” TUTTI ALL’INFERNO” di STEFANO DI MARINO-NOVECENTO EDITORE
28 Luglio 2014” CALCIO E ACCIAIO- Dimenticare Piombino ” di GORDIANO LUPI- ACAR EDIZIONI
9 Agosto 2014Nei primi giorni della primavera del 1931 in un appartamento del rione Sanità una donna, Carmela Calise, viene trovata uccisa barbaramente colpita con u n bastone e presa
anche a calci. L’assassino doveva essere stato colto da un raptus di violenza impressionante. Si occupa delle indagini il commissario Ricciardi con il fido brigadiere Maione.
E subito una sorpresa. La Calise non era quella vecchietta perbene che sembrava, in effetti faceva la cartomante con una fitta clientela che pendeva dalle sue labbra e che la
pagava profumatamente, ma non solo, prestava anche i soldi a usura. In tutto questo gli inquirenti appureranno che si faceva aiutare dalla portinaia dello stabile.
L’indagine fa subito scoprire i nomi delle persone che la frequentavano, e non mancano i nomi celebri.Subito il vice-questore Garzo ammonisce Ricciardi di non disturbare i nomi
altolocati di cui al’elenco e di chiudere al più presto l’indagine. tanto più che il suicidio di uno dei sospettati cade a pennello. Ma Ricciuardi non crede alla sua colpevoleza e , grazie
a un ben studiato stratagemma, incastra il colpevole.
Ma altri casi si intrecciano alla storia principale, una donna bellissima viene sfregiata e il brigadiere Maione, colpito dal fascino della donna ma anche poliziotto nel’anima vuole sco-
prire il colpevole. Poi c’è la storia personale del commissario, innamorato di una ragazza ma capace solo di guardarla dalla finestra.
Con La condanna del sangue Maurizio De Giovanni affronta, sempre nella Napoli degli anni ’30 la stagione della primavera, appena arrivata in città, ma l’animo tormentato del
commissario non trova pace. Finalmente riuscirà a parlare a Enrica, la ragazza che osserva ogni sera dalla finestra di casa, ma sarà un incontro da dimenticare, , lei era stata
chiamata quale testimone del caso Calise, essendo tra le clienti della vecchia signora.
Come sempre il commissario è ” perseguitato” dalla visione dei morti che gli lanciano dei messaggi e la frase che la vittima gli fa pervenire è ” O’Padreterno non è mercante ca pavo
o’sabato ” gli servirà per arrivare a capire quale è la soluzione giusta.
Varie storie si intrecciano al fatto principale, ovvero l’assassino della cartomante-usuraia, già detto dell’innamoramento fatto di sguardi tra Enrica e Ricciardi, poi c’è il turbamento
di Maione di fronte alla bellissima donna sfregiata, e ancora la vendetta di una figlia verso il padre che si approfittava di lei.
Una chicca, tornando al’indagine di Ricciardi, è la rappresentazione teatrale di cui lui si servirà per avere le prove su chi ha commesso il delitto. Ma la chicca è che la Compagnia
in scena è quella dei De Filippo, con i contrasti tra Eduardo e Peppino e la bravura di Titina.
De Giovann i spazia su Napoli, da quella dei quartieri basi dove regnano miseria, violenza, squallore a quella del’alta società dove ipocrisia, tradimenti, falsità regnano sovrani. Il
commissario, indagando sull’omicidio della vecchia cartomante, verrà a contatto con tante persone che lei teneva avvinte vendendo.illusioni. Provenivano dai più diversi strati
sociali: un pizzaiolo, un professore di liceo, una signora della Napoli bene, il marito che cerca di soffocare lo scandalo del tradimento, un attore teatrale sciupafemmine, signorine
in cerca di marito.. E ancora i De Filippo, Mussolini e il suo regime a fare da…ospiti d’onore in questa storia.
Una storia raccontata con minuzia di particolari , con un feroce sarcasmo verso lo stato fascista, ma anche con una certosina narrazione dei fatti e secondo vari punti di vista. E
De Giovanni ci descrive accuratamente i vari personaggi dalla portinaia con la figlia disabile che similmente al commissario vede i morti, Filomena la sfregiata e il briugadiere, i
ragazzini ” adulti” Rituccia e Gaetano, la cameriera Teresa che pur di non ritornare al paese fornisce al commissario dettagli importanti sui suoi padroni. Il tutto con sullo sfo ndo
una città violenta, corrotta, dove ci si affida più alle sensazioni e alle passioni che al ragionamento. Una città malata ma che viene descritta con un sapore amaro ma venato di
allegria e ironia.
Spicca certamente la figura di Ricciardi, l’uomo dagli impenetrabili occhi verdi, una figura che sta crescendo di pari passo con il suo procedere, che si delinea maggiormente anche
come uomo. Il sistema di scrittura che lo scrittore applica è assai rapido, diretto, sia che descriva i personaggi sia la città, offrendo al lettore sia una trama avvincente che uno
spaccato del tempo.
GIUSEPPE PREVITI