“LA REGOLA DEL SILENZIO” DI ROBERT REDFORD – 2011
5 Gennaio 2013RISCOPRENDO VECCHI FILM: “QUALCUNO STA UCCIDENDO I PIU’ GRANDI CUOCHI D’EUROPA ” DI TED KOTCHEFF – 1978
12 Gennaio 2013Cast: Geoffrey Rush Jim Sturgess Sylvia Hoes Donald Sutherland
E’ la storia di una donna chiusa in una stanza e di un uomo che non ha rapporti con le donne, o quanto meno non sa corteggiarle. I due entreranno in contatto quando la donna vuole vendere il grande patrimonio artistico della villa che ha ereditato dai genitori e si rivolge al più celebre battitore d’aste. Questi è un uomo di una certa età, colto, raffinato, conduce una vita molto solitaria con delle vere e proprie fobie. L’unico suo rapporto con le donne è nella sua fornitissima quadreria di preziosi ritratti femminili che ogni sera mira e rimira nella solitudine del suo appartamento. Ma poi si vedrà che la sua è una semplice paura di comunicare, nulla rispetto alla donna misteriosa, che si autoreclude in casa, negandosi a ogni sguardo, prigioniera delle sue ossessioni. I due cominceranno a comunicare attraverso una parete, e piano piano si scioglieranno le iniziali diffidenze.
E mentre divampa la passione amorosa ci si avvia a toni da thriller, ma senza assassini o assassinati o investigatori, un giallo dei sentimenti.
La prima parte dell’ultimo film di Giuseppe Tornatore La migliore offerta è dedicata alla vita di un antiquario che passa dalle metodiche e ripetitive giornate legate e alla professione e al carattere un po’ particolare a una travolgente storia d’amore che però sembra non sbocciare mai, perché l’oggetto di tanta passione vive autosegregata in una stanza e quindi il rapporto
non sembra mai poter prendere una forma più concreta. Poi la vicenda muta completamente registro, se da una parte diviene più concreta con amori, pestaggi, furti, fughe dall’altra
invece diviene ancora più oscura ed emblematica, incubi, ricordi, speranze, segreti, impressioni si mescolano l’un l’altro, si perde assieme al nostro protagonista la cognizione del tempo in un andare e venire del tempo, come una girandola che gira in continuazione e a cui l’antiquario deve adattarsi per cercare di ritrovare il suo equilibrio.
Non è un film sulla bellezza o sull’arte o sul rapporto tra vero e falso, ricorre sovente la parola “simulazione” e forse è quella che può spiegare meglio questa storia abbastanza intricata che però ha l’ambizione di andare oltre la storiellina che fa da base a quanto avviene e avverrà. Molti sono anche i riferimenti ad altre storie, ad altri celebri film , ma certamente è tutto funzionale agli scopi che il regista vuole raggiungere. Ad esempio l’ossessione per lo spazio, la ritrosia verso il mondo esterno temi certo per lui non nuovi. E anche il concetto di “tempo” è affrontato , come pure il tema della bellezza e dell’amore. Interessante appunto il tema dell’amore visto anche in forma allegorica, mettendo l’arte alla base di tutto.
Un film insolito se vogliamo, e anche coraggioso perché vuole uscire dalla banalità, forse per questo è anche difficile dargli una etichettatura precisa. Il progetto di Giuseppe Tornatore è assai ambizioso, non rifà al verso a un certo cinema paraletterario ormai sin troppo sfruttato, qui abbiamo una storia, dei personaggi e proprio sulla forza degli stessi il regista lancia la sua sfida allo spettatore tendendo a coinvolgerlo in ragione di una grande originalità di temi e di realizzazione. Che poi ci sia riuscito più o meno parzialmente è un altro discorso.
Virgil Oldman (Geoffrey Rush, grandissimo) è un notissimo battitore d’aste, il numero uno nel suo campo, oltre che collezionista( non sempre adamantini i suoi metodi…) .Verrà incaricato dalla misteriosa Clara (Sylvia Hoeks ) di valutare e di mettere all’asta i beni della villa paterna. Clara vive relegata in una stanza della casa, soffre di agrofobia e da anni non vede nessuno.
Questo farà colpo sul misogino Oldman, a sua volta in preda a tanti complessi: porta sempre i guanti per non toccare nessuno, parla al telefono attraverso una garza e le donne le preferisce nei dipinti….Però il fascino del mistero, il desiderio di vedere la donna misteriosa scalfiscono la sua corazza e lo fanno innamorare perdutamente.
Nella vicenda entrano anche un giovane meccanico-orologiaio che gli farà da Virgilio sulla via dell’amore (Jim Sturgess ) e un vecchio amico dell’antiquario, un pittore abile falsario (il sempre ottimo Donald Sutherland ). Tornatore mescola abilmente tutti questi elementi e personaggi raccontando la vicenda con i canoni e le tensioni del thriller, al centro un protagonista sempre freddo e distaccato che improvvisamente deve fare i conti con una cosa a cui non è abituato, l’amore, non lo si può comprare o vendere o stimare e lui resterà spiazzato. Sino <ad un certo punto del film seguiamo il racconto in prima persona di Oldman, poi il colpo di scena che si verifica sconvolge tutto quanto sin li lineare e semplice, e allora le situazioni si mescolano,
anche se poi la figura dell’antiquario torna come protagonista, ora è più normale, più umano, lo vediamo seduto a un ristorante in attesa della persona che ama, a quel punto che venga o meno è secondario.
Vi è un a contraddizione nei fatti, la prima parte vive sull’impossibilità di un amore che sembra non potersi realizzare, la seconda punta sul thriller, ma poi Oldman non cerca o non accetta
quel che appare o che ci viene spiegato, lui non accetta la soluzione o meglio non la vuole accettare e quindi spera o “vuole” sperare in un lieto fine.
La forza del film è probabilmente, ad onta della storia narrata, è nella sua astrazione, qui siamo lontani dalle passionalità di un Baaria, il regista va a caccia di una originalità che è al di fuori delle regole e che quindi lo porta oltre ogni etichettatura.
Esiste il Tornatore dei film italianissimi, esiste il Tornatore che lascia nel vago gli ambienti, le location, ti fa immaginare a fatica le collocazioni geografiche: era già successo per La sconosciuta, qui ci si ripete, si parla di Trieste, di Bolzano, di Roma, di Brescia, di Praga. Certo è che le genti hanno nomi stranieri, le stazioni di polizia portano la scritta “Police”, i personaggi che animano la scena sono abbastanza singolari. Sarebbe singolare anche il titolo del film, ma questo ( La migliore offerta )ci viene spiegato in una battuta : “Vivere con una donna è come un’asta. Non si sa mai se la tua sarà l’offerta migliore”. Il film è girato come un thriller, curata è la suspense, non ci sono morti ammazzati, c’è un pestaggio ai danni di Oldmam
ma le ferite che qui interessano di più sono quelle dell’anima…
Un film montato con grande maestria, ottimamente interpretato da un cast internazionale, girato come detto in varie città, di ambientazione mitteleuropea, una storia che ha ben poco di italiano, comunque non dimentichiamo le grandi musiche di Morricone e i costumi di Millenotti.
Il dubbio che rimane riguarda il fatto che tutto è molto astratto, molto estetizzato ad onta della storia d’amore che Tornatore ci vuole raccontare.O meglio ci vuol fare valutare in unisono con i suoi protagonisti “quale sia la miglior offerta anche per ciò che riguarda i sentimenti e la vita privata.