RISCOPRENDO VECCHI FILM: “IL DIRITTO DI UCCIDERE” DI NICHOLAS RAY- 195O
30 Dicembre 2012“LA REGOLA DEL SILENZIO” DI ROBERT REDFORD – 2011
5 Gennaio 2013Cast: Paul Brannigan John Henshaw Roger Allan Jasmin Riggins Gary Maitland
Glasglow. Il giovane Robbie, già recidivo, evita il carcere perché il giudice vuole puntare sulla possibilità di recuperarlo tanto più che la sua compagna aspetta un bambino. Viene
affidato a una associazione che riunisce persone che devono svolgere lavori socialmente utili al posto della permanenza in galera.
E sarà proprio Harry, il responsabile del gruppo, ad aiutare Robbie dopo che questi è stato pestato a sangue dai parenti della ragazza che nel frattempo gli ha dato un figlio.
Sarà altrettanto decisiva la particolare sensibilità di Robbie nel degustare l’whisky a farlo conoscere nell’ambiente degli intenditori della bevanda. E Robbie con alcuni dei suoi compagni
architetterà il colp0 della vita….
Cosa accadrà in seguito noi non lo sappiamo, solo gli Angeli lo sanno….
Commedia a tratti amara a tratti divertente, Ken Loach in questo film ne ha riscoperto il gusto, immaginando questa storia con sullo sfondo Glasglow. Si sofferma su un gruppo di persone segnate dalla vita, tra cui il giovane Robbie. Gente perduta secondo i benpensanti, invece Loach vuole dimostrare che hanno diritto a una possibilità di riscatto e non vanno abbandonati.
Robbie è un disadattato e un violento, la molla redentrice per lui sarà la nascita del figlio. Lui e la sua ragazza saranno fortemente avversati dal padre di lei, ma troveranno anche chi da loro una mano, e questo sarà decisivo per Robbie che se no finirebbe per tornare in prigione.
Loach crede che in questa società ci siano ancora dei valori umanitari, basta scoprirli e farli valere. E sono ben accette anche le soluzioni alternative, vedi l’whisky che può diventare un mezzo per fare ritrovare a Robbie e ai suoi compagni la bellezza della vita.
Una storia di riscatto ma condotta in una maniera che non è dolorosa e senza speranza. In La parte degli Angeli abbiamo un Loach ottimista, che si diverte a tratteggiare la figura del suo protagonista e dei suoi compagni. Certamente c’è molta anarchia nella maniera in cui Robbie troverà la soluzione ai suoi casi. Ma di fronte alla chiusura di ogni porta cosa potrebbe mai fare il povero Robbie? E allora viene fatto diventare un Robin Hood dei nostri giorni che ruba e frega i ricchi per poter offrire qualcosa a se stesso e a chi gli è vicino.
Certo un a estremizzazione del problema e della sua soluzione, ma il finale è positivo costi quel che costi.
E’ un film un po’ atipico se vogliamo per Loach ( e il suo fedele sceneggiatore Paul Laverty) che ci ha abituati a un cinema di denuncia. Qui ci sono alla base le problematiche sociali, ma il regista stavolta utilizza a fondo i mezzi della commedia, con un finale poi quasi da favola.
La pellicola è basata su due piani, la prima parte è più cruda, più drammatica, la seconda vira su un tono più leggero, a volte anche esilarante, un Loach insolitamente ottimista, che usa
quasi appunto i toni della favola per narrarci questa storia. In tutto questo allora come considerare Robbie? Lui è uno che va avanti per la sua strada, badando al proprio interesse. Le sue soluzioni non sono un modello di….legalità ma in qualche modo si riscatta perché lui chiede solo di poter fare il padre e di avere un lavoro, come ci arriva è un altro discorso…..
Un film da vedere perché pur divertendo indubbiamente fa pensare e pone dei problemi, da segnalare anche l’interpretazione di un ottimo gruppo di attori che rendono credibile l’intera
vicenda.
GIUSEPPE PREVITI