” AH L’AMORE L’AMORE ” di ANTONIO MANZINI – SELLERIO 1-2-2020
1 Febbraio 2020” CANTINA CRISALIDE ” DI ALBERTO NICCOLAI JOLLYROGER 5.2.2020
5 Febbraio 2020Un uomo di successo scompare improvvisamente e se ne perdono le tracce completamente, tanto che la moglie alla fine decide di rivolgersi a un investigatore
privato, Bacci Pagano. Questi scoprirà che lo scomparso , tale Oreste Mari, si fa passare per ingegnere e manager, pur non essendo né manager nè ingegnere,
ma la cosa singolare è che tutti quelli che hanno avuto a che fare con lui, dipendenti, clienti, amici, amiche, amanti lo considerano un genio, uno che può arrivare a qualunque risultato, questo pur restando un giudizio negativo sull'”Uomo”. Bacci si appassiona al caso e pur sapendo in partenza che difficilmente verrà pagato decide di indagare sul sig.Oreste Mari.
Sulla sua vespa o a piedi l’investigatore percorre la Valle del Polcevera dove appunto è nato e vissuto lo scomparso. La Val Polcevera porta ancora le ferite del
crollo del Ponte Morandi, e ancor più colpisce la bellezza dei resti di un passato che non c’è più. Una zona che ha voluto dire tanto per la vita e l’economia di
Genova e che ora sembra sempre più un relitto non solo fisico ma, se si può dire,anche morale. Una periferia che è ormai profondamente cambiata, non solo daun punto di vista delle strutture e degli ambienti,per lo più in rovina, ma tutto si è ripercosso anche sugli abitanti della valle, anche gli uomini e le donne sono
forzatamente mutati. Appunto questo intriga Pagano, Oreste Mari è nato li da famiglia operaia, poi ha rinnegato il suo passato abbagliato da facili guadagni, rin-
negando il suo passato e le sue origini, e divenendo un uomo di riferimento per la criminalità.
Oreste Mari un uomo che piaceva per la facilità di approccion con tutti,per la genialità delle sue invenzioni e delle sue intuizioni, ma è anche un uomo che con la
stessa facilità crea e distrugge.Ma Bacci Pagano conta che quest’uomo possa avere conservato un legame con i suoi luoghi di origine e su quello che hanno signifi-
cato per la città e questo potrebbe anche riportarlo alla ragione…
Nel corso di questa indagine Bacci ritrova anche l’amore, trova anche un nuovo socio, il che significa anche che il mondo nonostante tutto va avanti….
BRUNO MORCHIO con LE SIGARETTE DEL MANAGER (sottotitolo Bacci Pagano indaga in Val Polcevera) ci conduce in un luogo tra i più sfortunati e colpiti>
della sua città, ma ci fa vedere anche una generazione che ha ancora voglia di combattere, non si rassegna a quanto ha perso e si batte per un futuro migliore.
In questa Genova di oggi dove ferite e delusioni si mescolano con speranze e illusioni MORCHIO tramite il suo protagonista seriale Bacci Pagano ci porta in Val
Polcevera, quella disgraziata zona notissima alla cronaca per il crollo del >Ponte Morandi.
Questa era una valle già in crisi ma che ora ha perso tutto, denari, abitanti, infrastrutture, voglia di battersi. Qui appunto Bacci Pagano deve cercare le tracce di un manager-ingegnere che non è né manager né ingegnere. Si chiama Oreste Mari, è un vero genio dell’informatica e della finanza, che appunto sfruttando queste capacità ha venduto l’anima al diavolo, mettendosi a lavorare per la criminalità e la mafia. Improvvisamente scompare, lasciando moglie, figlio, amici,affari, oltretutto travolto da una montagna di debiti. Ma che fine ha fatto ? E’ morto ? E’ vivo ? E’fuggito ? Dove è nascosto ?
