“LA PORTA DEL PARADISO ” DI ALFREDO COLITTO- PIEMME
11 Marzo 2013” CHIUNQUE IO SIA ” DI BIAGIO PROIETTI & DIANA CRISPO- HOBBY & WORK
16 Marzo 2013Finalmente per i Gialli del Corriere della Sera una giallista donna: Mary Roberts Rinehart con il suo romanzo La scala a chiocciola.
Il romanzo avvince dalla prima all’ultima pagina giocando con il lettore e con i numerosi personaggi. Anche la storia non è così semplice da riassumere. L’attempata signorina Rachel Innes decide di trascorrere le vacanze estive in una luminosa casa di campagna chiamata appunto Sunnyside, nel New England. Vi si recherà insieme ai suoi due nipoti Gertrude e Halsey e alla fidatissima domestica Liddy. Ma la tranquillità della campagna e la bellezza e la vastità della casa si trasformeranno per tutti loro nell’inizio di un’avventura tragica, avvincente e ricca di colpi di scena. Sì perché la dimora sembra essere infestata dai fantasmi… strani rumori notturni, volti che scrutano all’interno della villa dalle numerose finestre… e tutto dalla mezzanotte in poi, quando la luce elettrica non viene più erogata. Se tutto questo fosse ancora insufficiente a creare l’atmosfera del romanzo, ecco anche un bel cadavere. Un uomo assassinato con un colpo di pistola giace senza vita alla fine di una inquietante scala a chiocciola, vera protagonista del romanzo. Si tratta del figlio del proprietario di Sunnyside, un perfetto sconosciuto per la signorina Innes, ma non altrettanto purtroppo per i suoi nipoti che, in un modo o nell’altro, rientrano tra i sospettati. E la storia continua tra moltissimi personaggi che però non generano confusione, tutt’altro, danno colore e ritmo e aggiungono nuovi particolari, o piuttosto creano maggiori dubbi sull’intera vicenda, come se ognuno di loro fosse padrone di un unico tassello. Tutto concorre a creare un’atmosfera assurdamente inquietante: dall’impressionante e al tempo stesso tragicomica schiera del personale di servizio che arriva alla villa e che dalla villa poi se ne va in preda all’isteria, alla figura del vecchio e flemmatico domestico che si rifiuta di dormire in casa.
Sì perché Sunnyside di giorno è fedele al suo nome: è un angolo di paradiso, circondato dai campi e dagli alberi con il rumore degli uccellini che cantano… ma la notte si trasforma in un incubo angosciante come se la pacifica casa di campagna diventasse un vecchio castello gotico, pieno di anfratti e di nascondigli, passaggi segreti e stanze nascoste.
A tutto questo fa da contrappasso l’eroina di tutta la vicenda: l’attempata zitella. È un’investigatrice piuttosto strana, ma non dimentichiamo che ci sono di mezzo i suoi nipoti amatissimi che perdendo da giovanissimi i genitori, hanno in lei una sorta di madre fiera, sprezzante del pericolo pur di toglierli dai guai. È questa una parte davvero divertente del romanzo… tutte le avventure che la vedranno protagonista hanno un loro risvolto comico: dalla gestione delle crisi di nervi e degli attacchi di panico della vecchia Liddy, ad un’uscita notturna per andare a scovare un uomo che ha spaventato a morte una delle sue cameriere facendole cadere piatti e tazzine, fino al suo simpatizzare con l’ispettore al quale ha taciuto elementi importantissimi dell’indagine e addirittura nascosto prove fondamentali. Non solo, ma quando questi le chiede conto di un oggetto che ha sottratto, non sembra minimamente preoccupata, confessando candidamente: «Be’, mi spiace (…). È andato perso. Dev’essere caduto fuori dalla scatola nella quale lo tenevo in camera mia. Comunque sia non riesco più a trovarlo». E non finisce qui, perché Rachel Innis non ha paura quasi di niente. Affronta uomini corrotti o presunti tali, si muove come una ragazzina tra i campi, esce di notte, perlustra la casa, sale sul tetto, non si fa mancare nemmeno una visita notturna al cimitero! Quello che c’è di strano è che è una donna dei primi del ‘900! E in questa avventura si è divertita un mondo!
Questo romanzo è l’opera prima di Mary Roberts Rinehart: scritto nel 1908 perché pungolata da problemi economici della sua famiglia, le frutterà ben 34 dollari! Ciò che più la caratterizza è l’atmosfera di ansia che riesce a creare. Il narratore, o meglio, la narratrice, userà più volte l’espressione «Se avessi saputo…» che in qualche modo anticipa il dramma che si svolgerà di lì a qualche pagina… sappiamo che la narratrice è ancora viva, ma ciò nonostante siamo in apprensione per quello che starà per capitarle. Il rapporto tra la protagonista e la sua storica domestica, che è reso perfettamente dai vivissimi dialoghi, dagli scontri e dai battibecchi crea un ulteriore senso di disagio nel contrapporre l’una – impavida, quasi incosciente tanto da mettere in serio pericolo la sua vita – all’altra – eternamente in pena e impaurita.
Insomma, alla fine tutto andrà a posto: i colpevoli saranno smascherati, gli innamorati riuniti e la signorina Innes, tornerà, suo malgrado, alla solita routine domestica.
Un giallo con tracce dello stile vittoriano ma ancora godibile e avvincente. Una storia demodé assolutamente da rileggere e da riscoprire.