Breve storia del giallo in Italia: Emile Gaboriau
3 Gennaio 2017La breve storia del giallo: EDOARDO SCARFOGLIO
5 Gennaio 2017Nel 1887 esce Il cappello del prete di Emilio De Marchi, verrà considerato tra i primi esempi di romanzo poli-
ziesco all ‘italiana. Anche questa storia esce prima a puntate su L’Italia e poi sul Corriere di Napoli per poi nel
1888 apparire in forma di romanzo. De Marchi scrisse questo libro per dimostrare che anche da noi si potevano scrivere dei feuilleton di buon livello culturale e qualitativo., e il successo che conseguì dimostrò che il lettore vo-
leva essere coinvolto e apprezzava questo metodo narrativo. E anche la critica dimostrò di apprezzare questa
pubblicazione.
Il romanzo che si ispirava a un reale fatto di cronaca si basa sull’uccisione di un prete assai discusso, Don Cirillo,
ad opera di un nobile pieno di debiti, il barone di Santafusca, che ora si trova a lottare con la propria coscienza.
L’autore ne approfitta per tracciare un quadro di una società fortemente decaduta, piena di vizi e di peccatori.
Largo spazio all’indagine, condotta da un giudice istruttore chiamato a chiarire i perchè della scomparsa del prete da un avvocato, don Ciccio Scuoto, che si improvviserà detective. Un uomo di grande intuito.
Ma la forza del romanzo è di non affidarsi solo alla parte investigativa, pur notevole se s considera quando
veniva scritta, ma di evidenzare il conflitto interiore del colpevole, che schiacciato dal senso di colpa finirà per
confessare il suo crimine. E questo rimorso lo farà diventare pazzo, perché alla fin fine lui era un assertore della
moralità. Molti hanno visto una certa somiglianza con Delitto e castigo di Dostoevski. Certamente per il De
Marchi la lettura doveva avere una finalità educativa, ossia il castigo del colpevole.
Un giallo di taglio moderno, con il racconto degli eventi che si susseguono, l’indagine, l’uomo dal cappello,
il rimorso sempre più forte nel Santafusca, il contrasto tra il bene e il male.
GIUSEPPE PREVITI