” LA RAGAZZA NUOVA” di DANIEL SILVA -HARPERCOLLINS – 7.05.2020
7 Maggio 2020” FIRMATO CARDOSA” DI CARLO PARRI – IL GIALLO MONDADORI – 12.05.2020
12 Maggio 2020Germania anno 1943. Hans Niegel è un tenente di complemento delle SS nella propria città di Osnabruk, Qui lui conduce la sua vita tranquilla,una bella moglie e una bambina che adora. Ma ben presto Hans si rende conto che questo suo” piccolo/grande” mondo non può bastare, il suo paese sta conducendo una guerra in maniera spietata, le politiche
del Reich sono sempre più violente e accaparratrici e lui allora si ritrova solo nelle gioie della famiglia ma è possibile accantonare ogni valore per il quieto vivere ?
Per Hans l’ora della verità coinciderà con una tremenda malattia che gli porterà via Hanne ma anche Ingrid che non regge a questo choc, me lui stesso dovrà partire destinato a
un campo di sterminio. E proprio a Soribor vede con i suoi occhi di quali terribili genocidi si stia macchiando il suo paese, ma lui tiene gli occhi chiusi quando i prigionieri vengono avviati senza sosta alle camere a gas. Un giorno si trova davanti a una bambina ebrea che sembra la copia di Hanne, E così il pavido e conformista tenente sembra cambiare pelle e si inventerà sempre nuovi strattagemmi per salvare la piccola dalle camere a gas nascondendola e cambiandole più volte riparo., ingannando i suoi camerati,
ricorrendo anche alle maniere forti, prendendo anche delle decisioni che sacrificano altri ma decisioni necessarie per salvare la bambina. Lui stesso rischierà la vita, ma alla fine
ne varrà la pena, la nuove Hanne è salva.
Partendo da fatti realmente accaduti FRANCO FORTE E SCILLA BONFIGLIOLI ci conducono in una sorta di viaggio che ci fa conoscere alcune delle pagine più oscure e drammatiche della nostra storia, pagine che non vanno assolutamente dimenticate e che fanno anche vedere che quando viene smarrito ogni spirito umanitario tutto può accadere. L’olocausto è una delle pagine più tragiche della storia, certamente se ne è scritto e se ne è detto tanto, ma LA BAMBINA E IL NAZISTA porta un contributo parti-
colare a un argomento di cui non sarà mai detto abbastanza. Ci troviamo infatti difronte a un qualcosa di originale e nuovo nel campo della vasta letteratura dedicata all’argo-
mento. Un thriller storico in cui ci si racconta una storia tenendoci ogni istante avvinti alla lettura, facendoci anche chiedere ” Ma tutto questo è possibile ?” Si signori miei,è
tutto vero, ed è proprio vero che la realtà può superare qualsiasi fantasia.E’narrato in terza persona ma potrebbe benissimo essere stato raccontato in prima dal suo protagonista,
quel tenente Hans Neigel che del resto è un po’la voce narrante perché è chi ci fa vedere le sofferenze, la paura, il terrore, la morte. E così il lettore può immedesimarsi in questa situazione e vedere le cose dal punto di vista dei carnefici.
E qui balza evidente il ruolo del tenente Hegel, non certo un cuor di leone, ma anche capace di vedere questo orrore pur senza avere la forza di opporsi, ma lui ha paura del
suo comandante e dei suoi commilitoni. Basterebbe una spiata a far crollare tutto e metterlo sullo stesso piano degli ebrei, A Osnabruck lui svolgeva un lavoro tranquillo da
passacarte, ma da alcune brevi frasi si capiva che non condivideva quell’aggressività e quella violenza con cui il paese si è manifestato per riscattarsi dalla disfatta della prima
guerra mondiale, Lui riusciva a ritrovare la serenità solo quando era in famiglia con la moglie e la figlioletta, sembrava che quel accadeva fuori non fosse compito suo.
Hans tutto sommato è un uomo qualunque, non ha la tempra dell’eroe, non è portato a combattere, fondamentalmente potremmo dire che è un vile, ma in effetti è uno dei
tanti che…popolano la terra, hanno il loro lavoro, il loro tran tran quotidiano, insomma si accontentano della propria vita anonima.
Ma a un certo punto la via, forse meglio la “storia” lo reclama, si accorge di lui, la figlioletta muore in pochi giorni di tubercolosi , la moglie quasi impazzisce, lui viene spedito
ai campi di sterminio ove toccherà con mano l’abiezione e il dolore umano.
Si dovrà adattare a vivere quella che gli ufficiali nazisti chiamano la ” festa della mietitura” ” uno strato di terra uno strato di morti, e nuovi morti e nuova terra,. e terra e morti”.
In questo orrore quotidiano lui diventa più duro fino a trovare il suo scopo di vita nel salvare una piccola ebrea, Leah, che tanto gli ricorda la figlia scomparsa, che oltre tutto spesso gli appare in sogno e quasi lo guida in questo suo cammino.
Molti i personaggi di questo romanzo forte e disperato nel ricordare l’Olocausto ma anche molto impegnato nell’attribuire ruoli, competenze e responsabilità di tutto quelli che
lo animano.
Intanto sullo sfondo il coro quasi muto degli ebrei avviati, ancora con parvenza di persone, ai treni e poi ridotti a numeri, a povera carne sempre più macilenta in quei camoi, in
attesa di essere avviati a morire senza distinzione, uomini,donne,vecchi,bambini.
Poi le donne, quelle che ovviamente si staccano dal coro muto, donne a volte che sembrano belve umane, vedi Alida, “la valchiria” dai capelli rossi, è a capo delle ausiliarie, tutte
crudeli, che si avvicendano a a compiere atti efferati su questa povera gente con una ferocia senza senso. Hans si sconterà spesso con Alida, lei si diverte a metterlo in imbarazzo,quasi lo deride pur se poi lui troverà una specie di compromesso per salvare il suo segreto. Certo nel campo ci sono anche donne eroiche e di valore, l’ucraina Larissa,
la pittrice Margaret che si immoleranno pur di difendere la libertà e la giustizia.
Ma anche gli uomini sono ossessionati dai mostri che agitano l’aria, molti degli ufficiali nazisti sono imbevuti di un solido patriottismo che li fa passare avanti a ogni cosa. Quel
che colpisce è la “necessarietà” del loro agire, tristi contabili che contano e accatastano morti su morti anche quando la disfatta per loro si avvicina, l’Armata rossa incombe, ma
non desistono dall’obbedire agli scellerati ordini. Di contro spicca il breve ritratto di un giovane barbiere ebreo, sempre ossequioso e servile quando fa la barba agli ufficiali te-
deschi, ma Hans ha un attimo di terrore quando vede la lama avvicinarsi alla sua gola e scorge nel ragazzo chino su di lui, occhi dilatati di odio e una voglia di colpire insospetta
in questa gente che sembrava l’emblema della rassegnazione.
Il lavoro dei nostri autori è stato certamente molto accurato, inquadrando il periodo storico, coloro che lo hanno vissuto ma cercando poi di dare a ciascun personaggio una propria individualità con sempre sullo sfondo il coro dei dolenti avviati ai forni.
Il finale, dopo tanta ferocia e malvagità, è abbastanza consolatorio, Hans salva la piccola Leath e si avvieranno verso un nuovo destino che comprenderà anche Ingrid tornata alla
vita dopo la morte di >Hanne, e forse potranno rifarsi una vita.
Mah, diciamo che dopo tante orrore perché negarsi un finale romantico ? La vita deve pur riprendere….
GIUSEPPE PREVITI