” DA MOLTO LONTANO” DI ROBERTO COSTANTINI-MARSILIO
9 Dicembre 2018” VUOTO per i bastardi di Pizzofalcone” – di MAURIZIO DE GIOVANNI-EINAUDI
21 Dicembre 2018Soneri si trova in villeggiatura con Angela nella sua amata Montepiano.Ma un sog-
giorno che pregustavano bellissimo e defatigante si rivelerà ben più tempestoso e
gravido di cattive conseguenze.Intanto una notte la pace nella valle è rotta da un
grido proveniente dal bosco. Altre grida, poi si scoprirà che a gridare è stato un
uomo del posto che è stato ferito da un colpo di pistola a una gamba e che ha anche perso la memoria.
Soneri cerca di non essere coinvolto in tutto questo, ma l’assassinio di un giovane ritrovato nel bosco ma chiaramente trasportatovi e il rifugiarsi nel bosco
stesso di un famoso latitante, il serbo Vladimir, imputato di vari omicidi e rapine sconvolgono la vita del tranquillo paesino tanto più che stanno arrivando
plotoni di carabinieri per dare la caccia al fuggitivo. Ma questo ingente schiera-
mento raggiungerà un unico scopo, diffondere la paura nel paese, stravolgere le amicizie, magari smascherando o impedendo traffici e finendo per mettere tutti gli
uni contro gli altri.
Nello stesso commissario, incaricato dalla Procura di occuparsi del delitto subentra una certa inquietitudine nel vedere sgretolarsi le certezze di un paese felice.
Ma intanto acquista sempre più forza la figura del serbo fuggitivo che ormai,tenendo in scacco centinaia di uomini sembra diventato una figura mitica che
si diverte a sbeffeggiare sui social polizia e carabinieri-
E Soneri si deve cimentare non solo nella caccia di un colpevole ma anche contro le conseguenze del naufragio di una società.
L’ultima indagine del commissario Soneri, come del resto fa intuire il titolo del
romanzo LA PAURA NELL’ANIMA riguarda una indagine sulla società odierna, piena di
paure e di fobie. Qui VALERIO VARESI prende a campione un paesino dell’Appennino
emiliano e ne riporta timori e ansie, del resto comuni a tutta Italia. E’una sorta di mondo che va al di là dei problemi della sicurezza e dell’immigrazione,
un mondo che sta infettando tutta la società.
La molla di questa paura nel caso specifico la si trova nella storia di Igor, un
bandito forse serbo o forse russo, che ha seminato il panico lasciando sulla sua
scia morti e feriti, e scatenando un’autentica caccia all’uomo. Ma il romanzo non
è la storia di Igor piuttosto è la storia di questa paura che si insinua fra le
persone, le separa, le rende sospettose, fino a metterle le une contro le altre.
I vicini sospettano dei vicini, chi esce dopo il tramonto è malvisto, si arriva
quasi a a barricarsi in casa, a armarsi, a dotarsi di allarmi sempre più sofisticati.
La storia è ambientata in un immaginario paese di montagna, Montepiano, dove basta
uno…spettro, quell’Igor che nessuno ha mai visto, per produrre un allarme fisico-sociale dalle conseguenze impensabili.
Viviamo in una società dominata dalle paure. Una paura che va al di là delle
singole persone, e è la stessa paura che ci pervade per un futuro sempre più
incerto, non c’è più fiducia nell’avvenire.
Un giallo di forte ambientazione naturale, del resto al malessere e alle paure
degli uomini fa da contraltare la paura degli animali che ora attraversano quasi
indisturbati boschi e sentieri, cinghiali, lupi che spesso scendono fino all’inizio del paese in cerca di cibo.
La storia è scritta con una trama ben congegnata dove alla fine non conta tanto l’azione che pure c’è quanto la capacità di entrare nell’animo umano, mettendo a
nudo le paure, le insicurezze, le falsità.
