“MOSCA CIECA” DI STEFANO MAFFEI- KIMERIK- 02-08-23
2 Agosto 2023” ALLA VECCHIA MANIERA” DI PAOLO ROVERSI- MONDADORI- 17.08.2023
17 Agosto 2023Marcello ,a trent’anni,è una sorta di “vitellone” di provincia. non ha un lavoro, evita di stringere più seriamente i rapporti con la fidanzata e cercare di proseguire questo stato di “dolce far niente” all’infinito.Pur essendo per vocazione un “fuori corso” a vita, finisce per partecipare a un concorso di dottorato in Lettere, e inaspettatamente lo vince.. Conosce così il dottor Sacrosanti, un vero barone nel sistema universitario, e questi gli assegna un lavoro, su un viareggino. Tito Sella, un terrorista morto in carcere. E qui vi ha scritto, tra l’altro “Le agiografie infami” e si parla anche di una presunta autobiografia,
mai ritrovata,”La Fantasima>”.
Una vita che non è un a vita, ma in quelle ore di studio si sviluppa una sorta di identificazione con il terrorista , di cui lo colpisce particolarmente la profonda disperazione.
Intanto che si appassiona sempre più allo studio delle opere e della vita di Sella Marcello Gori entra progressivamente nei meandri della vita universitaria, piena di intrighi,compromessi,lotte per il potere, contrapposizioni idelogiche, il tutto poi finalizzato al successo nella carriera universitaria. Tutto questo
rapportato poi alla “presunta”vita del Sella, contrapponendo una sia vita di fantasia( ma che potrebbe anche essere vera….)a quella universitaria che Marcello vive in prima persona, come pure si finisce per entrare nella sua vita e nelle sue amicizie, e viareggine e parigine.
Tante verità, tante vite allo specchio,chi è stato mai Tito Sella ?E perché il racconto della sua vita è addirittura conservato alla Biblioteca Nazionale di Parigi ?E perché mai un luminare come Sacrosanti si interessa a questo terrorista scrittore, che non era particolarmente famoso ? E quali segreti sono celati ne La Fantasima, l’autobiografia “perduta” del Sella ?
Tutto questo lo troverete leggendo La ricreazione è finita di Dario Ferrari, opera densa di significati e ricca di interpretazioni. Da una parte la descrizione
del mondo universitario,” Romanzo uno”, che è un po’il romanzo della formazione universitaria, dall’altra il “Romanzo due”, ovvero la formula del “Roman- zo nel Romanzo”, dove con un divagare divertito e divertente tra le le generazioni di provincia, con emblema il nostro Marcello, dedite alla glorificazione di se stessi, per cambiare poi completamente soggetto, passando all’autobiografia del Sella.
Marcello Gori e Tito Sella appartengono a due generazioni con molti punti di contatto, pur se diversissimi nella forma e nello sviluppo della vita.La ricreazione è finita intanto ha ottenuto un risultato affatto scontato, conseguendo il plauso unanime della critica.
Seconda opera per il Ferrari,, ecco che dopo la “Quarta versione di Giuda”, che crea un protagonista, un dottore di ricerca dell’università di Pisa, trentenne Marcello Gori, un trentenne senza un vero lavoro e con pochi soldi e che vive con la madre, arrangiandosi per procurarsi un pò di soldi.La prosa del Ferrari è molto scorrevole, Marcello si esprime in prima persona, presentandosi come un tale senza grandi affettivita e senza emozioni (almeno così lo definiranno le sue donne…).
Gli capita di partecipare a un concorso per una borsa di studio, e così entra al servizio di un barone universitario, il professor Sacrosanti, che gli assegna il compito di approfondire il personaggio di un terrorista viareggino di sinistra, Tito Sella, finito in galera e morto in carcere, per aver partecipate appunto ad azioni terroristiche ,alla fine degli anni Settanta. Nel contempo si ha così modo di descrivere, con un pizzico di ironia, l’ambiente universitario, i suoi componenti, come si arriva a far carriera.
