P.P.P.- PASOLINI,UN SEGRETO ITALIANO di CARLO LUCARELLI- RIZZOLI
26 Novembre 2015” KANUN – La nuova indagine del commissario Cesari- ” EDIZIONI ATELIER
2 Dicembre 2015Firenze, anno 1966. La città è stata colpita in maniera devastante dalla furia dell’Arno che il 4 novembre è straripato, sventrando buona parte della città e
sommergendola di fango e nafta.Tutto il mondo si mobiliterà, per primi i fiorentini che si sono subito messi all’opera per salvare il savabile, spalando in
continuazione. Arriveranno tanti attestati di solidarietà, ma in particolare arriveranno da tutta Italia tanti giovani, che poi saranno chiamati gli “Angeli
del fango. Anche lo Stato si mobilita e il Capo dello Stato, a pochi giorni dalla tragedia, viene a visitare la citta’ martoriata.Incaricato dei servizi dei servizi
di sicurezza per la permanenza di Saragat e’ il colonnello dei carabinieri Bruno Arcieri. La situazione di presenta subito assai difficile, Arcieri si ritrova anche
a doversi confrontarsi con il passato e i suoi strascichi , ma principalmente avverte anche la difficolt’ di dover operare in uno Stato in cui tutto e’ permesso e tutto puo’ accadere. E Arcieri comprende che e’ la situazione ideale sia per chi volesse progettare un attentato, sia per chi volesse regolare vecchi conti.
Un cadavere misterioso nella melma che ha invaso la Biblioteca nazionale, vecchi compagni d’ arme che si ritrovano nella citta’ toscana, una donna miste/
riosa che fuggge, ungiornalista ma anche altri personaggi dal passato ambiguo, fantasmi che riemergono dal suo passato, per Arcieri l’indagine si rivela piena di insidie e sempre piu’ carica di fatti di sangue.
Torna nelle librerie L’ Angelo del fango di Leonardo Gori, una ricostruzione assai accurata e affascinante di un lungo periodo della nostra storia. Partendo
dal disastroso alluvione che colpi ‘ Firenze nel 1966. E’ una ennesima avventura imperniata sul colonnello Bruno Arcieri, inviato d’urgenza a Firenze per or/
ganizzare i servizi di sicurezza e di accoglienza legati alla imminente visita del presidente della Repubblica nella citta’ del Giglio. Ma il ritorno in Firenze risveglia in lui, e non solo in lui,echi di un passato ancora troppo vicino per essere dimenticato. E cosi’ ai problemi dell’oggi si aggiungono i problemi lasciati
insoluti, e si intersecano storie di partigiani, d fascisti, di repubblichini, di soldati italiani e stranieri, di spie. di doppiogiochisti, insomma una serie di capi/
toli dedicati a un periodo assai oscuro della storia del Paese.
L’Angelo del fango si conferma ancora oggi, a dieci anni di distanza dalla prima uscita,tra i migliori romandi di Leonardo Gori, che oltre alla lunga serie con
Arceri protagonista ha scritto dei gialli storici ambientati in epoche assai lontane e anche una vasta serie di saggi che si occupavano di cinema e di fumetti.
Tornando a Arcieri e alle sue storie, stanno tornando nelle librerie per le edizioni Tea , dopo che recentemente ha pubblicato Il ritorno del colonnello Arceri.
L’ Angelo del Fango e’ un romanzo che lascia largo spazio ai sentimenti, in tutti i personaggi che incontriamo vi e’ sempre una molla interiore personale che
li spinge a muoversi, a agire, e questo indipendentemente che appartengano ai buoni o ai cattivi. Un romanzo che occupandosi di un-area ben determinata
del nostro passato, pur non lontanissimo da noi, pu; benissimo meritare la qualifica di ” giallo storico “.
