“L’INVERNO PIU’ NERO” DI CARLO LUCARELLI – Un’indagine del commissario De Luca.- EINAUDI- 18.04.2020
18 Aprile 2020“I CERCHI NELL’ACQUA” DI ALESSANDRO ROBECCHI- SELLERIO 21.04.2020
21 Aprile 2020Sembra che i due autori abbiano scritto questo libro pensando ad Alfred Hitchcock. Il famoso regista li conosceva perché avrebbe voluto adattare per il cinema I I Diabolici che invece era stato realizzato da Henri-Georges Clouzot.
La donna che visse due volte è la storia di una donna misteriosa e enigmatica, Madeleine, che sembra provenire da “il regno dei morti”, e su questa trama Hitchcock girò
un film che divenne famoso in tutto ilo mondo, come del resto simile successo era arriso anche al romanzo di Pierre Boileau e Thomas Narcejac. Francois Truffaut gli
chiese in una famosa intervista cosa lo avesse interessato in questo testo che alla radice di tutto era una “ossessione amorosa, e lui rispose che quello che lo aveva colpito mag-
giormente era l’immagine di quest’uomo che voleva assolutamente andare a letto con una morta. Il film fu interpretato da James Stewart e Kim Novak, ma va detto che quando
si comincia a leggere il romanzo l’immagine dei due grandi attori piano piano passa in secondo piano rispetto al valore e alla forza della parola scritta. Boileau-Narcejac hanno
creato quegli incubi che non abbonderanno mai i loro protagonisti e che rimarranno impressi anche nei lettori.
Pierre Boileau e Thomas Narcejac,autori de La donna che visse due volte sono considerati gli “Ellery Queen di Francia” o anche i “Fruttero&Lucentini d’Oltralpe”, ma
più che definizioni o confronti quel che conta è la bontà di quello che viene scritto, e nel caso di questa indagine psicologica che va oltre il triangolo “vittima-assassino -detective”
i nostri autori francesi si sono confermati grandissimi.
Nello strutturare i loro romanzi Boileau creava la base della storia e Narcejac dava consistenza alle figure dei vari personaggi , ma alla base del loro successo c’era che
individualmente erano due eccellenti autori, e non è un caso che singolarmente entrambi avevano vinto il premio “Roman d’adventure”. In questo La donna che visse due volte costruiscono un poliziesco dove non c’è l’investigazione classica e nemmeno il tradizionale detective, ma invece si finisce per entrare in una sorta di nebbia ossessiva che
prende tutta la storia.Una storia che per molti potrebbe far venire in mente un Simenon o uno Chandler.
In breve potremmo dire che un uomo che soffre di vertigini deve pedinare la moglie di un suo amico che lo ha chiamato perché è preoccupato del comportamento della moglie.
Il protagonista maschile del romanzo è l’avvocato Roger Flavières , chiamato da Gévigne ,un suo ex-compagno di scuola, perché segua sua moglie Madeleine, che negli ultimi
tempi attraversa un momento difficile con strani comportamenti, girando senza sosta e con mete incomprensibili., anche se tutto è legato al pensiero fisso al passato dove era vissuta sua nonna .Flavières comincia a seguire la donna e addirittura la salva quando questa si getta in un fiume. Finisce per accompagnarla nei suoi girovagare, cimiteri, lungo fiume, luoghi appartati, poi un giorno vanno in un paesino, la donna sale in cima a un campanile, lui rimane bloccato dalle vertigini, lei una volta in cima si butta di sotto e si uccide.
Evidente in questo romanzo il tema del doppio, un tema del resto sempre di moda e a cui i nostri autori dedicano la loro opera ,pubblicata nel 1954. Qui tutto è doppio, a
iniziare dalla protagonista femminile del romanzo,, che va da Madeleine a Pauline Lagerlac, la sua bisnonna, ma addirittura sarebbe triplo con l’entrata in scena di Renée
Sourange. E addirittura quadruplo perché anche il personaggio maschile di Flavières, che spesso si racconta in prima persona, a pensarci bene potrebbe essere un ulteriore
doppio di Madeleine. Un tema difficile con una trama altrettanto complessa, forse anche difficile a seguire, ma i nostri scrittori sono bravi nel rendere il loro racconto preciso,
rigoroso,interessante.
