” IL SEGRETO DEL TELAIO” -La signorina Gemma indaga- di PATRIZIA RASETTI- CARMIGNANI EDITRICE
6 Novembre 2017” NERO URLANTE”- 11 scritti di paura- Antologia AA.VV.- MAURO PAGLIAI EDITORE
12 Novembre 2017Il commissario Salvatore Vivacqua è un siciliano trapiantato a Torino dove dirige la squadra Omicidi,Un uomo possente, non troppo ligio alle regole,
ma un poliziotto assai capace che parte dal principio che intorno a un delitto restano sempre delle tracce, le ” molliche” che il colpevole si lascia sempre
dietro.
Il primo delitto di questa storia avviene nella Chiesa della Santissima Trinità, e il commissario capisce che si trattarà di un caso delicato e di difficile solu-
zione. Un anziano prete è stato colpito con molta forza e ferocia il suo corpo è riverso vicino a un confessionale. Ma chi può avercela con un vecchio
sacerdote di cui tutti parlavano bene per l’aiuto che dava a tanta gente. ? Secondo il vescovo è il gesto di un pazzo, ma per Vivacqua è una tesi semplici-
stica di chiu non vuole grane o troppa pubblicità. Il commissario invece, via via che si addentra nell’indagine, pensa che ci sia dietro una storia ben più
complessa piena di misteri e collegata anche ad attività criminose. Intanto il suo vice, Santandrea, è alle prese con l’omicidio di una ricca musicista aman-
te dei giochi erotici, che forse potrebbe essere rimasta vittima di un gioco erotico estremo. Torino quindi sconvolta da due omicidi, poi arriva dal Meridio-
ne arriva una vecchia amica della famiglia Vivacqua, cerca qualcosa, ma è molto misteriosa, comunque viene alla ribalta una villa che in qualche modo può essere collegata ai due fatti. Infine la squadra del commissario esce con….ossa rotte da una incursione in una discoteca.
Nel 2015 è uscita la prima inchiesta del commissario Vivacqua, Le molliche del commissario , scritta da Carlo F. De Filippis , al suo esordio nella narrativa.
Conosciamo quindi il commissario palermitano Salvatore Vivacqua, detto Totò, alle prese con un delitto avvenuto in una delle principali chiese torinesi.Un
anziano sacerdote era stato aggredito e selvaggiamente colpito sino alla morte appena uscito dal confessionale. Vivacqua, capo della Omicidi, veniva defi-
nito dal questore “Un uomo atipico che vede le cose per quello che sono, anziché come dovrebvbero essere”. Vivacqua è un uomo possente e assai determi-
nato, ha ottenuto una medaglia al valore e tre lettere di encomi. Varie volte ferito, nessun hobby, una moglie , due figli e un cane a lui affezionatissimo.
Il caso si presenta subito difficile, ma dopo la sospetta esecuzione di Don Rino si succedono altri inquietanti delitti, con la Torino bene più che mai sotto
tiro.
Vivacqua agisce secondo un suo modo che non è certo il più consono ai regolamenti, ma mentre il questore lo ritiene un buon poliziotto, il prefetto gli è
assolutamente contrario. Nel frattempo il suo vice indaga sullo strangolamento di un bella e ricca musicista, dai costumi assai liberi.
Una terza storia è legata all’arrivo in città din una vecchia conosenza di casa Vivacqua, l’anziana Rosa Mangano, che è venuta a cercare una cosa importan-
te ma non rivela cosa sia al commissario e correrà il rischio di morire. Tutte storie apparentemente senza legami, ma che piano si riveleranno legate fra loro.
De Filippis esordisce con questo giallo dalla trama complicata, scritto con una certa eleganza, ricco di citazioni letterarie, vedi il Simenon di cui si ricorda i
Fantasmi del cappellaio un romanzo appartenente al filone dei non Maigret, un romanzo di sensazioni, di paure, di solitudini. Il protagonista ha ucciso la
moglie ma fa credere a tutti che sia ancora viva e si sbarazza di chi vuole incontrarla. Tornando a Le molliche del commissario abbiamo un commissario e una squadra di poliziotti un po’ individualisti, alla stregua del loro capo. Poi una serie di donne affascinanti e ricche,
poi vari esponenti della Torino bene e qualche play boy senza scrupoli. Vivacqua cerca di inquadrare la figura di Don Rinaldo in questo contesto, il prete aveva
organizzato un refettorio e un dormitorio per indigenti,immigrati , bisognosi. Certamente gente nella maggior parte dei casi non di specchiata onestà….ma
il vescovo accetta di malavoglia le osservazioni del poliziotto, anzi se ne lamenterà in alto loco.
Ma il nostro commissario non è il tipo che si arrende, lui è uno abituato a battersi in prima fila, porta varie ferite sul suo corpo , ha anche ricevuto vari encomi,
in somma un “uomo vero”. Lui in ogni indagine cerca sempre le molliche, ovvero notizie, fatti magari anche insignificanti, indizi,prove, tutto insomma quello
che si può ricavare dalla scena del delitto e dalle tracce che l’assassino può aver lasciato. Adorato dai suoi uomini, in sintonia con il questore che ne riconosce
il valore, il prefetto invece non lo sopporta e gli fa la guerra, ma lui è abile nel dribblare i pericoli.
De Filippis sviluppa la vicenda dandole un ritmo serrato in cui lega queste vicende, ma non trascura i singoli personaggi a partire dai poiliziotti sempre visti
anche dal lato umano, dal mite vice Sanandrea, al solido Migliorino, a Patanè Carbone e gli altri tutti. Anche la famiglia Vivacqua è considerata come un nucleo familiare con problemi, affetti preoccupazioni. Complesso il mondo dei ricchi, dei borghesi con i loro vizi, i loro difetti, le loro malefatte, Dai tempi
de La donna della domenica sembra che il tempo sia passato invano…
Lode quindi a questi scrittori che tramite il giallo scrivono dell’attualità delle città, e benvenuto a questo ennesimo….commissario.
GIUSEPPE PREVITI