Ci troviamo nel 1966, Arcieri ha superato la sessantina,ma e’ ancora sulla breccia, fa parte dei servizi. Gori riesce con grande maestria a fare entrare il suo
“personaggio di carta ” nella Storia, quella che precede i conflitti sociali del 1968, ancora piena dei veleni lasciati dalla fine della Guerra. Ecco quindi una
serie di fatti, personaggi, eventi reali che l’ autore ” rivisita ” attraverso il personaggio Arcieri.
Siamo abituati a parlare di ” giallo storico” quando ci si riferisce a Dante, a Macchiavelli, Pico della Mirandola investigatori, ma e’ altrettanto storia raccon/
tare le vicende legate alla fine delle guerra e all’immediato dopoguerra e alle conseguenze che hanno portato negli anni a seguire. Ecco quindi che Gori si
muove in uno scenario si’ di fantasia, ma con solidi legami alla realta’. Gori ha saputo unire due elementi di grande interesse per il lettore, da una parte i
miasmi e i danni lasciati dalla seconda guerra mondiale, dall’altra la Firenze del 1966 sconvolta dall-alluvione e salvata fai tanti giovani accorsi a prestare
aiuto, i c.d.Angeli del fango. Ma ci mostra anche una Firenze dove la visita del capo dello Stato si rivela un pretesto per un regolamento di conti tra fascisti
e ex-fascisti, con le inevitabili infiltrazioni dei Servizi. Anche questa e’ storia.
L’autore ha costruito dentro questa cornice di per se’ avvincente un romanzo giallo di notevole spessore, certamente intessuto con tutti i requisiti di suspense e di imprevidibilita’ che il genere richiede. Se abbiamo dato a questo romanzo il connotato di ” giallo storico ” possiamo anche aggiungere quello
di ” giallo politico ” perche’ l’autore ci svela tante scomode verita’ della Repubblica nata dalla Resistenza. Una Repubblica che doveva essere antifascista
ma poi essendo fatta di uomini finisce per essere una sorta di ibrido che nella realta’ ha prodotto vari…mostri.
Personaggio principale il nostro Bruno Arcieri, ormai invecchiato, che si trova proiettato a Firenze subito dopo l’alluvione. Ora il colonnello e’ solo,
l’avevamo lasciato con la donna che e’ stato il suo grande amore, ma lei e’ fuggita dopo essere scampata a un rapimento e ora vive in Israele. Lui e’ la
prima volta che rimette piede a Firenze, ma non sara’ un ritorno ne’ facile ne’ felice.
Se Elena Contini e’ semplicemente ricordata, vi e’ un’altra donna che si impone in questa storia, Anna Gianfalco, un personaggio misterioso che viene dal
passato, che custodisce dei segreti che sono un po’ il suo salvacondotto. Ma l’alluvione sconvolge anche i suoi piani e lei si attacchera’ a Arcieri per sal=
varsi la vita, cercando anche di farlo innamorare di se. Un personaggion il suo forte, disincantato ne ha viste e ne ha passate tante da non meravigliarsi
piu’ di niente. Sa muoversi con grande coraggio in un mondo ricco di misteri e che la vuole morta.
Oltre i casi personali c’e il dramma di una citta’ rovinata dal fango, ma pronta a infischiarsene del tardivo aiuto delle istituzioni e forte del suo nome. Tutti
si rimboccano le maniche, trovando poi il grande sostegno dei volontari. Gori da una visione sofferta della sua citta’, lui a quell’epoca aveva appena dieci
anni, ma cio’ nonostante la descrizione di quello che passo’ Firenze e’ quanto mai sentita e sofferta.
Come gia’ accennato non tutto quello che Gori racconta e’ vero, lui stesso dice che l’episodio della visita del presidente Saragat e’ in molte parti inventato
ma il clima di fondo era quello. Assai piu’ veritiera la descrizione del ruolo dei servisi e l’intreccio tra i fatti del 1945 e del 1966.
In conclusione fantasia e realt’, punti di forza di questo romanzo.
GIUSEPPE PREVITI