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31 Marzo 2016” EROI DELL’OMBRA ” di STEFANO DI MARINO- DBOOKS.IT
4 Aprile 2016Catania, fine estate 2010, Ada Hartman, che già avevamo conosciuto ne I fiumi sotto la città, sta camminando sulla spiaggia di Catania con la bellis-
sima vista del mare e dell’Etna ma qualcosa interrompe la sua passaggiata. Un evento imprevisto: c’è un morto sulla spiaggia.
La sociologa berlinese ormai catanese d’adozione, vi vive da molti anni insegnando all’Università, ha ormai assunto la forma mentis dell’investigatore
e quindi questo fatto le da l’occasione per buttarsi a capofitto in una nuova indagine.
Ma non è venuta nemmemo meno l’altra sua grande passione, i dolci, le torte, il cui consumo sembra procedere passo passo con l’indagine. E sullo sfondo l’altra grande protagonista della storia, Catania, una città che cresce con tante magagne e tanti problemi, ma anche con le sue vestigia, le
sue atmosfere, i suoi personaggi.
Si altrernano personaggi del passato e del presente, vivi e morti, con i loro ricordi o il loro ricordo, ricordi non sempre belli. E si ricrea così il ritratto
di un’epoca, la sua moda, il boom edilizio, le successive speculazioni, il cibo, il cinema. E passato e presente finiscono per fondersi e diventare un tut-
t’uno, mentre intanto continua l’indagine della nostra protagonista.
E’ tornata ad agire la professoressa di sociologia, berlinese di nascita, ma ormai trasferitasi stabilmente nella città etnea dove insegna all’Università.
La Hartmann si è innamorata di questa città, delle sue strade, delle sue piazze, delle sue bellezze, ma anche dei cibi, dei sapori, delle sue atmosfere.
E proprio durante una passeggiata in spiaggia si imbatte in un capannello di gente, un uomo è morto. Si scoprirà che si tratta di uno zio di una suaamica, un ingegnere che è vissuto a lungo in Venezuela e che è rientrato di recente in Italia. Era partito da Catania dopo la morte della moglie
Lorenza, vittima di un incidente d’auto, si era rifatto una vita, ma ora era tornato con l’intenzione di chiudere definitivamente con il ricordo della
prima moglie dandole giustizia, perché sospettava che fosse stata uccisa.
Tutto questo lo apprende leggendo i diari che l’uomo aveva scritto dopo il tragico fatto . E quindi Ada si trova a indagare su due fronti, quello del-
l’oggi, ma principalmente quello del passato. Cosa era effettivamente avvenuto ? Perché Lorenza, il nome della donna, si era recata in macchina a
Roma da sola ? Oltretutto si sapeva che era andata a consultare uno specialista perché temeva di essere gravemente malata. E poi perché per questo viaggio si era fatta prestare la macchina da un collega di scuola ?
Ada scoprirà che Lorenza si incontrava spesso con un uomo, un imprenditore edile di Catania, e allora parlerà con lui, come pure con il professore
che le aveva prestato la maccina e incontrerà altre persone che hanno frequantato e moglie e marito e la sola Lorenza.
Il libro procede con un ritmo serrato come si adatta a un giallo, salvaguardando sempre la giusta suspense e rispettando uno dei canoni del giallo,
ovvero il mettere il lettore sulla stesso piano della nostra investigatrice, usufruendo delle stesse notizie e prove che via via lei trova e che ci per-
mettono quindi di farci una nostra opinione.
Ma questo libro di Michela Gecele La spiaggia dei ricordi morti non è soltanto un thriller, è anche un atto d’amore verso la Sicilia, le sue tradizioni,
la sua vita negli anni Sessanta. E poi la nostra professoressa-investigatrice unisce all’indagine sui due coniugi anche un’indagine sugli usi e i costumi
di quel periodo, facendo svolgere ai suoi allieve una ricerca parallela su quella che era la Catania di quel tempo.
E per la gioia degli amanti dei dolci c’è anche un grande consumo di torten che però hanno anch’esse un loro ruolo, qui si parla sempre di bocconi
prelibati e di fatti su cui indagare.
L’interesse di questa indagine che è alla base della storia sta anche nel fatto che Ada deve ricostruire la figura di Lorenza, morta da più di trenta
anni, sulla scorta di quello che le viene detto o che è stato scritto da altri, non c’è una sua testimonianza diretta, né c’è un diario lasciato dalla
scomparsa in cui lei poteva aver lasciato la sua verità. Una indagine quindi nel tempo, ma una indagine che resta “soggettiva”, priva di riscontri
obbiettivi, la stessa Ada si deve affidare o ai ricordi, non si sa quanto sinceri, o agli scritti di altri, e poi a sua volta è lei che elabora la teoria.
Di contro ilvece il suo rapporto diretto con la città che percorre in lungo e in largo. E ci viene raffigurata come un palcoscenico dove si muovono
tanti protagonisti che danno vita e colore alla città, parlando, muovendosi, agitandosi, ognuno con le sue storie , i suoi problemi, i suoi coinvolgi-
menti. E quindi anche il caso del morto sulla spiaggia diventa lo spunto per mettere in moto un meccamismo composto da storie e fatti vari, in cui
la nostra investigatrice dovrà discernere tra verità e menzogne per arrivare alla realtà dei fatti.
Un giallo abbastanza originale nelle premesse e nello svolgimento. ben scritto da Michela Gecele.
GIUSEPPE PREVITI