” COME DELFINI TRA PESCECANI” DI FRANCOIS MORLUPI- SALANI -25.01.2022
25 Gennaio 2022” LA SINAGOGA DEGLI ZINGARI” DI BEN PASTOR- SELLERIO – O2-O2-2022
2 Febbraio 2022Vengono scoperte in un bosco delle ossa umane, appartengono al cadavere di un bambino, e sarà Michela Gambino, la brava responsabile della
scientifica di Aosta, a ricostruire quello che è successo. La vittima è un bambino di dieci anni, che ha subito violenza ed è stato strangolato. E se
ne scopre anche il nome, Mirko, un ragazzino scomparso sei anni prima e mai più ritrovato.Era stato visto seduto su un muretto, vicino la scuola, sem-
brava che aspettasse qualcuno.
E così Schiavone, reduce da un processo a Roma, che lo riguardava personalmente. si ritrova a doversi occupare di un caso che lo disgusta per la parti-colare natura del crimine e di chi lo commette. Una indagine difficile sia per il tempo trascorso dalla scomparsa, sei anni, sia per la difficoltà di entrare in un mondo
particolarmente omertoso, fatto di codici e mezzi cifrati, con le difficoltà di doversi immergere in un mondo sotterraneo di difficile comprensione. Nel mentre prosegue l’indagine si entra anche in maggior contatto con gli uomini della squadra, c’è un sempre più emergente Antonio, ma occhio alla sua vita privata,
troppe donne…., mentre precipita sempre più in basso Italo, una ritrovata tranquillità di Deruta e D’Intino, un amore appagante per Casella. Forse quello che
sta peggio è Rocco Schiavone, il ricordo sempre vivo di Maria, i rapporti sempre più complicati con Sandra e Caterina, che intanto è tornata in servizio ad Aosta, mentre lui si sente sempre più inadatto a nuove avventure amorose, mentre invece si preoccupa e si occupa sempre più del parto trigesimo della sua
lupa. Finisce che si sente sempre più solo, anche perché deve occuparsi di questo caso, crudele e scottante al tempo stesso, che però lo spinge a impegnarsi allo
stremo per dare giustizia alla giovane vittima. Una storia molto tragica, ancora una volta imperniata sulla caducità della natura umana.
Continuano per la gioia dei lettori le avventure del vicequestore Rocco Schiavone, stavolta in Le ossa parlano di Antonio Manzini si parte dal ritrovamento di ossa umane in un bosco. Si scopre che appartenevano a un bambino scomparso sei anni prima e si scopre che è stato violentato prima di essere
ucciso. Sarà una indagine difficile, anche per la natura del crimine, quello che dovranno affrontare Rocco Schiavone e i suoi uomini.
Un romanzo giallo molto profondo, e per la particolarità dell’ambiente in cui è maturato, e perché rivela le tortuosità e le dissolutezze dell’animo umano.
Il prologo di questa storia vede Rocco a Roma che sta chiudendo i conti con il suo passato, ammesso che sia possibile. IL suo ritorno ad Aosta coincide con
il ritrovamento nei boschi circostanti di ossa umane da il via a un’inchiesta assai delicata, resa per Rocco ancora più delicata perché sente di essere a una
svolta della sua vita, una vita dove il dolore ha sempre più campo, ma nel contempo la sua volontà di fare giustizia non è certo venuta meno.
Ovviamente il libro non è solo indagine pur se la parte più “poliziesca” del racconto è ben condotta, ma c’è un largo spazio lasciato anche alle singole vite dei§
protagonisti,dallo stesso Schiavone a Italo, il suo ex-delfino, e via via a tutti gli altri.Quindi un libro che si incentra su una brutta storia, quella di un bambino
ucciso dai pedofili, ma parla anche di altre esistenze e di altri pensieri, in primis di un gruppo di poliziotti, dalle vite e dai caratteri assai differenti, ma anche
di tanti altri personaggi.
Rocco è sempre più triste, le “nuove” donne della sua vita non…decollano, anche le consuete chiacchierate con Marina sono meno frequenti, e lui st stacca sempre dalla realtà, quasi stanco di questa vita, perfine le…canne sono più rare, ora apprezza di più una tazzina di caffè.
Per carità, è sempre un Rocco graffiante, ironico ma anche duro quando ci vuole, e assai determinato nel trovare i colpevoli.
Ma ripetiamo, quel che alla fine colpisce di più, è il disimpegno, o la rinuncia,a rifarsi una vita, non certo per nuovi amori, piuttosto sembra che quasi quasi
la solitudine sia diventata la sua migliore compagnia.
Ormai i capitoli della vita di Rocco Scvhiavone si susseguono, come del resto quelle storie drammatiche che danno corpo alla vicenda.Una storia, questa §
che forse ha il connotato maggiore nella dolente umanità che contraddistingue Le ossa parlano.
GIUSEPPE PREVITI