” l’OSSO DEL CUORE ” DI VALENTINA SANTINI- edizioni e/o
3 Giugno 2022” E TRENTUNO CON LA MORTE” di GIULIO LEONI- TEA – 09-06-2022
9 Giugno 2022Due ragazzini si frequentano, a uno diciamo non manca niente, l’altro è povero, entrambi hanno famiglie un po’border-line, comunque Michele “il povero” era sempre ben accolto, nella casa per lui dei “ricchi”, gli davano sempre vestiti, giocattoli. del cibo, insomma tutto sembrare filare a gonfie vele, anche se il nostro protagonista, che si raccon-
ta in prima persona, manifesta una palese insoddisfazione nei rapporti con gli altri, a parte la venerazione verso i nonni.
Succede che i due ragazzi trovano una tomba etrusca e vanno a scavarla dopo la scuola. Trovano uno scudo antico e qui la vicenda precipita. Scomparse,tradimenti, tombaroli
accecati dalla cupidigia. Per i due ragazzini potrebbe trattarsi dell’occasione di una vita, ma le cose precipitano, e verranno alla luce le vere identità dei tanti personaggi, grandi
e piccoli.
Sacha Naspini con Le nostre assenze ci racconta di un ragazzino che vive in maniera intensa ma anche contraddittoria i sentimenti della prima adolescenza, con la voglia di
essere uno che vive senza guardare in faccia nessuno, o,più semplicemente, forse cerca solo un po’ di amore e di affetto.Ma con lui c’è un altro ragazzino, Michele, un poveraccio,
che si adatta a vivere nella sua ombra, ricevendone vari benefici di ordine materiale.
Come ci racconta uno dei due, quello di cui non sapremo mai il nome, avevano scoperto una tomba etrusca, e dopo la scuola andavano di nascosto a scavarla, anzi di solito è il povero e bistrattato Michele che si cala sempre più giù. La voce narrante, 1o anni, narra una storia di povera gente, ma anche è palese in una certa sua rabbia repressa la voglia
di riscattarsi, e per fare questo non guarderà alle conseguenze.
La storia si dipana seguendo il racconto del ragazzo senza nome, a proposito non è che l’autore non glielo attribuisce, perchè tutt’altro che simpatico, specie nei rapporti con
Michele, il suo scudiero, anzi il “pezzente”come lui lo definisce.
Ma del resto Sacha Naspini non si preoccupa mai nel corso della narrazione di rendere simpatici questi personaggi, che lui dipinge pieni di di limiti e di difetti, il che però li rende più credibili e più reali.
Del resto è la caratteristica del romanzo di essere “sgradevole”, il ragazzino ha un padre fasullo e anche delinquente, una madre che non sa guidarlo, troverà solo nella nonna e nell’istruttore di boxe un po’ di comprensione e considerazione,e qualche consiglio utile per affrontare una vita che rifiuta in toto perché si sente tradito e abbandonato da tutti.
La storia parte del resto dal frequentarsi di due ragazzi, Michele, il povero, e l’altro ,più fortunato, che tra l’altro lo tratta come una pezza da piedi, d’altra parte l’amicizia è troppo sbilanciata, due caratteri opposti in tutto. Non tutto è però negativo, la “voce narrante”troverà ancora altri ragazzi sulla sua strada, lui è in certi atteggiamenti un “piccolo selvaggio”che piano piano cresce e forse riuscirà anche a andare oltre le “assenze” di chi non lo ha mai capito e a trovare una sua dimensione, e questa è una lezione da tenere
a mente.
In questa storia ripropostaci da Sacha Naspini, storia di uomini, di donne, di bambini, di ragazzi, di genitori che tradiscono i figli, di madri inadeguate, di nonne che si preoccupano più del passato che dei ragazzini che devono tirare su.
Storie di padri che usano i figli, di figli mal cresciuti, e non ci meraviglia quindi il nostro protagonista che abbandonerà l’amichetto per tenere per sè il tesoro, salvo poi
fidarsi del padre…
In conclusione mai abbandonare i sogni e le speranze, e nemmeno cedere al rancore e alla vendetta, questo si diceva dieci anni fa, questo lo possiamo ripetere oggi…..
GIUSEPPE PREVITI