“I SOGNI CATTIVI DI FIRENZE”- DI MICHELE GIUTTARI-RIZZOLI
14 Maggio 2012“2035:MORTI PROGRAMMATE”DI LUCA BANDINI-EDIZIONI MEDICEA
22 Maggio 2012A Weimar la propaganda nazista guidata da Joseph Goebbels organizza un convegno con gli scrittori europei:siamo nell’ottobre del 1942.Tra gli italiani parteciperanno Jaime Pintor e Elio Vittorini.
Weimar,città cara a tanti artisti tra i quali Goethe e Schiller,vuole essere il centro della nuova civiltà propugnata dal Terzo Reich.I giorni di questo raduno coincidono con un periodo cruciale in quanto le sorti della guerra sembrano capovolgersi a danno della Germania.
In queste giornate tedesche si incrociano tre destini,quelli dei due intellettuali italiani e quello del feroce ministro della propaganda. Una storia in bilico tra finzione e realtà quella raccontata in questo libro,non tutto quello riportato sulle pagine è accaduto veramente, però è come se lo fosse.
Una storia ricca di amori,separazioni ,emozioni,sensazioni,umori,colpi di scena, addirittura missioni di spionaggio e scomparse misteriose,in un’atmosfera decadente tra una Germania che sta per essere travolta e tutta l’Europa in fiamme.
In questa sua trasferta a Weimar Pintor viene incaricato dai servizi segreti inglesi di recarsi a Lipsia per sapere qualcosa di più sulla scomparsa di Ettore Majorana e questo episodio rientra
in quella parte “immaginata”dall’autore ma va detto che nella realtà Pintor successivamente collaborerà con gli inglesi.
Elio Vittorini,a differenza del compagno,non rientrerà subito in Italia perché andrà a Colonia per rendersi contro di persona del momento che attraversa la Germania, del resto questo era stato lo scopo del suo viaggio.
Nel 1943,cioè appena un anno dopo dai fatti descritti da Mauro Mazza ne L’albero del mondo, il 1° dicembre, a soli 24 anni,Giaime Pintor(nome di battaglia Ugo Stille)morirà saltando su una mina mentre guidava un gruppo di partigiani, diventando così uno dei simboli della restistenza italiana.
Era passato poco9 più di un anno da quan do il giovane letterato aveva partecipato con Elio Vittorini al secondo raduno internazionale degli scrittori organizzato dalla propaganda nazista.
Siamo già in quella fase in cui la certezza della vittoria tedesca sta svanendo.
Il romanzo di Mazza prende questo incontro di letterati come pretesto per scandagliare negli animi di alcuni di loro e anche per collegarsi a fatti avvenuti in quel periodo come la misteriosa scomparsa del fisico Ettore Majorana avvenuta nel 1938.
La storia si sviluppa sugli interrogativi dei due scrittori italiani e del ministro Goebbels,e di ognuno dei tre conosceremo pensieri e paure ,ma il tutto non in contesto isolato ma nel
mezzo di una umanità sbandata,inquieta, su cui oltretutto pesano le inquietanti ombre del campo di concentramento di Buchenwald,vicino a Weimar.
Mazza alla sua opera prima affronta con tono epico la personalità complessa di Pintor,ricca di luci,ombre,tormenti interni,vedi i rapporti con le donne. E’un momento questo che l’autore ci fa rivivere e che va considerato essenziale nella comprensione del libro perché ognuno deve avere la forza di schierarsi e di lottare.
Weimar vuole rappresentare il simbolo della cultura tedesca ma i tempi sono ormai cambiati,l’esercito tedesco è sempre più impantanato in Russia,l’atmosfera quindi è poco festosa.Lo stesso Goebbels sembra pervaso da dubbi,e questo del resto avviene anche per i nostri due intellettuali, Pintor e Vittorini,che inizialmente avevano aderito al fascismo ma ora sentono vacillare le loro convinzioni. Il germanista Pintor e lo scrittore sono venuti a Weimar spinti più da motivi personali che da autentica adesione e nell’ascoltare Goebbels che in un discorso fiacco e poco convinto esorta gli gli scrittori a scrivere romanzi di evasione per il morale delle donne a casa e dei soldati al fronte non trovano certo motivi per rivedere la loro posizione sempre più critica.
