” IL TERAPEUTA” DI NICOLA RONCHI – MAURO PAGLIAI EDITORE
13 Marzo 2018” LA PRIMA DOMENICA DI GIUGNO” di BIAGIO PROIETTI&OSVALDO DE MICHELI- DEMBA LIBRI
25 Marzo 2018Corrado Genito è un ex-capitano dei carabinieri ed anche un agente degli apparati dello Stato. Era finito in
carcere con una pesante condanna dopo aver gestito anche con mezzi illeciti le fasi di un sequestro, dove aveva perso la vita il suo migliore amico, l’ispettore di polizia Francesco Bagni.
Ma i servizi segreti non lo hanno abbandonato e lo fanno evadere con l’incarico di infiltrarsi all’interno di
due clan della ‘ndrangheta che operano a Ranirate, un paesino dell’hinterland milanese.Tra i due clan vi è
stata una lunga guerra con una serie di brutali omicidi ma ora sembra avvicinarsi la pace che sarà sancita
anche dal futuro matrimonio tra due rampolli delle rispettive famiglie. Una pace che puzza di…denaro- tanto !-, di affari spesso poco puliti, di sesso, di droga, di corruzione. Compito di Genito sarà di scoprire
la provenienza dei soldi, la natura degli affari, le collusioni con le amministrazioni locali. E il nostro prota-
gonista svilupperà una sua strategia per arrivare allo scopo applicando il c.d. ” metodo del gambero “.
” La strategia del gambero” è un romanzo sulla criminalità organizzata.ambientato a Milano, ma che vuole
dimostrare che la criminalità non ha confini né nazionalità. Qui ritroviamo alcuni personaggi che Piero Co-
laprico aveva già utilizzato, in primis quel Corrado Genito, collocati in una Milano “infestata” dalla mafia
come del resto la sua provincia, mafia ormai operante a pieno ritmo al Nord.
Un libro avvincente, una storia “criminale” scritta da un grande giornalista che si conferma anche un grande scrittore, dove si racconta una storia di fantasia ma con grande sapore di verità.
Corrado Genito è un ex-servitore dello Stato, un ex-àgente dei Servizi, finito in carcere per aver cercato di
salvare con ogni mezzo, illecito o illecito, l’ostaggio di un sequestro, operazione finita nel sangue perché
vi ha perso la vita un poliziotto che era un suo grande amico.
Ma un bel giorno la sua prigionia viene interrotta perché il capo dei servizi segreti, suo ex-sottoposto, lo fa
uscire dal carcere per affidargli la missione di infiltrarsi nella ‘ndranghera che opera in un paesino vicino
Milano. Addirittura in Ranirate dominano due famiglie, i Corallo e gli Spanò, la cui pace sarà convalidata
dall’imminente matrimonio tra il feroce Kurt Spanò e la “ribelle”Ada Corallo.
Per Gemito il premio è il riacquistare la libertà, ma certamente lo attende un compito difficile e pericoloso.
Questa è grosso modo la sintesi de La strategia del gambero di Piero Colaprico, giornalista di fama, che
con questa storia torna in libreria, forte della sua esperienza diretta di giornalista che si è occupato di
giustizia e di cronaca nera. E del resto buona parte della sua produzione letteraria ha sempre affrontato
questi argomenti.
Ma in aggiunta uno dei segreti del nostro autore è di creare sempre delle trame avvincenti e di raccontarle
con un ritmo diretto e molto intenso, espresso con una prosa assai fluida, tipica del resto dello stile giornalistico dello scrivente.
Vi si racconta quindi una storia forte, dura, molto attuale, con una fitta schiera di personaggi, il cui agire
appare sempre sul filo di una legalità che sembra appartenere a pochi. Certo ci sono i buoni e i cattivi, anche se viene da chiedersi se ci sono veramente dei buoni. Si agisce senza remore, non vi sono partico-
lari distinzioni tra chi opera per la legge e chi opera per la “propria” legge, e questo certo non è un bene.
Colaprico usa in questo romanzo tutta la sua scienza di grande esperto di cronaca lombarda, che inizia
in tempi lontani quando i primi attori erano i Turatello, gli Epaminonda, i Vallenzasca e la mafia non aveva
ancora invaso il Nord.Oggi invece le varie ramificazioni mafiose si sono saldamente inserite nel Settentrione condizionando il mondo dell’economia e della finanza, corrompendo i politici a livello locale,
e dire che ancora oggi tanti dicono che non si tratta di fenomeni mafiosi ma di criminalità locale. In questo
romanzo che ha molti agganci con la realtà troviamo una società vessata dalla violenza dei boss che condi-
zionano con il loro esercito ormai buona parte del territorio. Droga, sesso, soldi appalti nel mirino dei loro
guadagni, d’altra parte gli scarsi mezzi dello Stato, la scarsa etica di tanti imprenditori o dirigenti pubblici.
E spietato è anche il ritratto della città di Milano dove abbonda il mercato delle donne, per tutti i gusti e
per tutti i prezzi.
In conclusione un romanzo d’azione che ci descrive lo stato della criminalità in Lombardia senza distinzione tra la metropoli e i piccoli comuni. ” Così e’….” sembra dire Piero Colaprico.
GIUSEPPE PREVITI