” CRESCENDO FIORENTINO” di ALBERTO EVA- MARCO DEL BUCCHIA EDITORE
5 Novembre 2014” UNA VERITA’ DELICATA” DI JOHN LE CARRE’-MONDADORI
12 Novembre 2014In questo piccolo saggio o breve libro di Sergio Romano, L’arte in guerra, si parla di quegli eventi storici in cui l’arte ha avuto a che fare con la guerra ed
è divenuta essa stessa bottino di guerra.La Rivoluzione francese, le grandi conquiste di Napoleone, il Risorgimento italiano, i saccheggi dell’epoca coloniale,
le spoliazioni del nazismo, la Guerra civile in Spagna, le due Grandi Guerre mondiali, tutto ha fatto parte di un grande quanto terribile disegno, a volte anche
distruttivo, a volte chiusosi con la restituzioni dei beni trafugati.
L’arte come oggetto di amore, ma un amore che a volte va oltre, accende la cupidigia e la bramosia di conquista, addirittura porta alla persucuzione e alla
distruzione. L’arte intesa non solo come bellezza, ma come simbolo del potere, e quindi fatalmente destinata a diventare preda, a cambiare di proprietà, non
importa come sia stata acquisita.
Questo libro di Sergio Romano è in prima istanza un omaggio alla potenza dell’arte con i grandi Musei, le grandi collezioni ma anche i grandi saccheggi e anche,
se identificata con l’odiato nemico,i mezzi di distruzione.
Chi è solito frequentare i Musei non dovrebbe mai scordarsi che tutto quanto vi è esposto, le grandi collezioni, le grandi raccolte sono sempre state legate a
determinati fatti storici, che vanno da una guerra perduta alla scomparsa di uno Stato o di una grande famiglia, oggi può essere sufficiente un tracollo finanzia-
rio. Il nostro autore risale alla storia e determina quelle che sono le maniere di….raccogliere le prede, e studia vari pers0naggi.
Il primo è Vivant Denon, direttore del Musée Napoléon che si recò in Egitto al seguito dell’armata napoleonica. Lui era molto attratto dalla civiltà egizia, Napoleone
gli mette a disposizione un’intera compagnia di solati, con i quali Denon viaggia per tutto l’Egitto, tracciando una mappa di tutti i monumenti della regione e
fissando così le basi per tutte quelle sottrazioni, o chiamiamoli pure con il loro vero nome, per tutti quei ” saccheggi” che poi verranno effettuati non soltanto dai
francesi, ma dagli inglesi, dai tedeschi, dagli italiani, dagli statunitensi e da tanti altri ancora. Tutti i maggiori musei d’Occidente sono pieni di raccolte di antcihità
egizie. Ma non solo, troviamo l’arte cinese, giapponese, orientale, africana. L’arte vista quindi come simbolo di potere, Denon applica nell’arte il programma di
espansione del suo imperatore,e pensa di radunare al Louvre l’ntera storia del mondo. Tutto questo andrà bene finché Napoleone controllerà il mondo, poi viene
sconfitto e Denon deve restituire il bottino. Ma cosa accade ? Accade che le restituzioni non saranno mai complete, e lo stesso avverrà per quanto le truppe napo-
leoniche avevano depredato nelle varie campagne d’Europa. E se noi vogliamo attribuire ai Musei il simbolo di potere e forza e se le opere d’arte sono l’espressione
della cultura di un popolo, chi vuole eliminare questi simboli o queste memorie ecco che le deve o portare via o addirittura distruggerle.
Un’altra vicenda emblematica è quella di Hitler, lui vuole creare una raccolta d’arte di tutto l’Occidente, però vuole anche distruggere l’anima e la memoria di
interi Paesi, ormai occupati, per arrivare a un’arte secondo lui “pura”, non degenerata, e questo non era limitato solo all’arte ebraica, ma anche a quella sovietica
e a buona parte di quella moderna, addirittura a quella cristiana.
In Italia, ma anche in Francia, i camion militari tedeschi fecero la spola per portare via i nostri capolavori, e solo pochi valorosi funzionari, qua e la, magari con
l’aiuto dei partigiani, riuscirono a nascondere dei pezzi pregiati. Il governo italiano presieduto da De Gasperi nominò Rodolfo Siviero plenipotenziario per il recu-
pero delle opere d’arte. Siviero era laureato in storia dell’arte, aveva ottenuto una borsa di studio a Berlino nel 1937,e aggiungeremmo anche che era figlio di un
carabiniere e questo forse lo aveva reso particolarmente abile nel condurre indagini….. Fatto sta che avrebbe fatto parte dei servizi, era un bell’uomo, coraggioso e
abile nel tenere buoni rapporti con amici e nemici, insomma sembrò la persona adatta per la bisogna. Gli fu affidata il comando di una missione presso i Comandi
Alleati per il recupero delle opere d’arte. Potè così accedere al Collection point di Monaco di Baviera, dove gli americani avevano depositato 6755 dipinti e scul-
ture,centinaia di tappeti e arazzi, libri e tantissimi altri oggetti. Tutto materiale che faceva parte della collezione privata di Goring e che era stato ritrovato dagli
americani nelle cave di sale di Altaussee in Austria.
Però nonostante la buona volontà di Siviero non tutto è tornato a casa. Infatti il recupero fu molto meno facile del previsto. I sovietici trattennero molte opere
come riparazione dei danni di guerra, molte volte lo Stato che chiedeva la restituzione non era però in grado di documentare l’appartenenza di quell’opera.Altre
opere, pur recuperate, non rientrarono mai nei musei periferici di appartenenza, perché trattenute al Centro !
Particolarmente colpiti furono i collezionisti ebrei, i proprietari di collezione erano in molti casi irrintracciabili, o scomparsi nei campi di sterminio o emigrati
senza lasciare traccia, tante opere andarono disperse, altre erano state comprate in buon a fede.
L’Italia fu tra i Paesi che subirono maggior danni dalla guerra visto il nostro vasto patrimonio culturale sparso in tutta la penisola. Gli americani crearono un
corpo speciale i Monumemts Man che dovevano occuparsi della salvaguardia dei beni artistici durante le operazioni di guerra, proprio quest’anno sono stati
ricordati e glorificati in un film di George Clooney. In pratica le cose andarono un po’ diversamente, la guerra aveva purtroppo le sue esigenze che non coinci-
devano sempre con la possibilità di salvare i celebri monumenti.
Un’ultima considerazione Romano la riserva al collezionismo americano, il ventesimo secolo vede gli Stati Uniti acquisire opere d’arte da tutto il modo e
di ciò ne sono testimonianza le grandi collezioni che oggi sono negli Stati Uniti, sia pubbliche che private. E così in quello che un tempo fu definito Nuovo
Mondo si è registrata una enorme concentrazione di opere artistiche, e anche qui la maniera di acquisizione è stata a volte molto…spregiudicata. Il fatto è che
i collezionisti privati ma anche i grandi direttori dei Musei ritenevano di non aver fatto nulla di illegale, e facevano spesso l’esempio di come Napoleone
avesse riempito il Louvre…
La storia dell’Arte è piena di queste situazioni, e ancor oggi il pericolo non è certo cessato, tutto il mondo è ancora attraversato da guerre, attentati, incendi,
distruzioni e tanti sono i capolavori che corrono dei rischi, Sergio Romano ci ha documentato con la sua consueta perizia su quanto purtroppo è già avvenuto,
nulla di nuovo sotto il sole……
GIUSEPPE PREVITI