” L’ORA DELLA CACCIA ” DI SHANE STEVENS – FAZI EDITORE
10 Maggio 2013” FINIRAI ALL’INFERNO ” DI GIORGIO SIMONI- YOUCANPRINT
14 Maggio 2013Nel suo primo romanzo Lentamente prima di morire compariva come protagonista un poliziotto, Gabriele Riccardi, che adesso a distanza di qualche anno ritroviamo im
La puntualità del destino.
Protagonista apparentemente di sfondo, ma poi centralissima, è Alessia, una ragazzina di 14 anni, che improvvisamente scompare. La sua vita è più che normale, il padre
dirige una finanziaria, la madre è un medico chirurgo, lei va a scuola e gioca a pallavolo. Dopo un allenamento ha un appuntamento con la madre, ma non si presenta e di
lei non si sa più nulla. Iniziano le indagini dei carabinieri, la vicenda si svolge in un paesino dell’Appennino bolognese. Poi del caso si impadroniscono giornali e mezzi tele-
visivi e tutto il paese va in subbuglio. Si “indica” come colpevole ideale un giovane scapestrato, figlio di una marocchina da tempo residente in Italia.
Ma i conti non tornano e la famiglia della ragazza chiede aiuto a Gabriele Riccardi, un ex-poliziotto che ha lasciato il mestiere dopo un sanguinoso scontro a fuoco in cui
per poco non ha perso la vita. Ma alla radice è rimasto un investigatore, ma di un tipo particolare, ha sempre rifiutato le ” facili ” verità, non ha mai accettato una giustizia
fatta di compromessi, e quindi non può certo accettare il verdetto sommario della piazza. La sua sarà un’inchiesta difficile, tra segreti, menzogne, invidie, vizi, ricatti, solo
un vecchio giornalista cercherà di dargli una mano. Alla fine riuscirà a capire cosa è accaduto anche se parallelamente anche il semplice scorrere degli eventi, il destino
insito in essi a modo suo, e magari con qualche aiuto, renderà giustizia….
Quando questa storia ha inizio l’Appennino bolognese è scosso dal terremoto, ma per la famiglia Scaroni l’incubo diviene ancora maggiore quando una sera Alessia non
rientra.
La gente di San Sebastiano degli Appennini trova subito il suo colpevole, un giovane immigrato di seconda generazione, che si da alla fuga, e si organizzano anche delle
ronde per rintracciarlo. Ma l’intervento, sollecitato dai genitori della scomparsa, di un ex-poliziotto cambia le prospettive anche perché lui con il suo senso e la sua voglia
di giustizia va contro questa morale corrente troppo opportunistica che pervade gli abitanti di San Sebastiano. Riccardi si troverà di fronte un vero e proprio muro, troppi segreti, troppi rapporti anche familiari destinati al fallimento.La prima lezione che si trae da questa storia è che non bisogna mai farsi offuscare dai pregiudizi e dalle facili conclusioni
verso chi è diverso. Ma sotto accusa è anche il mondo dell’informazione, che fagocita ogni situazione con facili moralismi da due soldi, trasformando i protagonisti in
fenomeni da baraccone, e sottoponendoli alla gogna mediatica.
Patrick Fogli ci racconta da una parte una storia ambientata in un paesino dove già la natura fa i suoi guasti ( scosse telluriche, rischio di inondazione, nebbia che nasconde
tutto), ma poi anche l’uomo ci mette del suo.
Fogli attinge pienamente dalle cronache spesso tragiche di questi ultimi anni, come purtroppo i “celebri” casi di cronaca venuti alla ribalta nel bergamasco e ad Avetrana.
Il romanzo comunque non racconta solo i fatti e le indagini dell’ex-commissario Riccardi ma ci descrive anche le pieghe più nascoste dell’animo umano, scavando tra
le abitudini, le parole, i pensieri, i modi di fare dei veri protagonisti, tante persone vivisezionate senza alcuna indulgenza, si che emergano i loro segreti, le loro bugie.
Il romanzo è scritto con uno stile narrativo abbastanza complesso, inserendo, anche sotto forma di corsivi, i pensieri di chi è implicato nella vicenda, come se
all’autore premesse di rivelare per ognuno le indicazioni della propria coscienza.
Al giorno d’oggi si usa molto la chiave del giallo per farci comprendere quel che la cronaca lascia di abbozzato, di non concluso anche perché non può andare oltre
l’evidenza dei fatti.
Il bolognese Patrick Fogli ha il gusto della ricerca e dell’approfondimento, in ” Il tempo infranto ” si è occupato dei misteri delle stragi avvenute in Italia, in ” Non voglio
il silenzio ” con Ferruccio Pinotti dei delitti di mafia (l’attentato al giudice Borsellino), in ” Vite spericolate ” dei morti d’amianto. In altri suoi noir come “Lentamente prima
di morire ” o ” L’ultima estate di innocenza” abbiamo personaggi che nel loro agire seminando una scia di sangue e di violenza, pur in un clima di invenzione, possono
benissimo appartenere alla realtà. Fogli in questi anni figura tra gli autori che meglio hanno saputo interpretare la nuova era del romanzo giallo teso a penetrare nel con-
testo sociale e politico del Paese.
In questa sua nuova opera può benissimo riferirsi al caso mai risolto di una ragazzina, Yara, che in un paesino del bergamasco fu rapita e uccisa. Molti del resto gli
elementi presi dalla realtà, come le indagini a senso unico e senza alcuna fantasia, con il facile bersaglio di un immigrato, i volontari che fanno le ricerche della
scomparsa trasformandosi in ronde, i parenti pieni di segreti, le tante bugie dei testimoni, l’assedio delle telecamere, i servizi qualunquistici mandati in onda.
Nel libro la storia si sposta nell’Appennino bolognese, con la significativa metafora di un paesino scosso e fisicamente dal terremoto e interiormente da un verminaio
di sospetti e cattive azioni, in cui è molto pericoloso mettere le mani.
Alessia, la ragazza scomparsa, si rivela, pur nella sua assenza, una presenza fonte di molti turbamenti. Molte le persone implicate, genitori, amici, sospetti, testimoni, che
si alternano come voci narranti in una ridda di accuse e di contraccuse. E la più implacabile di tutte è una voce misteriosa che nei suoi corsivi sembra conoscere più di
tutti quanto è accaduto.
Toccherà a Gabriele Riccardi, dopo una vita assai segnata da tanti eventi, rimettersi a fare il poliziotto, tornare al gusto dell’indagine. Verità impietose, voglia di farsi giustizia,
analisi di un paese per bene solo nell’apparenza mentre è un groviglio di vipere che si agitano freneticamente.
Per gli amanti del finale a tutti i costi possiamo anticipare che ci sarà un colpevole ma quel che più conta è riuscire a creare un percorso logico che rappresenti tutto
quanto è avvenuto e ne dia le giuste motivazioni.
Per gli “etichetattori ” di professione si può palare nella parte finale di un bel noir. Nel libro si arriva a far pensare che la verità può avere un prezzo molto alto, che
fa le sue vittime e non sempre poi è la soluzione ideale. Bene e male hanno dei confini molto labili, qui si parla anche di amore ma non come raggiungimento dell’estasi
ma come condanna alla convivenza, alla frequentazione, ma il peso da portare è almeno portato in comune. E poi se non basta incombe il destino…..
GIUSEPPE PREVITI