legge e anche a misurarsi con gli accertamenti giudiziari, evidenziandone imposture e e lati oscuri.
Molte le le frasi estratte dai testi sciasciane, anzi si arriva a un gruppo di sette letture, che sono state intitola-
te a un grande amico di Leonardo, Massimo Bordin, persona molto affine al grande letterato siciliano e di si puo’dire
condividesse le idee riguardanti la giustizia e l’amministrazione del potere.
rato daL’ISPEZIONE DELLA TERRIBILITA’, saggio curato da Lorenzo Zilletti e Salvatore Scuto, vuole essere una testi-
monianza dedicata all’opera di Leonardo Sciascia, al suo pensiero, al suo impegnarsi per la garanzia del giudizio,
che non da tutti è stato apprezzato. Lui infatti non si è mai peritato di denunciare le azioni degli uomini preposti all’amministrazione della giustizia, il cui operato la lasciato spesso a desiderare.
Un libro, quindi, che ha, dietro la peculiarità di farci riflettere su un grande scrittore che non rinuncia alla
possibilità di far vedere che le sue intenzioni sono rimaste valide nel tempo e di grande valore per la giustizia
penale italiana.
La forma letteraria che lui ha per lo più adoprato è stata quella del Giallo, un termine di grande incidenza nella vita letteraria di Sciascia, che ha formato molto del suo pensiero sulla scorta degli scritti di Edgar Allan POe, vedi il suo Auguste Dupin, con l’applicazione del metodo deduttivo, ed ecco quindi l’uso del giallo per mostrare il
degradare dell’animo umano, e dall’altra la prosa di questo genere letterario appariva la più adatta allo stile
sciasciano privo di sbavature e ridondanze.
In uno dei passaggi del testo SCIASCIA ha creato un personaggio non molto definito,chiaamandolo ” l’INVESTIGATORE”,
non è detto che sia un poliziotto,, vedi il Bellodi de Il Giorno della civetta, ma non perché è un ufficiale dei carabinieri, ma perché non è chiamato a risolvere alcun enigma, però deve combattere un avversario ancora più insidio più insidioso, l’omertà,a ha tutti contro.I suoi ideali,verità e giustizia, sono destinati al fallimento.Ma resta impresso il suo valore etico, come d’altronde altri personaggi di Sciascis.<
La ragione di questo volume è nell”ossessione” per gli “inevitabili”errori nell’amministrazione della giustizia., anche nello squilibrio che si ravvisa nel rapporto tra accusa e accusato.Ricordiamo che il volume è nato dalla collaborazione tra l’Associazione Amici di Leonardo Sciascia e l’Unione delle E del resto in un libro pubblicato nel 1986 LA STREGA E IL C APITANO lo stesso Sciacca annota che è sempre stato
terrificaante vedere come fosse amministrata la giustizia.E SCUTO, riferendosi all’argomento del racconto, la condanna al rogo di una donna, anno 1617, ritenuta una strega, era nel contentare gli “umori”, anche i piuù retrivi,
e non cercare la verità. ma creare un mostro da dare in pasto alla folla.
E così Rogas ne “Il Contesto” sugli errori che si commettono nel giudicare dice che non basta essere innocenti se si incappa e ci si fa catturare dall’ingranaggio che non conosce soste e ti stritola nel suo procedere.
E del resto non è che le cose siano cambiate nei tempi moderni, vedi il caso di Enzo Tortora o di Aldo Moro, da cui
il nostro Sciascia rivela che vi è sempre una legittimazione “giuridica” per la….violenza di Stato, con la relativa legittimazione per il potere.
Sciascia ci ricorda gli anni del fascismo quando viene introdotta la pena di morte. che porta a una ulteriore consa-
crazione del delitto di stato. E c’è chi osserva che alla fine uccide più il giudice che il legislatore.
Lo scrittore siciliano amava riferirsi a LA STORIA DELLA COLONNA INFAME DEL mANZONI, E non mancava di sferzare i giudici xhe mandavano al patibolo i c.d.”untori” , tracciando addirittura un parallelo con i giudici del tempo del nazismo, tutte “persone per bene” e tutti ” bravi padri di famiglia”.§
E si porta ad esempio il “piccolo giudice”di Porte aperte che sacrifica una carriera per non applicare la condanna a morte , personaggio ispirato a un magistrato racalmutese che così si era comportato.
In Sciascia costantemente si ribadisce la dignità dell’accusato,la certezza dei propri diritti,la presunzione dell’innocenza, la imparzialità del giudice, e soprattutto l’umanità della pena, e di quello che poi voleva affermare Leonardo Sciascia.
Il nostro,come esce da questo ennesimo ritratto, si è confermato grande uomo di pensiero e di cultura,noto in tutto il mondo per la sua figura di intellettuale libero e indipendente e, anmai cora più importante,non soltanto un uomo libero,mai assertore di verità assoluto, ma portatore di dubbi, di critiche, di dissensi, e mai la certezza del diritto va subordinata alla ragione di stato.
E miglioramenti nel tempo non ci sono certo stat, se si tiene conto che la Corte di Giustizia Europea ci sanziona
continuamente per l’uso della carcerazione preventiva e dell’ingiusta detenzione.
GIUSEPPE PREVITI