I grandi si confrontano, Camilleri e Simenon .
17 Luglio 2013” L’UOMO DEI TEMPORALI” – DI ANGELO MARENZANA- RIZZOLI
2 Ottobre 2013Si dice spesso che la realtà supera i fatti inventati nei romanzi, anche se sovente i romanzieri cercano ispirazione in quel che accade
nella vita di tutti i giorni. In tempi di globalizzazione è anche abbastanza agevole passare da un continente all’altro, da una nazione
all’altra, pur se poi l’abilità dello scrittore è di rendere universali i temi che tratta. Ai tempi dell’hard boiled andavano di moda New
York, Hollywood, Chicago, in Europa la Parigi intrisa di pioggia e umidità di Simenon o la Londra austera e fredda di Agatha Christie.
Però eravamo in una situazione “classica”, cioè una storia dove buoni e cattivi avevano il loro ruolo e tutto si svolgeva di conseguenza.
Ma il mondo cambia, cambia la maniera di interpretare e descrivere il crimine, cambia anche la realtà del crimine stesso.
E questa nuova prospettiva del “romanzo criminale” porta anche alla scoperta o riscoperta di nuove frontiere della letteratura crimina-
le, ultimamente c’è stato un lungo periodo in cui il giallo nordico ha avuto una sorta di boom superiore ad ogni aspettativa, fatto di
novità come la saga di Larsson ma anche di riscoperte di una serie di autori che negli ultimi venti trent’anni avevano narrato i fatti oscuri
di paesi apparentemente pieni di benessere, ma tristi, chiusi in se stessi e nei loro inverni gelidi e opprimenti.
In un interessante studio Maurizio de Giovanni riscopre il Mediterraneo e la sua influenza, il Mediterraneo inteso come un mare dove confluiscono popoli diversi, sovente si scontrano interessi diversi e contrastanti, tra l’idea utopistica di un’Europa che non riesce a darsi una idea politica comune e altri popoli che percorrono questo mare alla caccia di una ipotetica nuova vita.
Ma quel che balza ancora più evidente è il rapporto tra il mare e il romanzo noir, entrambi pervasi da una propria oscurità. Le città
di mare con i vicoli stretti e mai baciati dal sole, le case umide e alte, il rumore del mare che si abbatte sulle scogliere, lo stridio dei
gabbiani, il puzzo del pesce, le scalinate, tutto fa atmosfera. E il romanzo “nero” è sempre alimentato da storie di violenza che scaturisco-
no naturali da questo habitat.
E il lettore ama e si immedesima in queste storie, gli sembrano vere, quasi vi ritrova un qualcosa di congeniale, ne è attratto, al di là
che finisca bene o male . Se si vuole trovare un elemento comune è certamente il mare, con tutta l’ambientazione che ne deriva. Strade,
suoni, clima, vento, ma anche profumi di cucina, assaggi di vini, ruvidezza ma anche sincerità di rapporti-
E del resto se la natura “ostile” ha dato un grosso contributo al successo del giallo nordico, può anche dirsi che le onde del Mediterraneo
e i suoi assolati bacini hanno grossa importanza nell’affermazione del noir mediterraneo.
Marsiglia è la capitale riconosciuta del noir mediterraneo, di queste atmosfere si fa interprete fino dagli anni Settanta con le sue
storie Jean Patrick Manchette. Ma il mare che bagna Marsiglia diventa quasi personaggio base nella triologia scritta Jean-Claude Izzo
con protagonista Fabio Montalel, un poliziotto che è nato nella grande città di mare. Izzo è un grande narratore e creatore di atmosfe-
re, riuscendo sempre a lasciare un margine ancora da scoprire, come è del resto il bello di un noir che si rispetti. Il crimine come
elemento di vita e che non sempre si riesce a sanare. Con Choumo Izzo ci da una descrizione struggente ma anche altamente signifi-
cativa della città, con tutte le sue problematiche e ferite, va ricordato che il sottotitolo dell’opera è “il cuore di Marsiglia”. E Izzo, pre-à
maturamente scomparso, fa anche in tempo a affrontare il tema dei flussi migratori.
