“IL CONTRABBANDIERE”DI ENRICO CARLINI-EDB EDIZIONI
27 Settembre 2011“IL VOLTO OSCURO DELLA PERFEZIONE”DI ROBERTA LEPRI-AVAGLIANO
3 Ottobre 2011Amedeo Consonni è un tappezziere in pensione che vive in una vecchia casa di ringhiera a Milano arredata da lui stesso,ex-tappezziere-come una bomboniera.
Nel suo salotto spiccano una serie di faldoni dove lui colleziona notizie su delitti feroci e violenti,spesso irrisolti. Anzi con il passare del tempo si reca di persona ad osservare,indagare,fare domande su alcuni luoghi dove è avvenuto un delitto.
Così succederà per il caso dello strano omicidio della “Sfinge”, quando un egittoloogo è stato ucciso e barbaramente mutilato. E così il nostro Amedeo,mentre
dovrebbe badare solo al nipotino Enrico,compie invece una sua indagine parallela a quella ufficiale.
Nel frattempo si fa conoscenza con gli altri inquilini della casa di ringhiera. C’è il vecchio De Angelis,maniaco della sua auto e gelosissimo del posto-auto che gli
è stato assegnato.Nel monolocale adiacente all’abitazione del Consonni ci sono Erika e Antonio, che litigano in continuazione.Poi c’è la professoressa Mattioli,donna ancora piacente,dal passato misterioso. E infine la famiglia dei bambini Gian Marco e Margherita, con il padre,Claudio,alcolizzato,e la madre,Donatella,che cerca
con molta dignità di salvare il salvabile.
Un piccolo mondo con le sue miserie,i suoi egoismi, i suoi dissapori ma anche un mondo commovente, tutti si affanano a vivere,a partecipare. Ma improvvisamente
questa atmosfera fagli equilibri già precari è scossa da una serie di eventi apparentemente criminosi,delitti,scomparse, e Amedeo Consonni sarà il primo a non saper reagire al passaggio dalla teoria della carta stampata all’azione sul campo.
Un uomo è scomparso,compare un cadavere, scompare il piccolo Enrico, tutto giocato sul filo di una serie di equivoci e di sospetti che sconvolge la piccola comunità
con gli inquilini che si considerano a un tempo colpevoli e vittime…..
Francesco Recami con La casa di ringhiera ha elaborato una trama ricca di movimento e azione che ruota intorno a questo piccolo universo che gira intorno a un cortile che sembra sconvolto da questi fatti, salvo poi tutto tornare alla posizione di partenza….
Recami sembra privilegiare i personaggi maniacali che appaiono spesso nei suoi romanzi, e tale è questo Amedeo Consonni, pensionato, nonno, ma principalmente dedito a raccogliere articoli su delitti particolarmente efferati.
Qui il quadro che l’autore ci offre è quello di uno spaccato popolare che noi conosciamo dipinto con un velo di rispettabilità,poi il gioco di Recami si fa più cattivo e tende al grottesco.Ogni personaggio presenta proprie caratteristiche: la famiglia con il padre alcolizzato, la madre stressata e i figli che non hanno molti scrupoli pur
di riportare la pace in famiglia;il vecchio De Angelis pronto ad uccidere pur di salvaguardare il posto-macchina;i con iugi della porta accanto,litigiosi,beceri e inconsapevoli “cause”di quanto andrà ad accadere;e ancora la professoressa molto interessata ad Amedeo(o al suo appartamento come sospetta la figlia di lui Caterina).
Recami con abilità forza i vari generi,da un’accellerata improvvisa all’azione con i toni di una commedia nera ricca di equivoci, un continuo apparire di cadaveri…veri o presunti,un tourbuillon di gente che scompare e riappare. Comincia Amedeo finito nel mitico “armadio”ove nei vaudeville si nascondono gli amanti. E poi il pare alcolizzato rinchiuso m non…troppo in una vecchia cella da cui passeranno pure il piccolo Enrico e qualcun altro…insomma un tourbuillon alla Feydeau.
Il finale è aperto, molti i casi risolti dal delitto dell’egittologo alla scomparsa i coloro che poi sono ritrovati, alla “morta non morta”.Ma anche tante le cose lasciate in sospeso,vedi le ultime righe del libro che quasi anticipano un a nuova storia….
Una vena umoristico-grottesca,una scrittura nitida, certo una materia abbondante, tanti,forse troppi personaggi in questo romanzo di Recami.
Lo scrittore fiorentino per gli amanti delle etichettature non è di facile classificazione. In parole povere “La casa di ringhiera” è un giallo?Lo può essere ma non soltanto.Certamente di suspense ce ne è tantissima, ma il nostro autore con un raffinato gioco intellettuale sa dispensare allegria e meraviglia maggiori di quello
che possiamo trovare in un giallo classico. Manca inoltre l’investigatore classico, né c’è un vero delitto.Piuttosto si assiste ad una vicenda dai tanti personaggi che si incrociano tra loro in questo cortile milanese(già uno scrittore fiorentino in trasferta…..).Ma Recami non sembra neppure voler raccontare la società,piuttosto
costruisce una storia, abolendo o utilizzandoli in maniera diversa omicidi e detective,e questo gli permette di giocare con il giallo non dando però una soluzione.
Il suo romanzo ha un’altra caratteristica che lo distingue,badiamo bene non lo etichetta, e qui sta la sua originalità.Ovvero si confronta con la commedia, “La casa di ringhiera”è costruita con un ritmo mozzafiato, sembra di assistere a un vaudeville o a una di quelle commedie che hanno fatto la fortuna del cinema italiano con la loro causticità e il loro cinismo.E d’altra parte il lettore è tenuto sempre sulla corda,tra i ritmi della comicità e la suspense della tragedia.
Un libro sorprendente, a metà fra commedia e noir,sapientemente costruito, con lo stesso autore che rivela che nasce dall’incastro di racconti scritti in momenti diversi.E quindi è stato ancora più bravo nell’arrivare ad una trama ad orologeria che è poi alla base di ogni commedia degli equivoci che si rispetti.
Oggi si parla molkto di gialli che raccontano la società,fanno critica sociale,fanno memoria storica.Il romanzo di Recami,pur nella sua leggerezza,non è mai superficiale,ma principalmente il nostro autore dimostra che si può ricorrere benissimo ad una trama gialla senza per questo essere vincolati al racconto di genere e alla necessità di impartire una lezione…
In questo libro si vogliono divertire i lettori,facendo leva sulle paure e gli equivoci dei vari personaggi,un dispensario di varia umanità.Il delitto,ammesso che ci sia,appare più un diversivo,una occasione per far paura a chi,improvvisatosi detective e quindi appassionatosi alla materia,una volta chiamato all’azione se ne rivela assolutamente incapace,pur restando valide le sue intuizioni di criminologo dilettante.
In questo noir dai ritmi comici e dai tanti equivoci ci sembra che Francesco Recami porti ad estremizzare le situazioni e il viver quotidiano dei nostri giorni che già ci aveva raccontato nel suo precedente romanzo “Prenditi cura di me”.
“La casa di ringhiera” vista come un piccolo palcoscenico dove non si saprà probabilmente mai se si è assistito a una commedia o a una tragedia.E in una dimensione di apparente normalità si muove con arguzia ma anche con una certa dose di cinicità lo scrittore considerato tra i i più innovativi del firmamento letterario italiano.
GIUSEPPE PREVITI