Madeleine rappresenta il mistero femminile che il marito e il narratore vorrebbero scoprire. Lei può benissimo essere una donna d’altri tempi, capelli leggermente tinti,occhi
azzurro chiari, poco rossetto, potrebbe sembrare più giovane di quello che è, se non per una certa aria che la fa apparire…..fuori sa questa vita. Si muove pigramente, a volte si
ferma, si incanta, chissà a cosa pensa. E’ quello che si chiede Flavières,un’altra cosa lo fa pensare. Il suo profumo richiama fiori appassiti, terra umida,e ancor più, aria da cimitero.
Sembra felice ma non lo è, è inconstante, sguardo come se fosse perso dietro qualcosa che vede solo lei.Poi Flavières la conoscerà,lei si conferma fredda,indifferente, quasi
che la sua unica attrazione fosse…il vuoto. A volte parla come se fosse la sua bisnonna, morta suicida a 25 anni. Il narratore osserva il ritratto di Pauline,un viso stanco, quasi
assente, con qualcosa di indefinito, ma anche sofferente. Madeleine porta i suoi gioielli, li guarda,li tocca. eppure è come se emanassero qualcosa di marcio, di intossicante,
e questo poi si riflette sulla vita della donna.Ma alla fine di tutto Madeleine è Pauline, è la sua reincarnazione,è il suo doppio.
Flavières, l’uomo che la deve seguire, è un ex-poliziotto con un passato segnato da una sua indecisione che è costata la vita al suo compagno rante un inseguimento. Chiamato
a interessarsi di Madeleine finisce per innamorarsene, e poi arriverà addirittura a identificarsi in lei.Ma tutto si avvia inesorabilmente verso al tragedi. Dapprima Madeleine si
gerta nel fiume lui la salva, poi le si suicida gettandosi dal campanile con lui incapace di intervenire , vittima delle sue vertigini, cosa del resto che gli era già successa quando
faceva il poliziotto. E oltre tutto si comporta da vigliacco anche verso il marito di Madeleine scappando da Parigi. Diremmo che a questo punto si sarebbe chiuso il ciclo “Made-
leine/Pauline”Passa qualche anno, Flavières ha fatto fortuna, ma ha sempre il pensiero fisso sulla donna, lui pensa che risorgerà ancora, e quando dio sfuggita vede una donna in una ripresa televisiva, non ha dubbi è lei ! Si precipita a cercarla, la ritrova, ma è lei ? Porta un altro nome, eppure ha qualcosa di Madeleine, gli occhi senz’altro, poi questa donna è più volgare, più sciatta, ma per lui è lei ! La farà rivestire e pettinare come l’altra, ora non ha più dubbi. E obbliga Renée a portare gli stessi vestiti, gli stessi gioielli, la
stessa pettinatura, le stesse movenze. E non basta, ora da Madeleine/Renèe vuole arrivare a resuscitare anche Pauline. E tra l’altro i scopre che Renèè possiede la stessa collana
di nonna Pauline. Ma la donna ora rifiuta decisamente di essere le due morte, pur se poi alla fine ammette di essere Madeleine e Renèe. A questo punto Flavières la uccide e con
lei ucciderà quella Madeleine che aveva amato perdutamente e inseguito in tutte le sue vite. Troverà pace tra le sbarre o anche lì aspetterà che Madeleine torni ?
Ad Alfred Hitccock piacque questo testo e affidò a Kim Novak il ruolo di Madeleine, la donna che sembra tornare dal regno dei morti.- In più il regista era rimasto molto col-pito dal personaggio di Flaviéres, l’uomo che si era innamorato di una morta.
Boileau-Narcejac sono stati una grande coppia nel mondo della letteratura gialla. Certamente valorizzarono il mondo del noir francese, molto portato a “cantare” una malavita maledetta pur conoscendo a menadito il giallo tristo e violento all’americana e il giallo ricco di enigmi all’inglese. Loro riusciranno a creare un giallo senza l’investi_.
gatore in senso classico. E fanno diventare importante la vittima che finisce impantanata in una sorta di macchinazione ed era lei stessa a vedere come venirne fuori,. Un
delirio ben presente nei protagonisti, a partire dall’investigatore che resta invischiato in una sorta di tela di ragno finendo per diventare vittima lui stesso.
Alfred Hitchcock che era ossessionato nei suoi film dai sensi di colpa e dal manifestarsi del peccato creò questo film partendo dall’autodistruzione dell’avvocato a causa dell’amore per la donna che doveva sorvegliare. La donna muore infatti suicida ma poi sembra ricomparire, e per lui sarà la maledizione finale.
Il film è sicuramente ispirato dal libro, pur distaccandosene, ma senza nulla cedere alle lusinghe hollywoodiane.Insomma anche Boileau Narcejac hanno fatto centro !
GIUSEPPE PREVITI