LE ORIGINI DEL GIALLO
22 Luglio 2010IL NOIR FRANCESE
6 Settembre 2010Questa estate segna un ritorno da parte di molti giornali e studiosi di occuparsi di letteratura gialla, non tanto a
livello di recensioni, che per lo più riguardano i soliti noti, e del resto il panorama delle pubblicazioni è abbastanza
limitato, quanto di interessanti considerazioni su vari aspetti del giallo.
Ad esempio Sebastiano Triulzi su Repubblica si occupa delle investigatrici partendo da quello che è stato lo
scrittore che certo ha più caratterizzato gli ultimi anni, ossia lo svedese Stieg Larsson. Uno dei motivi per cui
i suoi libri hanno avuto tanto successo è certamente nella creazione di Lisabeth Salander. Nella “Trilogia del millennio”è forse il personaggio di maggior spicco. E’ una donna che ha provato il male sui se stessa, per il
tribunale minorile è una minorata mentale, si comporta come una disadattata, però per chi legge, con la sua
genialità, la sua bravura, il suo andare oltre le convenzioni, appare subito come una eroina. E va anche aggiunto
che è un personaggio assolutamente originale, Larsson non si è ispirato ad alcun modello, semmai le….copie
sono venute dopo.
Un personaggio complesso, come tanti eroi del feiulleton sembra invincibile, combatte contro tutti, niente la
ferma, quando sembra finita risorge sempre a nuova vita. Per gli amanti delle cose moderne è ancor più affa-
scinante perchè è un hacher geniale, l’informatica ormai fa part della nostra vita e trovare un’eroina così moderna
ne aumenta il fascino.
La letteratura gialla per decenni ha partorito investigatrici per hobby, è la Caldwell forse la prima autrice che
dà un tono di modernità e attualità alla sua Scarpetta, che si occupa di medicina legale, adesso troviamo donne
che si comportano come uomini.Probabilmente questa innov azione appaga maggiormente il vasto universo
delle lettrci, che ora hanno esempi di donne super-attive in cui identificarsi.
Va comunque detto che il nuovo romanzo giallo, più che sull’azione vera e propria, sembra puntare sulla psicologia dei personaggi, in particolare quelli femminili. In sintesi la soluzione di un giallo, la ricerca della verità, il fare
giustizia non sono fini a se stessi, ma tengono anche conto della condizione della donna nella odierna società.
Secondo l’autrice svedese Liza Marklund l’uomo tipo occidentale, pur rappresentando una pa rte esigua della
popolazione, meno del 20%, ha visto l’intera società colstruita su di lui, e anche il poliziesco per decenni e de-
cenni è stato imperniato su di lui, non lasciando spazio alle donne.
Ma poi anche le donne hanno cominciato a scrivere, a trattare questi argomenti, il mondo si è mosso in tutti i
sensi, la donna ha acquistato piena uguglianza con l’uomo e lo si è avvertito anche nel momdo della scrittura.
Ovviamente poi ogni scrittrice sceglie i temi che più le è congeniale, la Marklund ha trattato moltissimo di donne
vittime dell’odio e delle violenze degli uomini. Va pure detto che la letteratura poliziesca scandinava ha sempre
avuto un a forte propensione per i temi sociali La sua eroina è una reporter, Annika Bengtzon., ha avuto molte
disavventure, ma ha sempre reagito, certamente parlare di lei, farla entrare nella mentalità della gente, porterà
a che il pubblico delle lettrici si immedisimi in lei, agisca come lei.
Un fenomeno del resto che troviamo in tanti scrittori o scrittrici, una scrittura che vuole pesonaggi forti e
capaci di reagire alle violenze e alle sopraffazioni, ma anche una creazion di personaggi, vedi la poliziotta
Petra Delicado della Gimenez-Bartlett,che nelle loro indagini si occupano di immigrazione, emarginazione,
violenza sulle donne.
In effetti la rivoluzione nel mondo delle investigastrici femminili parte molto prima della creazioine di Lisbeth
Salander, questa di suo ci ha messo l’essere sexy, al passo con i tempi, intelligente, spericolata e pronta a
reagire a qualsiasi sopruso. Come poteva non piacere?
Oggi poi l’immagine contribuisce molto alla affermazione di un personaggio, cinema e televisione creano
un’immagine che se “sfonda”fa la sua fortuna, pur se si corre il rischio di una certa standardizzazione e
ripetitività per rendere facilmente ricordabile il protagonista.
In questo Larsson, campagne mediatiche a parte, è stato molto bravo nel creare un personaggio pieno di
tante doti, peccato che la sua morte prematura non potrà dare ulteriori possibilità di crescita ed evoluzione
alla sua eroina.
Quanto al quesito iniziale su quanto Lisbeth abbia cambiato il mondo delle investigatrici, sicuramente ha
portato un grosso processo innovativo, quanto duraturo e radicale soltanto il passare del tempo ce lo potrà
confermare.
GIUSEPPE PREVITI