” DIPARTITA FINALE ” di FRANCO BRANCIAROLI
29 Marzo 2015” MORTE DI UN COMMESSO VIAGGIATORE” di ARTHUR MILLER- regia di ELIO DE CAPITANI
4 Maggio 2015Cast: Serena Barone, Elena Borgogni, Sandro Maria Campagna, Italia Carroccio, Davide Celona, Marcella Colaianni, Alessandra Fazzino, Daniela Macaluso,
Leonarda Saffi, Stephanie Taillander
Le sorelle Macaluso s0no una creazione di Emma Dante che ha firmato testa e regia. Lo spettacolo inzia con una scena vuota e immersa nell’oscurità, soltanto delle
ombre sembrano abitare questo spazio. Ma poi un corpo che scopriremo di una donna avanza verso di noi, è una donna adulta che viene avanti danzando. Poi via via
altre donne avanzano, tre, cinque, sette , dieci facce, in una mescolanza di vivi e morti, rendendo impossibile anche distinguere chi sia vivo e chi sia morto. Tutte
sono vestite di nero, a lutto. Tutte si compattano e marciano a passo sicuro e cadenzato. Anche la donna che danza si unisce a loro in questo corteo che non è altro che
il funerale delle sorelle Macaluso. Sono come uno stormo di uccelli che partecipano al proprio funerale e a quello degli altri. Come gli uccelli sono sospesi tra terra e
cielo. così loro sono sospese tra la terra e il cielo.
La famiglia Macaluso era composta da sette sorelle, Gina, Cetty, Maria, Katia, Lia, Pinuccia e Antonella, morta qualche anno prima. Durante la cerimonia le sorelle
cominciano a ricordare i tempi passati, rievocando fatti del passato belli e brutti, sogni, aspirazioni, e nel fare questo è tutto un alternarsi di pianti e risa a seconda
di quel che evocano della loro storia. Siamo al funerale di una di loro, i morti sono venuti a prenderla.Ma ancora il passo finale non è stato compiuto, sembra che ancora
vogliano combattere, ecco apparire scudi e spade, un filo invisibile li fa muovere come i pupi siciliani.
Una famiglia in movimento che entra e esce dalla luce, ecco evocato che appare il padre, è ancora giovane, parla, ricorda, si giustifica, poi ecco anche la madre e moglie.
e i due coniugi si avvinghiano in una sorta di eterno amplesso, ma quest’uomo resta sempre un incompiuto, un fallito, come lo era nella vita, nulla sembra cambiare
anche nell’eternità.
Questo testo, ricorda Emma Dante, le è stato ispirato da un racconto che le fece una sua amica che le descrisse il delirio della nonna sul letto di morte, quando chiese
alla figlia se era viva o morta e questa le rispose “Viva! Sei viva mamma ! ” E la vecchia le rispose che ormai era morta da un pezzo e che le diceva che era viva per
tenerla buona.
Luce, buio, vita, morte tutto si svolge sotto gli occhi di una platea sempre più attenta e avvinta da questa perfetta macchina teatrale che sono Le sorelle Macaluso.
Una nutrita schiera di attori, una diecina di donne e due uomini che offrono un saggio di recitazione in cui danno tutti se stessi, muovendosi, danzando, marciando,
ritmando il tempo, e sempre controllando corpo e emozioni.
IL lavoro funziona come un congegno a orologeria, unito poi a una serie di performances individuali che si fondono nell’ unitarietà di un grande spettacolo, facendo
anche pensare a esperienze teatrali di vario genere da Grotowski e Pina Bausch. Interessane l’uso di un linguaggio ” scenico” per raccontare la storia delle sorelle
Macaluso e dei loro genitori. Importante è entrare nello spirito dello spettacolo, capire che quel che accade sulla scena non può essere slegato dalla narrazione.
Ci troviamo al Sud, molto si parla in dialetto(siculo ?), anzi diremmo in vari dialetti, e le sorelle si trovano a un funerale. Bella è la scena iniziale con tutte le donne
vestite in nero, ma, intendiamoci no il vestito nero con scialle tipico di certi luoghi dl meridione, ma camicia nera con cravatta, pantalo neri, scarpe nere. Donne
che marciano, danzano e poi si riuniscono sotto la croce alzata come un vessillo.
Danzando, ridendo, urlando la famiglia Macaluso fa i conti con il proprio passato, appare il padre tutta la vita indaffarato a cercare lavoro e a divertire le figlie.
E così è toccato alla più grande abbandonare i suoi sogni di ballerina e crescere le sorelle. Ma questo mondo sfuma quasi nel ricordo.ora tutte le ragazze sfoggia-
no colori vivaci, padre e madre si ritrovano, c’è un qualcosa di struggente in tutto questo , ma in Le sorelle Materassi non si piange soltanto, c’è vitalità, pathos,
rinuncia, allegria, come del resto è nella vita di tutti i giorni.
GIUSEPPE PREVITI