” IL MISTERO DELLE ANTICHE ROTTE” DI ELENA TORRE- CAIRO
7 Agosto 2017” LE VITE PARALLELE” -Un nuovo inizio per il commissario Casabona- di ANTONIO FUSCO- GIUNTI
7 Ottobre 2017A Livorno viene trovata uccisa nel suo camper una vecchia prostituta, e la visione del suo corpo fa venire in mente al commissario Botteghi episodi e volti della sua, tanto da trasformare le indagini sull’omicidio in un caso personale. Non riesce a venire a capo di nulla perché troppo coinvolto a livello emotivo,
ma non molla neppure quando il questore gli ordina di occuparsi di un caso più importante, l’assassinio di un imprenditore edile autore di restauri nel centro
cittadino, trovato morto nel parco di un’antica villa disabitata.
La vicenda si fa sempre più oscura e complessa, è in azione un misterioso e spietato killer. Intanto si indaga( anche se Botteghi non dovrebbe occuparsene su
ordine del questore)su un colossale traffico di droga che si credeva di aver stroncato in una indagine precedente.Insomma un intreccio di azioni sempre più
pericoloso, con sempre nuovi problemi, ma anche con inaspettate analogie tra i due casi. Entra anche nell’indagine l’antico acquedotto, come del resto tutta
la città, sempre più difficile distinguere il bene dal male, e con un Botteghi sempre più coinvolto, il tutto accompagnato da una insolita colonna musicale
legata agli anni ’60.
I commissari di polizia continuano a andare di moda nel giallo italiano, come del resto il seriale. Le due cose sono evidentemente collegate, un personaggio
“indovinato” dal punto di vista editoriale si è ormai assicurata lunga vita.
E certamente anche il tormentato poliziotto creato da Diego Collaveri non fa eccezione. Ecco in libreria La bambola del cisternino, ancora in azione il com-
missario Botteghi, ancora Livorno personaggio complementare, anzi diremmo determinante in tutta la storia.
Diego Collaveri viene da varie esperienze da scrittore, impreziosite dall’aver scritto per il cinema, per il teatro musicale, ma anche reso concreto dall’aver
scritto saggi storici su questi argomenti. Lo si legge quindi sempre volentieri, una lettura veloce, rapida, accattivante, ma anche estremamente visiva e ricca
e molto curata nei dialoghi.
Semmai a onta del fatto che i personaggi sono quelli di sempre qui si percepisce un’amarezza, una sensazione di dolore assai profonda, specie nel ritratto
del protagonista, un uomo che sembra “bruciato” dentro, ma anche nella stessa visi0ne della città, mai distesa e sorridente.
La storia inizia con la scoperta del cadavere di una vecchia prostituta nel camper dove esercitava il suo mestiere nei pressi dell’antico acquedotto. Per Bot-
teghi sembra un caso come tutti gli altri,ma nell’esaminare il cadavere il volto della vittima gli sembra familiare, gli fa tornare in mente la sua infanzia.
Entra in lui un grande rimpianto per queste memorie del passato che presto si trasforma in un’angoscia vera e propria. Come già accennato il commis-
sario è un uomo pieno di problemi, in preda ai fantasmi del suo passato(la moglie morta, la figlia che l’ha abbandonato) si è rifugiato nell’alcol e nel tabac-
co. In tutto questo suo intricato rovello mentale, che lo sta distruggendo come uomo, compaiono le note di una vecchia canzone di Patty Pravo degli anni
sessanta.
Immagini che rimbalzano nella mente del poliziotto, dal ricordo della vicina che spazzava il pavimento al suono di quella musica, e poi tanti personaggi.
Ecco l’Orco, il mitico e mastodontico venditore di panini che stava aperto tutta la notte, tutta Livorno andava da lui, ma guai a chiamarlo l’Orco, allora
si accendeva come un fiammifero. Oppure la visita al carcere a colloquiare con il suo ex-collega, quello che l’aveva fatto diventare un buon poliziotto, prima
di…deviare dalla retta via. Personaggio forte, di una tragicità che colpisce per la sua rassegnata amarezza.
Molte anche le figure femminili, l’autore sa tratteggiarle con pochi cenni, svariate le personalità, qualcuna sicuramente la rivedremo.
L’autore sa cogliere e rappresentare l’essenza dei suoi protagonisti, in primis questo commissario che resta impresso perché va oltre gli stereotipi di tanti
personaggi raccontati da altri scrittori. Qui l’angoscia che lo pervade, che lo distrugge è vera, ci entra nell’anima, caso mai potrebbe ricordarci certi investi-
gatori altrettanto ” bruciati” e sconfitti come uomini, cantati dai grandi autori americani dell’hard-boiled.
E anche assai significative in questa estrema cura del particolare è lo scontro con la figlia, pur se in tutto questo si può vedere anche una continua pa rvenza
di speranza. Insomma un giallo classico nelle sue strutture fondamentali ma con una marcia in più per quanto riguarda la caratterizzazione dei personaggi
rispetto a tanti persoanggi consimili.
Del resto Botterghi&C. impersonano una sorta di ” commedia umana” dove ciascuno ha la sua vita, spesso piena di problemi, di dolori, di guai, di contrad-
dizioni, ma questoi appunto ci riporta alla vita comune di tutti i giorni, con le sue gioie, i suoi dolori, i suoi fatti.
Botteghi ” soffre” questa indagine, e noi si diventa quasi spettatori non passivi di questa amarezza di fronte all’impossibilità di dare giustizia a questa
donna, non importa che fosse una vecchia “ciabatta”il questore cerca di distrarlo dandogli un altro caso, legato all’uccisione di un uomo importante, ma
per Botteghi entrambi hanno diritto alla stessa ricerca di una soluzione.
Il commissario soffre fisicamente e psichicamente, ma riuscirà a andare oltre i suoi fantasmi e i suoi cattivi ricordi, arriverà a trovare la soluzione, anche
se il finale sarà altrattanto amaro e poco consolatorio.
GIUSEPPE PREVITI