” LA POLVERE DEGLI EREDI ” DI RENZO BERTI – ISTOS EDIZIONI
23 Aprile 2017” DOVE SEI STANOTTE” di ALESSANDRO ROBECCHI- SELLERIO
26 Aprile 2017Siamo nella Toscana del 1899, precisamente a Querciolo, un piccolo paese della campagna toscana. E’ un momento di grande fatica e lavoro, quello della rac-
colta del grano, e l’atmosfera è quindi particolarmente alacre e laboriosa, oltretutto allietata dalla presenza di una compagnia teatrale che può contare su un
grosso repertorio e un vasto gruppo di teatranti e artisti vari.
Ma improvvisamente il paese è messo in subbuglio dalla scomparsa di Tosca, giovane dama di compagnia di una marchesa. Tutti ne parlano, ma in partico-
lare rimane colpita la giovane Esterrina che era una sua grande amica. Esterrina ha un carattere particolarmente irrequieto, non è tagliata per il lavoro nei
campi, d’altra la sua origine è misteriosa, comunque lei ama la lettura, la musica ed è particolarmente portata a svolgere delle indagini. La giovane investiga-
trice,data la sua esuberanza e la sua tendenza a ficcare il naso dappertutto, è un po’ tenuta a bada dallo zio Agoatino che le impone lavori faticosi, ma no-
nostante questo non desiste dall’idea di ritrovare Tosca,l Esterrina è molto astuta., sa destreggiarsi al meglio, fa tesoro di tutto quello che si dice in giro (
il Paese è molto ciarliero…), raccoglie anche vari indizi, e si fa un’idea che tutto possa essere collegato a un’opera del Masaccio. Mettendo a frutto ogni mo-
mento libero della giornata, collegando le tante chiacchiere, e agendo sempre (o quasi….)sotto la protezione di Don Pietro, riuscirà a fornire ai carabinieri
le idee giuste per risolvere il caso.
Le pianelle di Masaccio, ultimo romanzo della saga che Lucia Bruni ha dedicato alla Toscana dell’Ottocento, con la consueta protagonista, la giovane Ester-
rina, contadinella con il bernoccolo delle investigazioni. Come nei precedenti volumi l’autrice sa combinare arte, cultura e mistero, ambientando le sue storie
nelle campagne vicine a Firenze alla fine dell’800. Da una parte uno spaccato della vita contadina con i rapporti tra gli agricoltori, le loro famiglie, il vicinato,
anche le famiglie dei proprietari, per lo più tutti di nobile casato. Dall’altra il mistero intorno al rapimento, un mistero che appassiona il lettore e che dopo un
disseminarsi di indizi e di fatti verrà svelato.
Le pianelle di Masaccio è certamente un libro giallo, ma sarebbe riduttivo definirlo solo come tale, anche la definizione di “giallo storico” forse non basta,
pur se ci sono due elementi che potrebbero renderlo tale.L’ambientazione di fine Ottocento e i riferimenti alla storia e alle opere del Masaccio.
Nel testi c’è un’accurato lavoro sui protagonisti, con i loro caratteri, i loro profili psicologici. Ma c’è anche un grosso sforzo nel presentare la tipologia e
la topografia rurale tenendo conto del periodo temporale in cui si svolgono i fatti, fine Ottocento.. E quindi grossa attenzione viene posta allo stile narra-
tivo teso a riprodurre l’idioma del tempo. E qui va sottolineato il grosso sforzo per ricostruire il modo di parlare dei contadini di quel tempo, non certo un
vero e proprio dialetto, ma un linguaggio ricco di tante espressioni ( catera, bagher, treggia etc.etc) che a pié di pagina vengono spiegate e tradotte con ap-
posite note. Evidentemente scrivere un libro del genere porta anche a una serie di ricerche e di studi da cui si possono trarre, e questo è stato sicuramente
uno dei compiti dell’autrice, insegnamenti e curiosità su quella che è stata la cultura toscana del tempo.
Abilità della Lucia Bruni è di fare di queste digressioni linguistiche, annotazioni storiche, riproduzioni del modo di vivere una parte integrante della storia.
Storia che gira intorno alla scomparsa di una giovane e alle ricerche della stessa, alla descrizione del mondo che la circonda, all’inserimento dei tanti perso-
naggi. Con i vecchi attaccati alle tradizioni, al mestiere , al rispetto delle cose e degli altri, al sottostare a una ferra disciplina necessaria per governare un
mondo assai composito e anche molto faticoso da sopportare.Ma già si palesano i primi ardori giovanili,la voglia di evadere dalla dura condizi0ne giornalie-
ra, i primi sintomi di ribellione, la voglia della città, il cadere in comportamenti illeciti.
Su tutti si eleva la figura di Esterrina, contadina sua malgrado, inadatta al lavoro dei campi, ma appassionatissima di letture, di musica, capace di ragionare, il
che ne esalta le doti naturali di investigatrice.
Un romanzo interessante e appassionante, apprezzabile da vari punti di vista, e se proprio vogliamo etichettarlo, diremmo un giallo di campagna con riferi.
menti artistico.storici.
GIUSEPPE PREVITI