“ALL’OMBRA DEL PINO” -DI ENRICO SOLITO- HOBBY & WORK
19 Aprile 2011“IL PALAZZO DEL DIAVOLO”DI MASSIMO PIETROSELLI-MONDADORI
22 Aprile 2011In “La porta sulle tenebre“siamo nella Roma capitale,anno 1875,una città a due facce, decisamente entrambi poco edificanti.Da un lato un
labirinto di vicoli oscuri, abitati da gente miserabile,oltre tutto annichilita da secoli di amministrazione bigotta e poco illuminata. Dall’altra
la città dei torbidi giochi politici, con l’avvento dei piemontesi non è che le cose siano cambiate molto, pur se questi hanno gran desiderio di pulizia e l’ispettore Archibugi,piemontese,ne è un valido esempio.In questo connubio tra vecchio e nuovo, tra rigurgiti del passato e speranze per lo più utopistiche, tre feroci assassini agitano Palazzo Braschi sede della polizia.
Finanzieri,politici,sacerdoti,giornalisti,assassini,massoni, confratelli tutto si agita in questa città che nel corso dei secoli ne ha visto sin troppe.E chi sperava nel nuovo regno è servito….Troppi interessi particolari che si sorreggono tra loro, sempre l’impressione-immutabile nei secoli-che dietro ci sia un grande vecchio….Pietroselli si conferma con “La porta sulle tenebre”capace di tenere avvinti i lettori in queste vicende storiche ma anche tanto attuali.
Siamo nei primi anni del Regno d’Italia,Roma è sconvolta da una serie di delitti che si intrecciano con episodi di corruzione e con scandali
vari che coinvolgono grandi finanzieri ed editori e costruisce anche un “romanzo nel romanzo”inventando un tipico feuilleton che viene
pubblicato a puntate. Ancora una volta ci ripresenta come protagonisti il giovane piemontese Archibugi, ormai…rassegnato a Roma, e Quadrara,che addirittura proviene dalla milizia capitolina, un “duro“dalla vita difficile.Questa storia inizia con il carnevale romano, ci svela il mondo chiuso delle confraternite romane, ci conduce attraverso pericolosi giochi di potere.Su tutto sovrasta l’immagine di Roma capitale,una città piena di vita ma anche ricca di chiaroscuri e di contrasti tra miseria e nobiltà.
Ma Pietroselli ricorre anche a inserimenti…futuristici, qualcosa si muove dal punto di vista della conduzione delle indagini.Ad esempio le foto scattate sulla scena del crimine per fissarne i punti salienti, oppure l’interessante confronto tra il poliziotto “buono” e quello “cattivo”.
Quadrara è brutale nei suoi interrogatori, ha la…mano facile, Archibugi si affida più alle parole,al convincimento, nell’interrogatorio incrociato somigliano a tante coppie di poliziotti di oggi. E poi anche allora la burocrazia, i “servizi”che frenano o depistano le indagini.
Nel mentre tutta la città sta seguendo con fervore gli episodi di una storia pubblicata a puntate, “Il mistero del dottor Belluccia“, storia preceduta da un intenso fuoco di spot per lanciarla facendo leva sulla paura della gente. Si mescolano fatti reali ad altri inventati, vien barbaramente assassinato l’editore Sonzogno,coinvolto in un losco traffico finanziario.Nei campi viene trovato il corpo di un ragazzino, si scoprirà che era stato vittima di abusi sessuali.Poi il Tevere restituisce il cadavere di una povera vecchia ,una barbona, nessuno si preoccupa di sapere perchè è morta, salvo l’ostinato Quadraccia, poliziotto tutto di un pezzo, ma sempre deciso a far valere la legge.
Ma quando sembra aprirsi la porta sul mistero ci si imbatte nella corruzione e nell’opportunismo che gravita attorno al mondo politico. C’è chi trama nell’ombra e muove a suo piacimento le varie pedine. E in questo senso vi sono molte analogie con i giorni nostri.Meno male che esistevano allora, esistono ancora oggi,fun zionari integerrimi che si battono soli contro tutti, infischiandosene di chi li incita ad abbandonare….
Archibugi vuole arrivare alla verità e ci riuscirà, pur se alla fine dovrà tenere tutto per sè , esistono ancora oggi, anche allora esistevano gli
…insabbiamenti.
Il titolo del romanzo è “La porta sulle tenebre“, una porta sulle tenebre del palazzo di giustizia, un’altra porta è sulle tenebre quotidiane delle miserie e degli orrori di questa grande città.Segreti e meccanismi perversi che come ci erano allora ci sono pure oggi, così come la visione di strade, quartieri,paesaggi non molto mutati nel tempo, come le feste e i riti che si tramandano nel tempo, come la gente che vede e non vede,parla e tace, ascolta e sopporta, così allora, così oggi.
Pietroselli con queste intense trecento pagine ci rimanda a un ‘epoca del passato,ma ci fa capire che il tempo è passato solo cronoligicamente…
La Roma umbertina cel nostro autore sembra aver unito il peggio della vecchia amministrazione papalina con il peggio della burocrazia
sabauda.Scandali bancari e edilizi, misteri sempre più fitti legati legati alle più alte cariche dello Stato.Roma diventerà una grande metropoli,adesso ci pare sporca,violenta, arretrata e piena di povertà.In questo quadro non meraviglia certo che i delitti si susseguano e certo non sarà facile venirne a capo.
Lo scrittore sa creare molti personaggi, li fa muovere in un intricato susseguirsi di mosse e di contromosse. Corrado Archibugi da buon piemontese non si trova certo a suo agio in questo cupo mondo romano, considera Roma “terra di frontiera”pur se comincia ad ambientarsi, fidanzandosi con la giovane figlia di un collega. E poi c’è Onorato Quadraccia, sbirro nell’anima, grandiosa figura di uomo introverso e violento, ma che cela dei segreti che lo rendono più vulnerabile e sensibile di quanto non sembri.Queste due figure hanno qualcosa in comune, la disillusione nei confronti del mondo. Uno è reduce da una bruciante esperienza sul campo di battaglia che lo ha segnato pure fisicamente, l’altro è segnato da dure esperienze attraversate nella sua vita e sul lavoro.
C’è poi quel giornalista,Guido Tremolaterra,personaggio ambiguo,da tipico sottobosco ricattatorio, ma anche scrittore di un romanzo d’appendice di successo,pubblicato a puntate, e atteso spasmodicamente da tutta Roma.
E il signor Barrington,una singolare figura di inglese trapiantato a Roma, tormentato dai rimorsi, vittima di orribili ricordi, che cerca di stordirsi nell’oppio, pur se sarà tra le poche figure che alla fine cercheranno di riscattarsi.
“La porta sulle tenebre”è un giallo storico di stile,assai sofisticato e ricco di varie sottolineature.Un romanzo che a prima vista attrae per la meticolosa ricostruzione storica, ma poi si fa apprezzare per la capacità del narratore di inquadrare il tono del racconto a seconda di chi si muove in prima persona in quel momento.
E Archibugi e Quadraccia si alternano lungo tutta la vicenda sino alla soluzione dei casi. Ma sempre in linea con i loro caratteri rigidi e disincantati non ne resteranno molto soddisfatti, consapevoli di aver fatto il loro dovere ma troppo disillusi nei confronti della vita per
gioirne.
GIUSEPPE PREVITI