Il commissario e la sua Angela sono venuti in Appennino a cercare un po’ di refrigerio dall’afa di Parma e di trovare anche un po’ di tempo per loro in
piena tranquillità. Sulla scia del ferimento misterioso di uno del luogo e del-
l’arrivo in paese di numerosi carabinieri venuti per dare la caccia a un pericolo
so criminale, il serbo Vladimir, Soneri decide, anche perché richiestogli dalla
magistratura, di rimanere sul posto e collaborare con i cugini dell’Arma.
Ma intanto urla nottiurn e, scalpiccii di animali,incendi dolosi, lettere anonime,
il riaffiorare di antiche superstizioni e di antichi riti, rendono sempre più calda l’atmosfera del paesino, che oltre comincia a considerare quest’uomo inafferrabile, facendone una sorta di leggenda.
Anche questo fatto rientra in quel modo di pensare di oggi che VARESI fa rivivere
nel suo libro, un assassino, un criminale perché è abile nel muoversi, nel trasformarsi, nel mimetizzarsi è considerato un eroe, uno che va ammirato anche perché sa vendersi bene sui social.
E così il commissario Soneri dovrà combattere i falsi miti, le paure ancestrali
legate a vecchie leggende che gravano sull’animo degli esseri umani.
Certamente LA PAURA NELL’ANIMA è un giallo di grande presa e attualità, ma non
tanto perché oscilla tra finzione(il paese di montagna con i suoi abitanti e real-
tà(la figura del criminale in fuga) quanto perché ci fa riflettere sui mali della
nostra società ed esprime anche una chiara denuncia sociale, confermando così il
ruolo sempre più incisivo del genere giallo nell’affrontare i temi e i problemi
di chi vive questi tempi.
VARESI si conferma scrittore dallo stile avvincente e ben calibrato,la trama è ottimamente costruita con uno stile quasi giornalistico (del resto è la profes-
sione del Varesi). Qui si esprime come se conducesse una immaginaria diretta con
vari personaggi. Ne deriva una indagine che è anche d’azione ma principalmente è Una investigazione negli abissi del nostro animo.
VARESI si è richiamato-dicevamo-al caso del serbo Igor- che poi in realtà sembra si chiami Norbert-non tanto per fare una cronaca drammatica della vita di un
criminale, pur di per sè interessantissima,quanto per far vedere cosa tutto questo
ha rappresentato per le comunità delle pianure ferraresi. Lo scorazzare quasi indisturbato per l’Emilia di questa inferrabile …Primula nera ha creato così in-
sicurezza e paura tra gli abitanti della zona e alla fine la paura non ha fatto
altro che alimentare sospetti, nuove paure, insicurezze comportamentali e questo
in un’epoca dove i rapporti interpersonali latitano sempre più, basti vedere i giovani sempre attaccati ai cellulari.
Un’altra caratteristica del romanzo è che oggi tutto é “virtuale”, il nostro cri-
minale è quanto di più moderno possa essere. Eppure è uno che ha ucciso cinque persone, ma è anche una “entità” inesistente, tutti dicono di averlo visto ma
nessuno lo ha visto…,tuttavia in maniera “virtuale”è sempre molto presente e
visibile, basti vedere l’uso spregiudicato dei social, dove si diverte ad apparire sulle pagine di facebook perpetuando così la sua immagine di “maledetto”.
In questa storia si da molto spazio alle leggende del passato, alle antiche credenze, a i folletti e altri essere immaginari come il Baffardello, cioè appunto entità immaginarie a cui si vuole dare corposità per…giustificare
il rapporto con l’invisibile.Ad un certo punto anche Igor sembra diventare un
riflesso dell’immaginario(i crabinieri si chiedono ” Ma esiste veramente?”), quindi il suo mito è molto più antico di quanto sembri. Un ammonimento che si
può trarre é che quando la paura si annida nella coscienza collettiva e individuale c’è anche il rischio che chi fa politica se ne approfitti.E del resto
è di questi giorni il tema assai acceso della legittima difesa e del relativo uso§
delle armi per difesa +personale.
Lode quindi a Varesi e a Soneri che non rinunciano mai a occuparsi della realtà.
GIUSEPPE PREVITI