” L’ULTIMA NOTTE DI AURORA ” di BARBARA BARALDI – GIUNTI
8 Settembre 2019SILVIA VOLPI A LIDO DI CAMAIORE PER GIALLO D’AMARE
19 Settembre 2019L’improvvisa e sospetta morte a Firenze del Granduca Francesco I e della moglie Bianca Capello porta alla guida del granducato il cardinale Fernando de’Medici, che come primo
atto chiama a Firenze il fratellastro Giovanni de’Medici, figlio naturale di Cosimo I, che lo ha anche legittimato. Ferdinando confida molto in lui per le sue doti di condottiero e di
diplomatico.Il compito di governare quella che veniva definita la “Toscana dei banchieri”(la professione dei Medici) era certamente arduo di per se stesso, ma ora è ancora più
difficile perché Firenze e la Toscana eccitano la cupidigia di molti Stati, e quindi per sopravvivere è necessario contare su più appoggi dalla Santa Sede all’Impero alla Repubblica di Venezia.
E poi si profila un pericolo ancora maggiore, una setta religiosa, appoggiata dalla Spagna, ha messo gli occhi su Firenze e vuole eliminare i suoi supremi Reggitori.
Anno 1587,Firenze è tutta parata a lutto. La città piange il Granduca Francesco I morto nella sua villa di Poggio a Caiano dove aveva accusato pochi giorni prima dei disturbi gastrici. Era passato qualche giorno,m le usuali cure mediche erano apparse ben presto un semplice palliativo, e dopo un subitaneo miglioramento una nuova e più grave crisi
aveva causato la morte del Granduca in poco tempo. Gli stessi sintomi erano poi apparsi sulla consorte, anch’essa deceduta in poco tempo.
Queste due morti misteriose impauriscono Ferdinando designato a salire al trono, e così lui decide di chiamare accanto a sè il fratellastro Don Giovanni, uomo forte e astuto,
eccezionale combattente ma anche abile diplomatico. E così la nostra storia inizia con l’arrivo a Firenze di Don Giovanni de’Medici.
Già ne L’oro dei Medici Patrizia Debicke aveva raccontato di un complotto contro i Medici, ora in questo La gemma del cardinale si va al 1587 con Ferdinando ancora cardinale che sta ponderando su oneri e rischi della sua ascesa alla guida della città. Intrighi di palazzo, liti tra familiari, desideri di vendetta, pesanti ingerenze di paesi stranieri e pretesti
concessi dalla difesa del potere temporale o dal sorgere di pericolosi fanatismi religiosi.In testa a questi numerosi nemici del granducato mediceo la Spagna e una setta di fanatici
religiosi, gli “Eletti”. E sarà questa sorta di 007 del 16° secolo a battersi contro queste forze malvagie e fanatiche.Una battaglia assai cruenta con morti e feriti.
Una volta appreso che Francesco e la moglie sono stati avvelenati in modo da porre Firenze sotto l’influenza della Spagna c’è da diffidare dei tanti diplomatici e religiosi che gravitano attorno alla corte medicea e quindi per assicurarsi benevolenza e protettorato ecco che Giovanni si reca in tutta fretta a Praga per ottenere da Rodolfo II d’Asburgo,
imperatore del sacro romano impero, la Pergamena dei privilegi che conferma Ferdinando de’Medici terzo Granduca di Toscana.§
Insomma un cammino necessario in un periodo storico in cui potere temporale e religioso si intersecano e vanno rispettai si si vuole assicurarsi potere,onore e rispetto.
La storia prosegue assai complessa, ricca come è di personaggi, da una parte i Medici e i loro amici e seguaci, dall’altra gli “eletti” che tramano e colpiscono protetti dai loro
sostenitori. E così conosciamo chI da titolo al romanzo, Clelia Farnese, “la gemma del Cardinale” e le manovre per colpirla e nel contempo il neo -Granduca fiorentino e la§
potente famiglia dei Farnese.
L’autrice mescola con la sua consueta abilità realtà e finzione, molti personaggi del resto sono realmente esistiti e anzi le…pennellate della Debycke finiscono per addolcire e
rendere protagonista più di un personaggio. Siamo certamente nel campo del romanzo storico e d’avventura, con un pizzico di romanzo giallo, le vicende sono molteplici con
al centro figure ora concrete e sagge ora perverse, e quindi possiamo considerare un bel campionario delle debolezze umane e di comportamenti tutt’altro che adamantini.
Filippo II, ambizioso e fanatico re di Spagna, è al centro di tutti i complotti, una sorta di Grande Inquisitore,assai rigoroso ma anche assai bramoso del potere. Si muove tutto
un mondo dove si dà molto spazio alla forma,ma poi seguendo le pagine del romanzo, si scopre una società senza scrupoli, molto spazio al sesso, molti matrimoni combinati, ma
anche relazioni extraconiugali, tanti i tradimenti,, con figli naturali che rivendicano la loro parte, insomma al di là della facciata c’è un grande ribollire di fatti,persone e sentimenti.
Spicca anche il ritratto dell’imperatore Roberto II d’Asburgo, un depresso “cronico”, ma anche un uomo intelligente, che vede molto lontano, è assai tollerante ma paventa questi
rigurgiti religiosi.§
Tanti,ripetiamo,i protagonisti della vicenda, rappresentati con molti chiaroscuri, il che li rende più plausibili, all’autrice sembra non interessare tanto dare loro una patina di nobiltà quanto rispettare il loro ruolo nella realtà, sì da rendere anche storicamente credibile il suo lavoro.E’così è interessante questa visione del nostro Paese, data dalle profezie più o meno sinistre dell’imperatore Rodolfo II, che al culmine di una crisi epilettica, appunto allude alle sorti del nostro Paese. Un’occasione anche per vedere e ricordare come si viveva nel sedicesimo secolo.
Accanto al lavoro di ricerca e di ricostruzione storica svolto dalla Debicke , che parte da un episodio controverso come la morte di Francesco I e di sua moglie Bianca, vi è un
costante lavoro di aggiornamento anche nel riportare i fatti storici di secoli fa. Esiste infatti una prima lontana stesura di questo romanzo, a quei tempi si era molto dibattuto
sulla morte di Francesco e Bianca, ma solo recentemente si è passato a pensare che questi decessi fossero stati provocati, quindi un omicidio bello e buono. Insomma un vero
e proprio giallo che non poteva non suscitare la curiosità di una acuta giallista come la nostra autrice.
Ma al di la di une verità assoluta, in quel covo di intrighi, di vendette,di violenze, di passioni di quei giorni, l’ipotesi del delitto appare tutt’altro che peregrina. Ma comunque
il libro non è solo questo, e lode ai suoi protagonisti Don Giovanni de’Medici in testa,
GIUSEPPE PREVITI