“IL GIOIELLINO”DI ANDREA MOLAIOLI CON REMO GIRONE TONI SERVILLO SARAH FELBERBAUM
26 Marzo 2011“BORIS IL FILM” di CIARRAPICO VENDRUSCOLO TORRE.
6 Aprile 2011Celebre giornalista, scrittore famoso, Tiziano Terzani conobbe a fondo e ci raccontò l’Asia e la Cina comunista dove soggiornò a lungo con la famiglia.Fu uomo di grandi principi etici e morali, di ferree convinzioni, sempre presente su teatri o in continuo movimento sociale e politico come la Cina comunista o teatri di prima linea la Saigon perduta dagli americani, la Cambogia dei Pol Pot.Ma Terzani sapeva anche discernere e giudicare e presto ebbe il coraggio di cambiare idea,abbandonare certe posizioni iniziali. Poi conobbe l’India, il suo modo di vivere cambiò completamente, si dette alla meditazione e ancora una volta la prospettiva della sua vita mutò completamente. E oltre che nel pensiero mutò anche nell’aspetto, barbone bianco, capelli bianchi lunghi annodati e anche vesti lunghe immacolate, simbolo di una serenità trovata, di una pacificazione interiore.
Terzani viene ora ricordato in questo film “La fine è il mio inizio”, una pellicola di produzione tedesca, come del resto tedesca è Angela la moglie di Tiziano e come alla Germania Tiziano fu sempre legato. Del resto lui potè cominciare a lavorare andando in Estremo Oriente su incarico del quotidiano tedesco Der Spiegel.
Il film dà per acclarato tutto questo e ci porta nell’Appennino pistoiese, all’Orsigna, dove aveva la casa e dove Terzani si ritirò per vivere l’ultimo periodo della sua vita, minato co9m’era da un male incurabile.E proprio in questa casa lo raggiunge il figlio Folco a cui vuole raccntare la storia della sua vita. Folco poi la pubblicò in un libro e ora arriva questa riduzione per il grande schermo, riduzione che conserva il titolo del romanzo. Tiziano Terzani si rivela personaggio di grosso spessore, conquistando tutti con la sua straripante umanità,
come del resto ha sempre fatto nella sua vita,ma ciò non toglie che vengano alla luce anche le tante contraddizioni. Intanto questo rapporto tra padre e figlio,tutto da creare, la loro è stata una vita avventurosa, quasi da nomadi,sempre in movimento,tutti schiacciati dalla prorompente personalità del capofamiglia, un uomo che schiacciava tutti, figuriamoci questo figlio sballottato di qua e di là, tra loro il rapporto al di là dell’ovvio affetto tra padre e figlio è fatto più di silenzi, di ruvidezze, di cose non dette.E poi c’è anche il ricordo,nel racconto che fa al figlio, di tutte le fasi della sua vita, a anche qui non è semplice districarsi in tutto quello cha ha fatto, ha pensato, ha cambiato…
Piano piano Folco scopre questo padre giornalista, scrittore, guru, fatto anche di contraddizioni tra ciò che era e ciò che è poi diventato,
un uomo che si abbandona alla natura, ai suoi eterni divenire.
E’un film statico, fatto di parole, silenzi, aperto solo a scorci meravigliosi della natura, un film che vuole fare meditare, vuole fare pensare,
ti porta quasi nell’assistere a divagare per conto tuo, ma non per disinteresse a quanto viene detto, quanto perchè da questo gran parla,dialogare, ti viene quasi la voglia di uscire con la mente,trovare te stesso pace e serenità nell’infinito. E’ stata scelta questa forma
dell’intervista, lasciando alle parole documentare questo uomo-monumento dalla grande personalità, e lasciando con questo film un
ulteriore memoria di Tiziano Terzani.
L’impianto molto spartano regge ovviamente sulla qualità dei due interpreti, Bruno Ganz entra a menadito nell’uomo Terzani e la sua è certo una grande prova d’artista.Ancora più difficile poteva apparire dare spessore alla figura di Folco, non certo conosciuto come il padre, e ci sembra che Elio Germano arrivi a dargli uno spessore veramente notevole.
GIUSEPPE PREVITI