SCRITTRICI E LETTRICI IN CERCA DI ….NUOVI BRIVIDI
2 Luglio 2016” COME NASCE UN PERSONAGGIO: CORTO, INVESTIGATORE VIAREGGINO” – Creato da Oscar Montani
14 Ottobre 2016Siamo nella Milano degli anni ’70, in zona Sempione una giovame fioraia è stata assassinata davanti al suo
chiosco a colpi di mitra, una copia dell’Unità accanto al suo corpo. La vittima era una iscritta al Pci, nella se-
zione si occupava di teatro e dei diritti dei gay. Era una bella ragazza, molto esuberante anche…sessualmente
e molto conosciuta. Il partito che tutto vede e tutto controlla decide di affiancare all’inchiesta ufficiale della
polizia una propria inchiesta parallela affidandola a un giovane funzionario, un tipo assai scaltro, un progres-
sista. Lui subito nota un fatto che potrebbe nuocere al buon nome del partito. .Nella sezione del partito sono
infatti nascoste delle armi risalenti alla seconda guerra mondiale, i famosi Mp 40 in dotazione alle truppe te-
desche in Italia, ma quel che è più grave, proprio con una di quelle armi è stata uccisa la giovane fioraia.
Il partito promuove quindi una sua controinchiesta e per sapere cosa è successo, e per evitare intralci e e provocazioni . L’importante è fare presto e precedere quella della polizia con l’intento di non creare problemi
al partito, a costo di creare una verità ” fittizia”.
L’autore di questo romanzo, La provvidenza rossa, Lodovico Festa, giornalista, scrittore , un passato di diri-
gente nel Pci, costruisce una storia scrivendola , e nello spirito e nello stile narrativo, secondo una prosa molto
burocratica che usava allora nel partito comunista. Ci offre uno spaccato del nostro Paese parlando di un gruppo politico dove ideali, senso di un realismo che passava avanti a tutto, molta spregiudicatezza, una certa
capacità di fondo, pur se non sempre applicata in senso giusto, si fondono e si mescolano. Tutto era visto in subordine a un interesse superiore, legato a un concetto di politica i cui fini erano considerati superiori a tutto.
Festa costruisce quindi una trama ricca di motivi e di misteri, insolita nel panorama abbastanza piatto della
nostra letteratura gialla, legata un po troppo alle immagini dei commissari di polizia…
Protagonista del romanzo è Bruna Calchi, una proletaria dalla buona formazione culturale che non disdegna
l’impegno politico, ha un buon rapporto con i compagni, una vita sessuale un po’ spregiudicata, e non è neppure troppo ortodossa nelle sue preferenze che vanno da Brecht a Prevert, senza però rinunciare a Baglioni.
Risulta fidanzata con un ragazzo di Bergamo, un tipo un po’ vulcanico e dal passato turbolento. La Calchi,come
già detto si impegna molto nella vita di partito, spesso è alla testa delle manifestazioni in piazza. Un bel giorno
viene uccisa a colpi di mitra davanti al suo chiosco, è stata la criminalità organizzata o si tratta di un omicidio
politico ? E così indagano sia la polizia che il partito, che a quei tempi era una sorta di Stato nello Stato.
Ma lo stato maggiore del pci milanese nota che non tutti hanno la coscienza a posto e quindi si vuole chiudere
alla svelta la faccenda.
Conosciamo a questo punto un altro protagonista della storia, l’ingegnere Mario Cavenaghi, un tipo ligio al
partito, qualche problelema affettivo perché la sua donna l’ha piantato, ma in compenso un vero e proprio
“segugio proletario “.E’ a lui che il partito affida l’inchiesta, ma il bello di questa indagine e che lo porterà
a contatti fra funzionari, segretari di sezione, presidenti di circoli. perfino delle entraineuse, spie del KGB,
partigiani, scommettitori clandestini, sindacalisti, aspiranti rivoluzionari, dirigenti che dovono incrementare
i tesseramenti, pensionati, volontari, artisti, degli omosessuali. Insomma una rivisitazione della vita di un
grande partito, nel mentre Cavenaghi ricostruisce la vita della fioraia, passata ai raggi x e con occhio impietoso.
Lodovico Festa è stato in quegli anni un dirigente del pci milanese,il suo excursus all’interno del partito non
fa sconti a nessuno: un modo di approcciare sempre fintemente solenne,le diffidenze, le ambiguità, le gelosie
gli ambienti del partito sempre sorvegliati, le varie strutture sempre controllate da una sovrastruttura sempre
superiore. Un’analisi critica assai feroce anche verso le riunioni , lente, dense di parole ma vuote di significato,
e sempre all’insegna di una prudenza che equivaleva all’immobilismo.
La provvidenza rossa è libro di incerta definizione, si può parlare di libro “storico” nel senso che è un libro di
memorie, non era certo semplice ricostruire la vita di una grande partito, eravamo alla vigilia di anni che dal
sacrificio di Moro in avanti avrebbero portato a un’altra Italia. Festa per raccontare tutto questo non ha voluto
scrivere un saggio o un memoriale, è ricorso alla chiave del giallo, con una storia ben strutturata , ricca di per-
sonaggi, ma anche con ampi squarci sui militanti comunisti che per esempio in odio ai preti non esitavano a
dare ai loro figli nomi laici, ma ci sono anche pagine che ci svelano come si costruisce una grande città, come e
dove si mangia in una grande città,come e dove si divertivano i delegati esteri in visita ufficiale.
Un libro che prende il lettore perchè non n c’è rabbia, non c’è ideologia, piuttosto un diario di vari anni fa e
forse qualcuno di quelli che hanno vissuto quel periodo si divertirà a cercare di scoprire chi era quello o chi
era quell’altro. Ma per tutti resterà un bel libro con….”sprazzi di realtà “.
GIUSEPPE PREVITI