” SOLO DOPO IL CREPUSCOLO” DI ENRICO LUCERI SABINA MARCHESI- DAMSTER ED.NI
7 Novembre 2016” UN DELITTO ESIGIBILE ” di MICHELE COSTA- MERIDIANO ZERO
15 Novembre 2016Una storia moderna, attuale, che ci fa rivivere l’incubo di quelle centinaia di migliaia di persone che attraversano il
mare davanti alla Sicilia. Un mare che diventa simbolo do dolore, di disperazione, tragica bara per tanti, cammino
della speranza per altri. Una umanità straziata, abusata, ingannata, di cui a nessuno importa, o meglio non importa
all’alta politica, alla ottusità delle istituzioni, all’egoismo e alla cecità di tanti. Ma chi vive su queste sponde non può
certo di niente e vi si trova umanamente e fisicamente coinvolto. A Vigata ritroviamo così Montalbano e i suoi uomini
alle prese con gli sbarchi, ci sono tante persone da salvare, da accogliere, ci sono gli scafisti da individuare e arrestare.
Tutta la polizia del posto è mobilitata, cooperano i volontari e buona parte della popolazione , tutti si prodigano e si
sacrificano. E perfino quella maschera comica che è Catarella acquista dignità e spessore, commuovendosi mentre
aiuta questi poveracci.
Se questo è il primo quadro della storia, poi subentra la vicenda gialla vera e propria. Montalbano ha conosciuto Elena,
una sarta che deve confezionargli un abito da cerimonia. La donna, vedova, vive in un palazzo, dimora e atelier a un tem-
po. Elena viene trovata uccisa trucidata a colpi di forbice , nessuna porta è forzata, evidentemente aveva accolto in casa
qualcuno che conosceva. Elena era una bella donna, rispettata da tutti, riservata. garbata nei modi di fare, una vita
tranquilla, qualche relazione ma niente di sospetto. Montalbano si trova alle prese con un caso che lo coinvolge anche
emotivamente, si isola spesso sul luogo del delitto in cerca di una ispirazione, di una intuizione, piano piano ricostruisce
la vita della morta, la collega con i pochi tasselli che ha della vita precedente ai giorni di oggi, sino ad arrivare alla verità.
Con L’altro capo del filo Andrea Camilleri ha raggiunto il suo centesimo romanzo. Ormai novantenne, sopraggiunta la
cecità, deve farsi aiutare per scrivere. Ma non demorde e continua (lui vuole continuare) il suo rapporto con i lettori.
Varie coincidenze hanno coinciso con questo romanzo: intanto di essere aèppunto la sua centesima opera, pur se il suo
cammino di scrittore è stato molto veloce avendo iniziato a scrivere abbastanza tardi. Poi ci si poteva chiedere a chi avrebbe dedicato il suo centesimo romanzo ? Domanda retorica, al commissario Montalbano naturalmente. Un’altra
considerazione poteva essere demandata alla curiosità di un ” nuovo” Camilleri, ormai praticamente cieco. Come avrebbe fatto a tessere la trama quando i fili del linguaggio sono sempre così complessi, difficili, espressi in un siciliano spesso
stretto, per molti addirittura “inventato”, diciamo un linguaggio ” Camilleri doc”. E poi come avrebbero reagito i perso-
naggi a una nuova mano quanto meno di stesura ?
Ma va fugato ogni dubbio, Camilleri ha dettato il testo alla sua storica segretaria, ma il libro è uguale ai precedenti, stessa
cifra narrativa, stessa trama che funziona a meraviglia.
Non è venuta meno la sua inventiva, la sua forza legata ai temi dell’attualità, stavolta si tratta degli sbarchi dei migranti
in Sicilia.
Ma c’è anche un esplicito riferimento alla propria situazione di non vedente.Montalbano ha costruito un suo metodo particolare per elaborare le sue teorie, rivedere le sue indagini, fare spazio e chiarezza nella sua mente. Il commissario
chiude gli occhi e ogni cosa passa nella sua mente come fosse un film. Chiude quindi gli occhi e vede quello che non po-
trebbe vedere, tutte le immagini gli passano davanti, ricostruisce le ” scene”, ” vede” e così comincia a scrivere “dettando”
,al resto ci pensa Valentina, che ora è diventata anche vigatese.
Plauso quindi a Andrea Camilleri che non ha alcuna intenzione di abbandonare, i suoi lettori ne gioiranno, il personaggio di Montalbano.In questo suo ultimo romanzo si nota forse un distacco più netto tra la parte di fantasia e
quella invece più strettamente legata all’attualità. Infatti una buona parte del libro è legata alla tragedia dei migranti
che rischiano la vita per una fuga verso la libertà. E si allude anche alle tribolazioni di chi li deve accogliere, un esiguo
numero di uomini alle prese con un compito immane.
Nella seconda parte il libro diventa più intimista, forse ancora più sofferto, con la tragica fine di una donna apparentemente bella e felice ma che invece nasconde una vita travagliata a cui lei ha opposto durezza e fierezza,
mal ripagate perché la porteranno a una tragica fine.
Un ottimo Montalbano, molto acuto nei ragionamenti, solidamente ben piantato in terra(lui uomo di mare…),
conduce da par suo questa indagine, la storia è interessante e credibile, ma tutto viene raccontato con un tono abba-
stanza sommesso, non è libro da trionfalismi. Come sempre nuovi e vecchi personaggi si incrociano, da un puntiglioso
Fazio a un malinconico Catarella sino al sempre rustico medico legale Pasquano. Di contro una serie di nuovi personag-
gi, Meriam, il dottor Osman, la stessa Elena.
E insieme a loro una variopinta umanità che più che da sfondo fa da parte integrante alla vicenda.
GIUSEPPE PREVITI