” OMICIDIO AL PRESEPE VIVENTE” DI ANNALISA VENDITTI- deiMERANGOLI EDITRICE- 18.04.2023
18 Aprile 2023” ERA L’UNICO MODO” DI GIORGIO SIMONI- DAMSTER EDIZIONI- 24.04.23
24 Aprile 2023Mariolino Migliaccio è un trentenne che ha perso la madre, una prostituta, assassinata nel suo letto in casa, mai trovato il colpevole., a quei tempi lui fre-
quentava il liceo. Ora conduce una vita un po’grama, pochi soldi, malmesso, si è improvvisato detective, non ha licenza, non ha un ufficio,o meglio, lo ha
eletto in un bar dei carrugi, dove riceve i clienti. Dopo la morte della madre lui ha perso tutto tranne una certa predisposizione nel…farsi i fatti degli altri,
e così ha scelto la professione del detective per la quale si sente portato.
Luigi il Vecchio, boss che ha le mani mischiate un po’dappertutto, e che gestisce una casa di tolleranza di lusso, lo chiama e gli affida il compito di trovare
Liveta, una delle “sue ragazze”, scomparsa improvvisamente, Mariolino capirà ben presto che è stato ingaggiato, non per ritrovarla, ma perché l’organizzazione
teme che venga fuori qualcosa di più grosso, e quindi anche per lui il caso si prospetta tutt’altro che agevole.
Bruno Morchio ci presenta La fine è ignota, con al centro un nuovo personaggio, che si muove a suo agio tra i meandri di una Genova ricca di fatti, ora belli,ora brutti., popolata da molte figure ai limiti della sopravvivenza. Questo singolare investigatore, destinato ai casi più disperati,non si perde mai d’animo, anche perchè sa che non ha mai niente da perdere, se non se stesso…
Un romanzo, questo, che si legge tutto d’un fiato ,dove tutto è precario ,come le vite degli stessi protagonisti. Da una parte, Luigi il Vecchio, spietato e senza scrupoli, che ha un debole per il giovane Mariolino, che vuole proteggere e aiutare per l’affetto che portava alla madre, brutalmente uccisa e senza che mai il
suo assassino sia stato ritrovato.
Ma Migliaccio capisce che il boss non è sincero quando gli chiede di scoprire che fine abbia fatto Liveta, una giovane prostituta misteriosamente scomparsa, che faceva parte delle sue…”proprietà”, c’è ben altro sotto, ma il Migliaccio investigatore è altrettanto scaltro e si accorge ben presto che dovrà comportarsi
con molta accortezza se non vorrà mettere a rischio anche la propria vita e godersi il grosso compenso promessogli.
Una trama scritta con molta cura, pur nella sua voluta…ambiguità, del resto tratta di gente che vive oltre i confini della legge, e che ci tiene con il fiato sospeso dietro alle peripezie di questo abbastanza scalcinato detective.
Migliaccio si espone in prima persona, è lui che si racconta e ci racconta il susseguirsi dei fatti, dalla scomparsa di Liveta alla convocazione del boss, al suo
girovagare tra case chiuse di lusso, personaggi senza scrupoli, ragazze disperate e in cerca di sottrarsi a una vita da schiave, con lui che rischia a ogni passo,
spesso alla fame o quasi, eppure supportato da una sorta di corte dei miracoli che gli vuole bene e lo aiuta come può. Ma poi è lui che è sotto tiro a ogni istante, ma risponde sempre con una freddezza e un disincanto che lo portano sempre a superare ogni ostacolo.
Co-protagonista di questo suo andirivieni tra ambienti di lusso e altri a dir luridi è poco, tra viziosi di alto bordo e malavitosi senza scrupoli, è una Genova che lui infaticabilmente percorre, per lo più a piedi sempre a corto di soldi com’è,, alla caccia dell’uno o al pedinamento dell’altro. Del resto lui non ha un ufficio, “riceve” dove capita, la sedia di un bar, un carrugio, la sala di una pasticceria, va a piedi perché deve lesinare anche sul costo dell’autobus, insomma un investigatore senza mezzi, ma dalle tante idee e dalla grande voglia di andare avanti.
Ormai sa tutto di Genova,la percorre metro per metro, , padrone di tutti i vicoli e i carrugi dove è di casa, conosciuto in tutti i posti, accettato così com’è. padrone della strada, amato,ripetiamo, e protetto da tanti. Ovviamente l’ambiente è quello che è,il crimine è di casa,, non ci sono solo quelli nati predestinati
a questa fine, ci sono anche dei nobili depravati, dei professionisti di grido ma dai vizi inconfessabili. E Migliaccio che stupido non è, che sa volersi far bene,
vedi la…piccola Milca che sarà la sua spalla nella parte finale,,è abile nel tendere una rete che piano piano li irretisce tutti, d’altra parte lui ha ben poco da perdere, la sua vita è troppo buia,mangia quando può permetterselo,dorme in un tugurio, è un uomo da “notte”, dove anche le cose più brutte si notano meno.,.Un’altra chicca del libro i dialetti usati, genovese e albanese, due….mugugni che danno respiro e forza al dialogo e alla pagine.
E così questo “fottignin scatizzoso” ( ficcanaso sporcaccione nella lingua di Dante)piace, Bacci Pagano non si agiti, ha un buon fratello…minore.
Un susseguirsi di rivelazioni e di fatti, molti i protagonisti, ma su tutti lui che tira i fili cercando sempre di arrivare alla verità, anche all’assassino della madre.
Bruno Morchio sembra aver azzeccato anche questo personaggio, a contatto diretto certo con il putridume della vita, ma non per questo meno assetato
di vita, pur se….la fine è ignota.
GIUSEPPE PREVITI