” L’ESTATE DEI COMMISSARI E DELLE DONNE POLIZIOTTO” – LIBRI SOTTO L’OMBRELLONE
3 Agosto 2016” FINIS TERRAE ” DI GIAN LUCA CAMPAGNA –
12 Settembre 2016Stefano di Marino è uno scrittore e un traduttore, uomo dagli infiniti interessi che lo portano a spaziare dal thriller al noir, dallo spionaggio ai libri di
azione, di avventure, di genere horror ma anche di cinema e di genere western. Un’attività continua per varie case editrici, pubblicazioni sia cartacee
che on line, usa vari pseudonimi. A tal proposito possiamo citare le serie de Il professionista, la serie Kost, la serie Jasmine, la serie Colleoni, ma va
aggiunto che ha anche ottenuto un buon successo con romanzi gialli classici.
Con Le brigate del tigre siamo nell’anno 1913, l’Europa sta per vivere momenti cruciali della sua storia. I servisi segreti austro-ungarici affidano a un
autentico genio del male e della criminalità, il Fantasma, un piano che destabilizzi e metta in ginocchio la Francia. Ma questo uomo è totalmente privo
di ogni senso etico e morale, è malvagio per natura, si è costruito un vero e proprio impero del male, con uomini, donne bellissime ed è a capo di una
potente organizzazione segreta con infiltrazioni ovunque.
Siamo nella Parigi della bella epoque, ma questa ondata di criminalità con molto spargimento di sangue richiede un’adeguata risposta ed ecco l’interven-
to delle Brigate Mobili, guidate dal commissario Stéphane Renard., Queste brigate, dette anche le ” Brigate del tigre” dal nome del loro fondatore si muo-
vono utlizzando i mezzi più moderni di investigazione, dall’uso delle metodologie che ancor oggi .sono utilizzate nell’attività ndi polizia scientifica all’uso
delle armi più moderne, all’addestramento delle tecniche nei corpo a corpo . Inoltre le Brigate dispongono di auto molto veloci e sono pure in possesso di
mezzi d’intercettazione.
Un’ondata di delitti inizia nel momento in cui un condannato a morte dopo l’esecuzione capitale pubblica per aver truffato un gruppo di grossi notabili
……nella notte tempestosa dal cimitero in cui era stato sepolto poche ore prima.
Ma chi è veramente il Fantasma ? E chi è la misteriosa donna che sempre l’accompagna ? Una serie di rapine, la ricerca affannosa da parte dei banditi di
un documento che dovrebbe contenere rivelazioni scottanti, la comparsa di un misterioso quanto affascinante violinista sfregiato.
Rénard e i suoi uomini agiscono in tutta la città, dai quartieri centrali al cimitero di Père Lachaise, in un’atmosfera piena di misteri e segreti, dove molti
non sono quelli che appaiono, a cominciare dallo stesso Renard.
Le brigate del Tigre è un romanzo d’avventura che ci porta in una Parigi inizio ‘900, in un’atmosfera tanto magica quanto densa di misteri e colpi di scena.
Ci si cala nell’atmosfera delle Bella Epoque e seguiamo in un crescendo di interesse le indagini delle Brigate Mobili. Queste erano state espressamente crea-
te da Clemenceau per combattere le gang che operavano in quel periodo dotandole di mezzi investigativi assolutamente avveniristici e di sistemi di addestra-
mento tra i più moderni.
Si crea un’atmosfera che ancor oggi piace e che Di Marino ci ha saputo rendere nel suo romanzo sulla Parigi dell’anno 1913, una città viva, pulsante ma
anche piena di problemi.
Già nel 19o7 si era abbattuta sulla Francia una ondata di criminalità dovuta a delle gang di formazione e ispirazione più moderna, con molti legami all’inter-
no del paese, ma anche con vasti collegamenti internazionali, e allora su ispirazione del ministro Clemenceau, conosciuto come il Tigre, furono create queste
Brigate, posizionandole nelle maggiori città francesi. Questi poliziotti lavorano a turno 24 ore su 24, per la loro difesa personale praticano il Savate, che
precorre la boxe in Francia.
Il cinema e la televisione hanno raccontato a più riprese le imprese di questi uomini contribuendo ancor più a svilupparne il mito e la leggenda.
Stefano Di Marino affronta tutta questa materia costruendo intorno alla Brigata una storia gialla ricca di fatti e di avventure, tutta giocata sul ritmo e sul-
l’azione, narrandola con uno stile che si rifà al feuilleton che tanto di moda andava a quei tempi.
E’ chiaro che per poter scrivere un romanzo del genere occorre una fede e un amore per un tempo che oggi non c’è più ma che ci fa sognare solo a parlarne.
Passione ma anche studio, ricerca, amore per la storia.E De Martino tra le sue passioni ha indubbiamente la Francia, Parigi, le tante storie tramandateci
dalle cronache dell’epoca, che scrittori fantasiosi trasformavano nei c.d.feuilleton o romanzi d’appendice.
Una cultura popolare certo, ma anche estremamente appassionante, che fa comunque “storia”, qualcuno la considera minore, ma sbaglia perché la storia
di un popolo è fatta di tante cose, di tante realtà, che non possono essere soltanto belle. Di Marino oltretutto è un ottimo creatore di storie di spionaggio,
e tanti dei suoi racconti hanno proprio per tema la Francia con le sue vicende, e chi volesse andare a riscoprire la serie del Professionista, da lui scritta, può
trovare tanti riferimenti al personaggio del Fantasma.
In Le brigate del Tigre l’autore rende omaggio al romanzo d’appendice, assai diffuso nell’0tt0cento e molto in voga in Francia dove appunto veniva chiama-
to Feuilleton. Romanzi popolari pubblicati generalmente a puntate, in appendice a un quotidiano. Avevano un intreccio complesso, con personaggi molto
caratterizzati, nel Bene e nel Male, spesso abbondavano pagine strappalacrime. Alla fine trionfano sempre i buoni sentimenti.
Il nostro autore ci fa immergere in una narrazione del genere ma prende qualcosa anche da Fantomas, da Arsenio Lupin, da un certo cinema che ha
avuto i suoi ultimi epigoni in certe pellicole di Jean Paul Belmondo e Alain Delon, e naturalmente anche nei film e telefilm dedicati alle celebri brigades.
Di Marino tiene molto anche alle ricostruzioni ambientali e di epoca, e così ha svolto accurati studi sulle cronache del primo ‘900, ha visitato Parigi, ad-
dirittura ha potuto vedere nel Museo di Polizia di Parigi la ricostruzione del laboratorio di Bertillon, uno dei protagonisti di questa storia, nella realtà
il precursore della moderna polizia scientifica. Tutti questi elementi danno una grande veridicità al romanzo, che però gode anche dell’essere scritto con
uno stile che fonde i toni epici e un pò ridondanti del feuilleton con quelli più moderni e ricchi di ritmo del romanzo d’azione.
Un libro da apprezzare perchè costituisce anche una piacevole novità nel panorama giallistico nazionalr, un pò appiattito sui suoi pur validissimi
commissari. Una storia d’altri tempi ma stimolante e viva, quasi un invito al lettore a cercare qualcosa di diverso.
Emozioni, intrighi,tanti personaggi maschili e femminili con una loro precisa fisionomia, insomma un consigliabile tuffo nel passato.
GIUSEPPE PREVITI