La moglie è disperata, vuole la verità qualunque sia,e così si rivolge all’investigatore privato Bacci Pagano, il quale, pur sapendo che non si ….arricchirà con
questo incarico, si appassiona al caso e accetta di occuparsene. E seguendo le labili tracce dell’odore lasciato da questo incallito fumatore comincia a ricostruirne
la vita.Non è semplice trovare un personaggio che, ammesso sia sempre vivo, non ha alcun interesse a essere ritrovato.Ma curiosamente ne esce una vicenda
singolare dove nulla è come appare, amori, travestimenti, illisioni, colpi di genio, tradimenti, criminali, messaggi, tutto si sussegue in un crescendo di emozioni e
sensazionji. Bacci in un certo senso ne approfitta per fare anche un punto sulla sua vita. Del resto le ferite, gli insuccessi e i successi di un sessantenne come lui non sono poi diversi da quanto ha passato in questi anni la sua città, anch’essa molto toccata e nel bene e nel male.
E quindi il ritrovare il Mari è in un certo senso voler ritrovare se stesso, ma anche la città.Ma principalmente questa ricerca vuol dimostrare che se si può soprav-
vivere alla scomparsa del passato non c’è speranza se non vi è un futuro.
E cominciando da se stesso, un nuovo amore, l’associazione probabile del futuro genero al suo lavoro, quindi una speranza che gli fa progettare qualcosa di nuovo,lo porta a pensare che forse anche nel manager scomparso ci possa ancora essere un filo di speranza per un avvenire migliore, con un desiderio di riscatto,
e di speranza e di ripresa.
Questa è per sommi capi la storia di Bacci Pagano che indaga in Val Polcevera ne LE SIGARETTE DEL MANAGER.Diciamo subito che è un bellissimo libro ricco
di ricordi, di commozioni,di emozioni, che in ugual misura hanno lasciato il segno sul corpo di un ormai invecchiato ma sempre battagliero e vivo Pagano e sulla città di Genova, sulle sue periferie, sul centro storico, sui suoi abitanti.MORCHIO è sempre stato un abile costruttore di personaggi, sa entrare nella loro psicologia,qui compie una duplica operazione, entrare nell’animo umano ma anche nell’animo di una città e dei suoi abitanti. Nel caso specifico da la stura a tutto
la ricerca di un uomo svanito nel nulla. Già, questo Oreste Mari che da un momento all’altro arriva a casa e poi,. con una frase che andava di moda in tanti romanzetti rosa di decenni fa, anche se in verità era frase presa dalla realtà, “Esco un attimo a prendere le sigarette…”, sparisce. lasciandosi dietro,nonostante fosse un poco di buono,una singolare scia di rimpianti.
Ma ciò che interessa all’autoren e al suo protagonista è andare oltre il fatto. Perché l’investigatore si è sentito attratto da questa figura ? Eppure sa in partenza
che per questo incarico non vedrà un euro, il committente non ha i soldi per pagarlo, ma la figura di quest’uomo scomparso lo attrae, lo affascina tanto più che
ne parla con amici, nemici, parenti, vittime,donne, uomini di malaffare. Ne esce la figura di un “genio del male” che ha venduto la sua anima infischiandosene
delle comseguenze, ma conservando quella certa “grandiosità” a cui ha ispirato tutta la sua vita.
Qui entra in ballo anche Genova un tempo bella e altera, poi abbandonata e negletta in molti dei suoi spazi e dei suoi cittadini. Vedi la Val Polcevera, decaduta,
distrutta, abbandonata, quasi senza speranza, anche se poi scopriamo che ci sono coloro che non si arrendono e cercano di rialzare le sorti della vita.
BRUNO MORCHIO ci offre attraverso le parole di Bacci Pagano una immagine tragica, ma anche con qualche filo di speranza senza la quale sarebbe tutto
perduto.
Un paese pieno di guai il nostro, Genova ne è uno dei tanti esempi e MORCHIO da buon genovese sente profondamente l’argomento, la chiave del giallo porta
ancora una volta ad andare oltre la pur significativa storia del manager.
Per gli amanti delle trame d’amore una bella entry è quella del personaggio di Giulia, che veste come una guerrigliera curda, e molto determinata in quello che
fa, ma da e trova un amore e un nuovo rapporto di vita. E naturalmente lo stesso si può dire per Bacci.
GIUSEPPE PREVITI