E’ una costante di molti autori quello di confrontare realtà diverse, abitudini di vita diverse, approcci differenti alla religione, alla
scuola, con problemi legati alla povertà, alla vita da profughi, al degrado morale e materiale. Questo porterà facilmente a dei crimini
su cui la polizia indagherà penetrando anche nel ventre della città, nei suoi recessi oscuri, nella vita di un collettivo. E anche in
questa fattispecie va evidenziato lo sforzo degli scrittori nell’analizzare la città, la società e i suoi problemi.
Marsiglia è anche al centro di Respiro corto del nostro Massimo Carlotto, una vicenda dove grandi interessi economici si stagliano
sullo sfondo di storie di grande povertà morale materiale.
Nelle storie ambientate in riva al mare e al Mediterraneo non può mancare il ricordo di Barcellona e del suo grande cantore, Vazquez
Montalban, il creatore dell’investigatore privato Pepe Carvalho, in romanzi dove l’immedesimazione tra il protagonista e la città è
assoluta. Questo legame avviene in varie maniere, in primis la gastronomia, con il fantastico cuoco Biscuter, che è anche un investi-
gatore, poi con la vita frenetica e senza sosta della capitale catalana, con i suoi traffici leciti e illeciti tipici di ogni città di mare. Mon-
talban ha l’abilità di presentare il cibo non come elemento di folclore, ma come connotato intrinseco alla vicenda raccontata.
Sempre di e su Barcellona ha scritto Alicia Gimenez Bartlett, con la sua Petra Delicado, una ispettrice di polizia per certi versi indeci-
frabile come la città, bellissima e infida, aperta a tutti ma anche piena di misteri e di contraddizioni- Una città dove il mare fa
da contraltare e da colonna sonora, e dove il crimine si fa sempre più invadente.
Dalla parte opposta del Mediterraneo troviamo un altro grande scrittore, l’ateniese Petros Markaris, il creatore del commissario
Charitos, di cui si serve per narrare la terribile crisi che ha devastato il popolo greco. Un popolo che appare straziato da una
profonda crisi economica, con le città scosse da una criminalità sempre più invadente, ma nonostante tutto la nazione si fa forte
della propria Storia-Insomma un racconto drammaticamente vero di quanto sta avvenendo sull’altra sponda del Mediterraneo,
con l’implicito ammonimento che tutto ciò potrebbe ripetersi in Italia e in Spagna. ( Resa dei conti ).
Ma questo mare bagna anche le nostre coste, ed ecco Bruno Morchio e la sua Genova con Bacci Pagano protagonista. Questi ci
porta attraverso i carrugi della città vecchia con una prosa dolente e piena di nostalgia. E ancora possiamo ricordare l’avvocato
Guerrieri di Gianfranco Carofiglio, il commissario Ricciardi di Maurizio Di Giovanni e naturalmente il commissario Montalbano di
Andrea Camilleri. Con protagonista una immaginaria Vigata ha posto il mare al centro delle varie inchieste, con Montalbano che vive
in una casa che da sul mare, quel mare dove va nuotare per trovare l’ispirazione giusta per i casi da risolvere, quel mare di cui gusta
i preziosi manicaretti che si ricavano dai suoi prodotti.
Ma ricordiamoci che stiamo parlando non solo della veste più bella del mare, ma anche di quella più oscura e tremenda, e quindi
in tutti questi narratori e nei tanti altri che meriterebbero di essere rammentati vi è pure violenza, isolamento, paura, solitudine.
Il noir racconta quel che avviene nella realtà che ci circonda, in questo caso abbiamo parlato di “noir mediterraneo” ovvero di un
qualcosa che ci è molto vicino.
GIUSEPPE PREVITI