” LE ACQUE TORBIDE DI JAVEL ” di LEO MALET -FAZI EDITORE
5 Giugno 2016” NON E’ TEMPO DI MORIRE ” DI LEONARDO GORI- TEA
16 Giugno 20162 Agosto 1980: Un attentato terroristico, una bomba lasciata alla stazione esplode in una affolatissima matti-
nata di agosto estivo quando la gente sta partendo per le vacanze.Moltissimi saranno i morti in una stazione
distrutta in buona parte. Tanta la gente coinvolta e anche se salvi alcuni ne rimarranno segnati per tutta la vite questo lo vedremo seguendo la storia che ci viene raccontata.
Oggi: Bologna trema, un misterioso killer sta lasciando una striscia di sangue. Della indagine si ocuperà il
commissario Naldi, descritto come ” un vero mito per la questura bolognese” e sarà affiancato da una giovane
collega. Molte le vittime, tutte , si scoprirà, legate da un qualcosa che li riporta a quel tragico agosto di tanti
anni prima. E vedremo che nom è detto che essere sopravvissuti equivalga a essere più buoni.
Bologna è stata da sempre una fucina di talenti tra gli scrittori di gialli e di noir, a iniziare da quel Loriano Mac-
chiavelli padre putativo di una covata che nel tempo ci ha dato tanti nomi illustri che hanno se non dato origine a una scuola, parola forse troppo impegnativa, hanno comunque fatto della città emiliana una delle
star della geografia del giallo italiano, e per qualità e per quantità di autori.
Ma è anche la città di per se stessa a ispirare con le sue atmosfere, le sue strade, i suoi sapori, e in tutto questo
tra i bravi “cantori” possiamo annoverare Fabio Mondadori. Dopo due romanzi imperniati sul commissario
Luca Sammarchi ecco in libreria L’altra metà della notte con due nuovi protagonisti, sempre un commissario
, Cesare Naldi, e una giovane agente, Cristina Colombo, alle sue prime esperienze operative. Naldi è considerato un ottimo investigatore, ma non molto ligio alle regole. E’ un personaggio che cattura subito l’attenzione del lettore, tra l’altro è un sopravvissuto alla strage di Bologna.
E infatti la nostra storia ha un suo antefatto nella strage che sconvolse Bologna e ‘Italia provocando decine di
morti.
La prima parte ci presenta quindi alcuni di quelli che saranno i protagonisti futuri del racconto, poi tutto cambia con l’esplosione che sconvolge tutta la città, falciando tante vite, dando un indirizzo diverso a tante
altre, quasi a voler significare che il destino di ogni singolo individuo ha un tracciato diverso.
Mundadori non ha scritto un romanzo sullla strage, la storia che lui ci racconta ha sì un prologo nel tragico
evento ma poi segue un percorso tutto suo. Naldi è un buon poliziotto, sa condurre le indgini, e questo è il
tema principale, l’indagine, che viene svolta e narrata con un ritmo incalzante, sviluppandosi in più direzioni
e seguendo i tanti protagonisti. Naturalmente la co-protagonista del romanzo è Bologna, una Bologna di ieri
e di oggi. E’inevitabile il ricordo del passato, certi episosi sono narrati con grande accoratezza e sofferenza,
sembra di rivivere quegli attimi terribili, che sono rivissuti con toni di disperazione e di partecipazione. Ma
il riferire su quanto è accaduto porta a dare risalto a alcuni dei sopravvissuti, ognuno con la sua odissea per-
sonale, tragico lascito di quei momenti di follia. L’autore sembra volerci dire che le ferite morali sono ancora
più tremende di quelle provocate dall’esplosione.
Si può anche aggiungere che il noir ribadisce la sua funzione di romanzo ” civile” che, pur poi con sviluppi diversi,testimonia i grandi fatti della nostra Storia.
Fabio Mundadori viene considerato unpo scrittore che ama le contaminazioni tra più generi, qui però diremmo che ci ha confezionato un mistery che non palesa particolari variazioni e va dritto per la sua strada.
Il testo parte con una serie di dialoghi con situazioni diverse, con personaggi ancora sconosciuti che si presentano con le loro parole, vedi una confessione misteriosa, vedi alcuni colleghi che parlano di ferie vedi
due amanti che sembrano sul procinto di dirsi addio. Poi un incidente stradale ci riporta ai giorni nostri e
porta alla scoperta di un cadavere con conseguente entrata in scena del commissario Nardi, uno dei sopravvissuti della tragedia di 36 anni fa. Già da queste pagine, e poi il libro non lascerà questa linea, si intende
che vi è un continuo intercalare tra il 2 agosto 198o e i giorni nostri.
Questo è il fil rouge de L’altra metà della notte che ci racconta di Bologna e delle sue vicessitudini iniziate in
quella afosa mattinata di agosto. Infatti cambierà questa città allora considerata assai gaudente in una città
più oscura, più ostile, come se un velo la opprimesse. Mundadori ci riporta indietro nel tempo, ci fa rivivere
l’angoscia dell’atrio rappreso di sangue o di quel bus trasformato in una toccante camera ardente.
Poi la storia torna ai giorni nostri, con una inedita coppia di sbirri, il fascinoso Naldi, tanto celebre quanto inviso ai colleghi, e la giovane Cristina Colombo, agente alle prime armi, che si fa coinvolgere anche…troppo
in una indagine sempre più pericolosa.
Tanti gli altri personaggi da un giornalista d’assalto a uno psichiatra che si appofitta delle pazienti, dai colleghi,
alcuni molto discutibili, dei due investigatori ai parenti delle vittime del 198o, dai pazienti e agli infermieri di
una sinistra casa di cura.
Fabio Mundadori chiama Bologna “città di sogni, belle ragazze e biciclette rubate “, anche se poi questa imma-
gine un po’giocosa si stempera su quella di una Bologna non sempre rassicurante e teatro di molti delitti.
Una storia quindi che mescola passato e presente, un mixer tra fantasia e realtà, ambientato da una città che
da allora non è più la stessa.
GIUSEPPE PREVITI