Il romanzo a un certo punto della narrazione cambia registro, si passa dalla Viareggio anni ’70 molto…vitellonesca, a un altro tipo di società viareggina,
tanti giovani di varie provenienze sociali e culturali, il germe ad esempio dei preti operai, e appunto quel Tito Sella, che si uniscono per combattere le
ingiustizie della società. Si forma un gruppo sul modelle delle Brigate Rosse, si vive una realtà quotidiana di clandestinità più o meno accentuata, con
varie azioni dimostrative, è nata infatti la Brigata Ravechol, che via via passerà da azioni dimostrative ad altre più cruente, sino al rapimento del figlio
di un industriale e poi di un giudice con esiti sempre più letali. In tutto questo Marcello incontra appunto il personaggio di Sella, un personaggio appunto
tragico nella sua disperazione, sempre più personale che sociale, e quindi come tale degna di maggior considerazione.
Ferrari passa così dal tono ironico e volutamente superficiale della prima parte a una seconda assai più approfondita dove si delineano e si studiano vari
personaggi, con le loro personalità, le loro idee, i loro progetti, sempre più mirati, e anche sempre più violenti, almeno nelle intenzioni di alcuni di loro.
Tito Sella finirà in carcere ed ecco che sulla sua vita entrerà con maggior profondità il buon Marcello, nella sua trasferta parigina dove appunto studierà
l’archivio del Sella, in un incrocio sempre più forte tra passato e presente, con notazioni, interrogativi e anche sorprendenti colpi di scena.
L’autore è abile nel mutare i registri narrativi, con vari richiami agli anni settanta e al loro excursus sociale, con una partecipazione sempre più violenta e
criminosa, ma è anche abile nell’identificazione sempre più accentuata tra Marcello e Tito, quasi che a parte i periodi diversi in cui hanno vissuto, il disagio
delle rispettive giovinezze resta un tema di grande portata.
La ricreazione è finita è in sostanza la storia di uno o più personaggi, forse veri, forse inventati, certamente idealizzati, ma con un finale molto concreto,
una sorta di romanzo epico, lo possiamo considerare come già detto romanzo di formazione, ma anche un noir. Un romanzo duro,feroce,disperato, del resto
solo qualche decennio fa quel grande maestro che fu Federico Fellini inventò i “Vitelloni” per fotografare una generazione, ma gli esempi, anche ad alto
livello, sono infiniti e si sono moltiplicati nel tempo,.
Romanzo di fomazione,romanzo universitario, oggi vanno molto di moda, sarà anche vero che lo studio ha perso molto del suo fascino ma Ferrari sa
condensare i tanti motivi, in un compendio dove il grottesco o il riferimento a Pirandello sono stati molto adoprati. Ferrari sa sviluppare questo gioco delle parti, da una parte questo trentenne viareggino che deve sviluppare la tesi di dottorato assegnatagli da un barone dell’università di Pisa, il professor Sacrosanti, su uno sconosciuto scrittore viareggino, Tito Sella, implicato in atti terroristici e quindi finito in carcere. Ecco quindi “il romanzo nel romanzo”
con l’intreccio delle vicende universitarie quindi con quelle del terrorismo, con una lunga digressione parigina, città ad hoc perché ha accolto molti rifugiati
politici del nostro paese.
Ma il romanzo è anche vita, amore, storia, e così si va dai giovani della provincia(0ggi forse meno esemplari)a uno sbandamento generale non sempre facile da decifrare, pur se grandi temi come il clima, le guerre, la next generation dovrebbero riscaldare di più le folle e in particolare i giovani. E comunque
la Francia traccia sempre una linea con le proteste dei gilets jaunes, delle banlieu, etc etc,
Molti temi e molti propositi , il nostro autore sa muovere il tutto con molta ironia ma anche con la giusta attenzione. La storia finisce come nelle migliori tradizioni e certo non vi diremo come, ma non è necessario che le storie debbano sempre avere un finale, qui comunque è lo stesso titolo che ci può suggerire un finale ….La ricreazione è finita.
Un bellissimo romanzo che diverte ma lascia anche con l’amaro in bocca…..insomma la ricreazione sembra davvero finita !