Vittorini è pieno di angoscia per questa guerra che calpesta e umilia l’umanità.Invece a Pintor Mazza fa affrontare il caso Majorana riprendendo una ipotesi secondo la quale, a differenza di altri scienziati che come Fermi scelsero gli Stati Uniti, l’insigne fisico palermitano si rifugiò a Lipsia per studiare la bomba atomica.E proprio a Pintor viene chiesto di recarsi a Lipsia per vedere di scoprire quanto ci sia di vero in questa ulteriore ipotesi.
Vari i temi affrontati in questo volume,alla base il rapporto tra cultura e politica,tra impegno intellettuale e impegno sociale,tra la ricerca della verità e la realtà dei fatti.
Il titolo del libro di Mauro Mazza “L’albero del mondo”si riferisce al Ginko Biloba una pianta massiccia,dalle foglie di un vede chiarissimo, da tre secoli simbolo nobile della città di Weimar, città dal profilo intellettuale assai spiccato avendo ospitato Bach, Goethe, Cranach il Vecchio, Von Schiller,Herder e anche Nietzsche negli ultimi anni della sua esistenza.
Le foglie di questo albero raccontano il mito dell’inizio,dall’origine del mondo quando sui suoi rami non c’erano foglie ma esseri umani,uomini e donne,gli un i fusi agli altri.Ma una violenta tempesta investì l’albero,ne spezzò il tronco e gli esseri umani precipitarono a terra.E subito questi nostri primordiali progenitori si trovarono soli e impauriti, divisi, uomini e donne, popoli e razze, nemici,ostili,gli uni contro gli altri.Di qui la condanna per l’umanità a dividersi,a inseguirsi,farsi la guerra,e questo per l’eternità
In queste strade, in queste piazze, sotto questo alberto Pintor e Vittorini hanno il loro ultimo incontro, manifestando la loro delusione,la loro paura,ma anche facendo palesare che non si arrenderanno e faranno qualcosa.In questo racconto ancora una volta troviamo una umanità lacerata da guerre,sopraffazioni,divisioni. E se Goebbels aveva pensato di celebrare proprio in questa città l’egemonia culturale del “nuovo”popolo tedesco mal gliene incolse perché dopo un effimero trionfo iniziale le sorti della guerra precipitarono e il tentativo,attraverso i raduni dei grandi intellettuali,di imporre lo spirito del Terzo Reich ben presto si avviò al fallimento.E del resto su questo si potevano già avere dei dubbi,con la forza puoi imporre un regime,non certo il pensiero!
E il libro di Mazza ci introduce attraverso questo appuntamento tra uomini di cultura al graduale tramontare delle idee e delle immagini del nuovo mondo vagheggiato dal nazismo.
Mazza intreccia in questo romanzo storico fiction,filosofia,mistero e storia e sa mettere in evidenza la psicologia complessa dei nostri scrittori.Il tutto sotto forma di un “racconto di viaggio”di Pintor e di Vittorini ma anche del numero 2 dello Stato nazista, il “mostro”Goebbels.In tutti loro si palesa un travaglio,una contrapposizione che poi via via sarà in loro sempre più netta, con scelte nel caso dei due intellettuali italiani anche in antitesi con il loro militare in gioventù nel fascismo.
In conclusione una storia che riguarda i rappoirti che gli intellettuali hanno con i regimi,con cui sovente devono coesistere,magari anche scrivendo in maniera critica pur scendendo a compromessi come questa loro partecipazione a Weimar.
E Mazza cerca,ci sembra riuscendovi,a dare una risposta tramite le scelte di questi due uomini che si interrogano sulle brutture dell’umanità,sui loro obblighi come scrittori e sulle rinunce che si è costretti a fare per sopravvivere.
GIUSEPPE PREVITI