” LA VERITA’ SUL CASO HARRY QUEBERT” di JOEL DICKER- BOMPIANI
16 Dicembre 2013” MIELE ” DI IAN McEWAN- EINAUDI
16 Dicembre 2013Alexandre Dumas è tra i più celebri scrittori dell’ Ottocento, uno dei maestri del romanzo d’avventure e del feuilleton, tra i suoi titoli più celebri I tre moschetteri e
Il conte di Montecristo. Meno noto è che il 186o e il 1861 abbia pubblicato un giallo a puntate sul giornale ” L’Indipendente” che aveva fondato a Napoli. Il titolo, che
poi era rimasto nell’edizione uscita in forma di libro, era L’assassino di rue Saint-Roch.
Questo racconto è molto simile a I delitti de la rue Morgue di Edgar Allan Poe, anche se a onor del vero mentre l’opera di Poe è celebre in tutto il mondo del raccontdi Dumas se ne sono ben presto perse le tracce. C’è voluta l’opera di ricerca di uno studioso come Ugo Cundari se questo scritto, di cui sono ben poche le copie originali esistenti, sia tornato alla
ribalta. Eppure si tratta di un autentico gioiello letterario, inizialmente pubblicato da l’Indipendente tra il 186o e il 1864. Gli interrogativi sono legati a un possibile caso let-
terario, perché é tendenza comune attribuire la nascita della letteratura gialla al racconto di Poe che citavamo prima, anche se poi a voler essere pignoli bisognerebbe anche
citare un altro napoletano, Francesco Mastriani con Il mio cadavere, che è ritenuto il primo giallo scritto in Italia (1851). Ma comunque torniamo alla querelle Dumas/Poe,
e all’interrogativo su chi sia stato il primo in letteratura ad affrontare il giallo. O meglio ancora, chi tra i due ha rinverdito un genere sicuramente vecchio di secoli e secoli,
per alcuni il primo giallista della storia è Omero, per altri addirittura si deve risalire alla Bibbia. E poi verrebbe anche da chiedersi che senso ha nel parlare di primogenitura,
tantissimi famosi o no hanno affrontato problemi legati alla violenza, al compimento di atti criminosi, c’è magari chi ha dato una versione più efficace dal punto di vista sistematico,
senza che si debba parlare di plagio o di copiatura.
Nell’accezione comune il primo giallo moderno viene attribuito a Poe con I delitti della rue Morgue, siamo nell’anno 1841. Se facciamo un salto di venti anni, nbel 186o, anche
Dumas partecipa al nostro Risorgimento, fondando tra l’altro un giornale, L’Indipendente,, dove fece pubblicare a puntate a cavallo tra la fine del 186o e l’inizio del 1861
L’assassinio di rue Saint-Roch, che ora grazie a una riscoperta di Ugo Cundari è approdato in libreria.
Se si confrontano i due racconti molti appaiono i punti in comune, da un punto di vista poliziesco entrambi danno spazio all’indagine analitica e cercano quale è la ragione
che ha spinto l’assassino a uccidere, quale sia stata l’influenza dell’ambiente esterno su lui.
Ma a parte queste concezioni di impostazione ben altri gli elementi che li avvicinano. Anche qui due donne assassinate, ritrovate in una stanza chiusa. Ma Dumas ambienta
la sua storia nel 1832 quando un giovane americano, in vacanza a Parigi, gli si presenta con una lettera di presentazione dello scrittore Fenimere Cooper. Ecco che Dumas
e Poi diventano amici, escono insieme, discutono e sarà Poe a risolvere il caso delle donne assassinate.Qui una prima differenza perché nel testo di Poe il caso viene risolto
dall’ispettore Dupin. Con Dupin Dumas indica il medico legale che compie l’autopsia, a sua volta Poe invece parlerà del dottor Dumas… In entrambi i romanzi è ricordato
Vidoq, il galeotto che diventerà capo della polizia, ma sembra improbabile che la sua storia fosse nota negli Stati Uniti.
Ora a parte che Fenimore Cooper poteva benissimo aver raccomandato Poe a Dumas, facevano tutti parte di una associazione massonica, sembra però che nella realtà non
risulti alcun viaggio di Edgar Allan Poe a Parigi. Ma in un 1832 assai denso di eventi e incontri per Dumas non è certo da escludere che poi lui e Poe non si siano effettivamente
visti.
In generale si può anche osservare che i due grandi scrittori sono stati entrambi dei precursori, o dei sostenitori se si accetta la tesi che il genere giallo si perde nella
notte dei tempi, del racconto giallo, nelle loro opere si può sempre trovare un qualche riferimento, non è detto quindi che uno abbia preceduto l’altro, se accettiamo
che si siano incontrati può darsi che dai loro conversari sia uscito anche il proposito di cimentarsi nella scrittura di un racconto giallo in sintonia con il loro tempo.
GIUSEPPE PREVITI