” I PREGIUDIZI DI DIO” DI LUCA POLDELMENGO- EDIZIONI E/0
18 Ottobre 2016” DONNE D’ARCANI MINORI ” – DI OSCAR MONTANI- EFFIGI
26 Ottobre 2016La milite ignoto è un romanzo breve (o un racconto lungo) diviso in due parti, nella prima si descrive la grande amicizia che nasce tra tre giovani in
guerra nel corso della disastrosa ritirata delle truppe italiane in Russia. Pietro è un alpino, Antonio è un fante, Gianni fa parte della milizia fascista.
Condivederanno ansie e pericoli, si sorreggeranno l’un l’altro, veri e propri ” fratelli di pane e neve”. Riusciranno tra stenti e pericoli a tornare in patria,
dove tutto è sconvolto dalle devestanti condizioni provocate dalla guerra, ognuno di loro farà scelte e diversi saranno i loro destini.
Lucia Focarelli Bugiani pittrice, attrice, scenografa, scrittrice, autrice di testi per il teatro. In questo La Milite ignoto ci parla di guerra. C’è una sua
frase emblematica ” sono convinta che anche nelle situazioni più difficili se si ha il coraggio di allungare una mano,si trova sempre qualcosa da gustare.”
Una frase di speranza, di ottimismo in una storia tragica, triste, di malvagità e anche tradimenti, ma dove però l’amicizia, l’amore reciproco sembrano
alla fine gli unici antidoti per salvare il mondo.
La prima parte del racconto riguarda la guerra, i sacrifici di chi l’ha vissuta, condividendo pane (poco!) e neve (tanta!). Fa molto freddo in Russia,per i
nostri soldati assiderati, affamati, malvestiti, tra due fuochi, quello delle milizie sovietiche e quello delle terre a cui viene dato fuoco scientemente, si
trovano a percorrere una ” terra bruciata” in tutti i sensi.
L’autrice tiene a dire che il suo non è un romanzo storico, non dà giudizi, piuttosto è un ” libro-cronaca” con la guerra vista dalla parte degli umili, cioè
di coloro che la guerra l’hanno vissuta personalmente e l’hanno subita materialmente, con il loro corpo esposto a tutte le violenze e le sofferenze a cui
li porta il destino. il destino.
Tutto è pianto, dolore, sporcizia, terrore, le lacrime si trasformano in ghiaccio, i bisogni corporali te li fai addosso,i piedi non li senti più.E poi la forza
di conservazione e di reazione è tale che tutto passerà. Quel che colpisce nella storia di questi tre giorni è la solidarietà nel momento del bisogno, salvo
poi, una volta tornati alla normalità, riprendono le ” maschere” di una normalità che poi diventa anormalità come se ognuno avesse un proprio ruolo
da cui non può uscire.
Negli uomini alligna il male, cos’ì sembra sintetizzare la storia, emblema è il caso di Mussolini appeso a testa in giù a Piazza Loreto, come a dire che
sul suo corpo vengono scaricate le violenze della guerra, della vita, degli uomini. Ma a violenza si risponde con violenza, bella è invece l’immagine di
Rosa che , finita la guerra, si spoglia tutta e si lava per levarsi ogni sozzeria d’addosso. Rosa è la protagonista della seconda parte di questa storia,
bellissima e sentita la sua descrizione, tutta vestita di nero,senza cura alcuna, senza alcun abbellimento, ma una sguardo fermo , deciso che ptreten-
deva rispetto.
Una storia, o meglio una tragedia,vera, reale,non animata da grandi personaggi, qui è una tragedia di povera gente, ragazzi alle prese con cose più
grandi di loro, certo nel pericolo dimenticano dissapori, differenze ideologiche, e si aiutano l’un l’altro per uscire da quell’inferno. Ma quell’inferno
non può non lasciare traccia in loro, e quindi una volta a casa i buoni restano tali, i cattivi, i malvagi sembrano ancora una volta trionfare Ma il
testo sembra volerci ricordare che fortunatamente ci sono tante donne, anche loro sono rimaste vittime della ferocia della guerra, ched non si sono
mai arrese, non hanno mai rinunciato a vivere, a avere e dare fiducia, si potrebbero fare tanti nomi, ma atteniamoci alla definizione della Lucia Fo-
carelli di Rosa, che le simboleggia un po’ tutte, ” La milite ignota”.
GIUSEPPE PREVITI