” LE OSSA PARLANO” di ANTONIO MANZINI- SELLERIO- 3O.O1.2021
30 Gennaio 2022” IL LICEO” di ALESSANDRO BERSELLI- ELLIOT- 10.O2.2022
10 Febbraio 2022Agost0 1942-Marzo 1943. Martin von Bora, ufficiale tedesco legato a un personale codice d’onore che lo porta, pur tra tormenti e dubbi, a onorare la patria e
la divisa. E’ sul fronte russo con le truppe tedesche che si stanno dirigendo verso Stalingrado quando riceve l’ordine dal comandante in capo, generale Paulus,
che guida l’avanzata delle stesse, di occuparsi, lui che è stato agente del controspionaggio. della scomparsa di due civili rumeni, i coniugi Tincu, che erano attesi dal generale stesso al quartier generale tedesco. Bora considera un po’singolare questo ordine, vista la situazione generale della guerra tutt’altro che soddisfacente. Comunque obbedisce, scopre intanto che i due sono persone di gran rilievo, scienziati importanti che hanno collaborato con Fermi e Majorana.
Nel mentre la città di Stalingrado viene cinta d’assedio dai tedeschi, e poi nel tempo la situazione si ribalterà con i sovietici che attaccano e scacciano i tedeschi,
l’indagine va avanti, sia pure lentamente, anche se Bora trova aiuto in un maggiore italiano,Amerigo Galvani, e si fanno l’idea che dietro questa scomparsa ci sono vari interessi , anche privatì, misteriose alleanze, giochi di spie., insomma una storia molto complicata.
Ma intanto le cose precipitano, le truppe sovietiche stanno riprendendo il possesso della loro terra, la situazione è sempre più difficile e complicata con ovvii
riflessi sui comportamenti del momento.
L’aristocratico e inflessibile detective Martin von Bora, un uomo giusto che non vuol venire meno al suo impegno di servitore della patria si trova in Russia
sul fronte di Stalingrado, dopo aver partecipato alla guerra di Spagna. E così viviamo con lui, tra l’altro comandante di uomini che lo idrolatano, l’atmosfera
di questa guerra che i tedeschi pensano di chiudere alla svelta. Vengono uccisi due civili rumeni e questo fatto ci porterà a conoscere più stati d’animo dei>
componenti le truppe operanti sul campo, dai tedeschi agli italiani, dai russi ai rumeni. Si succedono le varie fasi della guerra, con lo sterminio degli uomini
sul campo, con all’opera comandanti, militari, cecchini, il tutto visto con l’occhio di un uomo giusto, costretto a vivere uno dei momenti storici più crudeli del
secolo scorso.
Estate 1942, ci troviamo sul fronte orientale russo, la sesta armata tedesca è arrivata nei pressi di Stalingrado, la Storia quella con la S maiuscola ormai ci ha
detto tutto e di più, ma con al sensibilità e la volontà di farli conoscere a chi non ne sa niente o di riviverli per gli altri Ben Pastor manda il suo…inviato speciale,
l’ufficiale tedesco Martin Von Bora, sul fronte russo, a co Bora mpiere il suo dovere di soldato. Ma il Servizio segreto lo incarica di occuparsi di un misterioso omicidio,vittime due scienziati rumeni, marito e moglie, che erano attesi dal comandante generale tedesco, Paulus, si pensa per consegnargli dei documenti se-
gretissimi. Ma l’aereo su cui viaggiavano era stato costretto a un atterraggio di fortuna, i due avviano per la steppa e di loro non se ne saprà più nulla. Sarà lo
stesso Bora, una volta portatosi sul posto dove era scomparsi, anche con l’aiuto di un ufficiale italiano, il maggiore Amerigo Galvani, con cui lega molto, a ritrovare i cadaveri. L’indagine si presenta difficile, o una rapina per derubarli o per portare via loro quei documenti che visto il destinatario dovevano essere
importantissimi, in quanto avrebbero contenuto al formula di un preparato per ottenere carburanti.
Intanto la guerra divampa, le truppe tedesche e i loro alleati italiani e rumeni devono conquistare Stalingrado, e proprio con gli occhi di Martin Bora noi rivivia-mo giorno per giorno un evento di cui tanto è stato detto nel bene e nel male, un evento che è diventato simbolo di ferocia e di immane sacrificio umano, il che
lo porterà a chiedersi se tutto questo era veramente necessario, visto che non avrebbe portato a nulla più che annientamento di corpi e coscienze.
Bora aveva già vissuto tremendo esperienze nella guerra di Spagna, ora è con migliaia di uomini, a turno assediati e assedianti,, devono subire un freddo insop-
portabile, a volte si toccano ni neo trenta, con uomini disperati, fiaccati nel morale e nel fisico, specie quando la situazione cambia, dopo gli iniziali successi
per i tedeschi la situazione cambia, mancano combustibili, viveri , munizioni e per loro la vita si fa sempre più disperata.
Bora si rifugia nel ricordo, ricorda la bellissima moglie Dikta, la madre Nina, il patrigno generale Van Schingen che lo ha cresciuto insieme al fratello Peter pilota della Luftwaffe. Martin riesce a portare i suoi pensieri su tutto questo, tiene un diario, che durante tutto il libro si interseca con le pagine di azione.
Martin von Bora, pur sempre vigile e prestante, pur amatissimo dai suoi uomini che cerca di proteggere in tutti i modi, ma anche lui è…umano, si rifugia quindi nel passato, e sempre più vivo si fa il ricordo del padre, un famoso musicista che aveva vissuto a lungo in Russia, componendo tra l’altro un brano di grande suggestione,La sinagoga degli zingari., che sembra volesse ricordare una città perduta, e quindi può essere benissimo la metafora di quest’altra città, Stalingrado, che si appresta a scomparire.
Muiono a migliaia tedeschi e russi, Stalingrado diverrà il simbolo di una delle battaglie più cruente della seconda guerra mondiale. Il romanzo alterna le fasi iù
“gialle”, ossia l’indagine per la morte dei coniugi rumeni, a quelle di dimensione più “storica”, entrando nei dettagli dell’assedio, della vita in trincea, nei pensieri dei combattenti, nell’animo dei cecchini, particolarmente toccante il ritratto di una giovane cecchino-donna.
Molte accurate anche le descrizioni dei rapporti tra le varie etnie che operano sul campo, tedeschi,italiani, rumeni, ungheresi, russi, e c’è certamente un approccio alla vita e ai comportamenti a seconda delle diverse provenienze.
Martin Bora continua a essere il protagonista di questa lunga saga, di nobile discendenza, sempre elegante e compito anche nei momenti peggiori, e i suoi uomini lo ritengon0 anche uno “fortunato”, e quindi sono pronti a seguirli ovunque.
Lui considera la fedeltà alla patria, pur vedendo tutto il male che lo circonda e preferendo spesso rifugiarsi nei ricordi e in una immaginaria vita parallela che
lo astraggono dal giornaliero.
La Pastor ricostruisce quindi un importante momento della storia della Germania, un momento disastroso, che poi è quello della seconda guerra mondiale, visto appunto con l’occhio dei tedeschi.
IL punto forte del racconto che è essenzialmente come la storia intima e personale di chi ha vissuto quei momenti, e ce ne da quindi la sua versione, storica,
fantasiosa, fate voi, è che via via che procediamo nella lettura, cominciamo a capire cosa è stata La sinagoga degli zingari.
GIUSEPPE PREVITI