MENTRE LA CITTA’ DORME-DI SERGIO VANNUCCHI-PEZZINI EDITORE
25 Agosto 2010PROFILI DI PERSONAGGI. BARBARA BARALDI
9 Settembre 2010“Jean Claude Izzo-Storia di un marsigliese” narra la storia del poeta e scrittore Jean Claude Izzo, figlio di Gennaro,
che a soli dodici anni lascia Napoli per Marsiglia dove sono già emigrati il fratello e la sorella. Marsiglia è un im-
portante porto di mare, vi aqrriv ano in tanti, di ogni razza. La delinquenza, in mano principalmente a siciliani e corsi,spadroneggia.Una città dura, non facile.Josè Giovanni la immortalò in un film indimenticabile(tratto da un suo romanzo) “Il clan dei marsigliesi”. Gennaro si farà grande e dal suo matrimonio con Babette nasce nel 1945 Jean-Claude che fu giornalista, narratore e poeta. Fama imperitura gliela dette la c.d. “Triologia marsigliese”. “”Casinò
totale (1995)), ” Chourmo il cuore di Marsiglia”(1996) e in fine Solea(1998).. Ci lascerà ancora giovane devastato
da un cancro ai polmoni, morirà a Marsiglia il 26-1-2ooo. Fu autore anche di due romanzi “Marinai perduti” e “Il sole dei morenti”.
Stefania Nardini ripercorre la vita di questo figlio di immigrati, avvalendosi dei suoi scritti e delle testimonianze lasciate dai genitori, dal figlio Sebastian e dalle donne che ha amato.
La vita e l’opera di questo romanziere si intrecciano dei continuo dando vita a un percorso di vita così originale
da meritare di essere raccontata.Nel libro figurano frammenti inediti e numerose poesie.
La prima protagonista è Marsiglia, quella dell’immigrazione, dei sogni e degli ideali che la animano.La stessa
Nardini che aveva cantato Napoli con “Gli scheletri di Via Duomo” ora si ripete con Marsiglia.Come le due città
hanno suscitati sentimenti destinati a lasciare tracce indelebili per la vita dell’autrice, così è stata Marsiglia per
Izzo.Jean Claude inizia la sua vita come pacifista convinto, il che lo farà finire nella legione straniera. Cattolico,
socialista, comunista, la sua prima donna fu Marie-Helene che gli dette un figlio, Sebastian.
Visse poi uno dei periodi più importanti nel corso della storia, non solo europea,cioè gli anni ’60.Erano tempi
in cui i giovani sognavano0 di cambiare la società, ribellandosi, e Izzo non si tira indietro, pur non illudendosi,
tanto la strada era lunga e irta di ostacoli e lo schierarsi poteva costar caro, eppure non rinunziò.
Quando in seguito Marsiglia fu chiusa nella morsa della speculazione edlizia Jean Claude si battè con i
suoi articoli. Non si arrendeva mai, non aveva la patente e allora si recava a Fos sur mer in bicicletta per
raccogliere il materiale per i suoi scritti di denuncia.Nel frattempo scriveva anche poesie.
Intanto la malattia cominciava a palesarsi, ma lui continuò come se nulla fosse.
L’autrice nel rendere omaggio a questa figura lo rende contemporaneamente anche alla città di Marsiglia,
quelole “vecchia” v entre di un m ondo dai tanti colori, dove la povertà e il sogno convivono.E’citta dall’umore
variabile, con “la rabbia del Mistral, il silenzio delle Calanche”: Marsiglia è una città povera, Izzo lo ricorda
continuamente nelle sue opere.
Lascia il PCF, non lo sente più vicino alla gente, lo considera troppo “gerarchizzato”. Lui cerca di diffondere
la cultura tra la povera gente, distribuendo ciclostilati ai lavoratori del porto.
Si trasferisce a Parigi, qui la sua vita è ancora più intensa,scrive poesie e per il teatro,compone testi varii.
Trova anche un nuovo amore, Beatrice,ma non sarà l’ultimo. In questo senso sintomatica è la frase del
suo poliziotto di carta, Fabio Montale :”Non sono0 mai stato capace di tenermi accanto le donne che ho
amato.”
Su suggerimento di Patrick Raynal direttore della celebre collana noir di Gallimard,scriverà loa famosa
triologia che gli darà grande celebrità e ne farà uno dei più grandi autori di noir.
Grazie ai libri di Izzo Stefania Nardini ha scoperto Marsiglia e se ne è innamorata anche lei.
“Casino Total” è ambientato nel quartiere ove risiedono i “rital”, cioè gli immigrati- marocchini,algerini,
italiani e altri ancora., dai senza tetto ai piccoli malavitosi. Qui nasce il poliziotto Fabio Montale(evidente
omaggio a Eugenio….)con la sua lealtà verso i compagni d’infanzia, qualunque cosa siano diventati, e si
batte per vendicarne la morte, anche perchè non considera “quella”polizia migliore di loro.
Fu un successo travolgente, prima in Francia, poi in Italia, ma diremmo ovunque.
Con il secondo romanzo “Chourmo Il cuore di Marsiglia”Montale lascia la polizia e vive, almeno così spera,
un’esistenza tranquilla in riva al mare. Ma così non sarà. L’uccisione di un ragazzo, figlio di una cugina,lo
costringerà a tornare in campo.
In “Solea”affronta la grande criminalità e i legami con il potere politico corrotto.
Da tutte queste vicende che Izzo ci racconta resta la sensazione di una irrequietezza amara, forse anche perchè
ovunque sia si sente sempre straniero, sia che si trovi in Francia, sia in Italia, terra di suo padre.E manderà
infatti il figlio Sebastian a studiare a Parigi perchè si senta delo tutto francese.
Certo è innamorato di Marsiglia, ma forse più ancora di quel quartiere di diseredati dove è cresciuto(il
“panier”), dovre appunto cfi si sente tutti fratelli.
Jean Claude Izzo ci ha lasciati a soli 55 anni, grande ancora è ilo rimpianto per la sua scomparsa. Aveva
saputo “cantare”|tanti valori dalla dignità dell’uomo al diritto a vivere dei diseredati, alla so0lidarietà quale
bene imprenscindibile.
A distanza di dieci anni dalla morte Stefania Nardini con “Jean Claude Izzo storia di un marsigliese”rivela
ogni lato della vita dello scrittore, lo fa con un minuzioso lavoro di ricerca, una scrittura nitida, controllata,
esente da sentimentalismi.Certamernte è un a biografia, nulla è trascurato dell’esistenza di Izzo, ma il
volume assume sempre più una forma letteraria autonoma.
E così è significativo che parta da quel padre che con i marocchini e gli algerini “truppe da macello”entra
nel 1944 da liberatore a Parigi per arrivare al figlio pacifista che da soldato è spedito in punizione
nell’inferno di Gibuti.
Con interviste, ricerche, descrizioni la Nardini ci fa vedere un Izzo dal cuore tenero, dai tanti amori e dalla
grande solitudine, poi l’inserimento di alcune poesie fa meglio capire il personaggio, un grande uomo ricco
di amore per l’umanità, un combattente nato contro le ingiustizie.
Disse di lui Le Monde che resteranno l’emozione che sapeva dare e la grande malinconia di tutte le sue
opere e probabilmente della sua vita.
Vita piena di contraddizioni, forse,come del resto non mancavano nelle sue opere, da una parte il nero del
crimine, la violenza sulle persone, dall’altra il sole e la luce abbagliante sulla città, i profumi della sua
cucina, anch’essa improntata alle varie etnie che la abitano.
GIUSEPPE PREVITI