” GUIDA AL CINEMA DI FANTASCIENZA” di ROBERTO CHIAVINI GIAN FILIPPO PIZZO MICHELE TETRO – ODOYA
11 Gennaio 2015” SONO STATO UN NUMERO- Alberto Sed racconta ” DI ROBERTO RICCARDI- GIUNTINA
20 Gennaio 2015Una donna bellissima viene trovata uccisa in un prato della periferia di Modena. Il commissario Cataldo, con il suo vice Muliere, conduce le indagini che si
presentano subito difficili perché non si riesce ad identificare la vittima. Poi avviene un secondo omicidio, stavolta la vittima è un personaggio assai noto in
città, un ex-ciclista professionista, insegnante di educazione nel locale liceo e proprietario di una modernissima palestra e di un’agenzia di modelle. Si cerca-
no i legami tra i due delitti, si scava nella vita delle vittime, cercando di mettere insieme più tasselli possibili.
Per Cataldo inizia un percorso difficile, secondo il procuratore Lo Valvo è all’opera un maniaco seriale ma la prima difficoltà del commissario è nel capire le
motivazioni dei delitti che intanto si susseguono con il dubbio che non siano opera della stessa mano. E’ questo un cammino che lo porta a immergersi in uno
spirale di perversioni ma anche di ricordi, con un assassino che continua a colpire senza pietà.
Torna in libreria Cataldo e torna naturalmente anche Modena in questa ennesima inchiesta dell’ormai celebre commissario ( la tredicesima per la precisione)
creato dalla fantasia di Luigi Guicciardi. Titolo di questo nuovo episodio Le stanze segrete. Luigi Guicciardi è ormai con il suo Cataldo una presenza fissa nel
firmamento del giallo italiano, dal 1999 quando iniziò con La calda estate del commissario Cataldo ad oggi sì è iniziato un lungo percorso con appuntamenti
abbastanza ravvicinati si da darci una costante evoluzione nella vita di questo funzionario di polizia ma anche della città dove egli opera.
Guicciardi di professione fa l’insegnante, in questo nuovo romanzo si occupa del mondo della scuola con professori e studenti visti anche al di fuori delle aule
con la loro vita privata, le loro passioni, i loro legami, le loro abitudini. Ma ci si occupa anche della Modena delle palestre, dei fitness, di chi frequenta tali
ambienti e ancora uno sguardo sulle agenzie….compiacenti verso chi cerva compagnia. Sono tutti ambienti diversi, ma una serie di delitti e di vittime, oltre
che a far pensare che ci sia all’opera un maniaco seriale, finisce per legare tutti questi posti pur se così diversi.
L’indagine si presenta complessa e Cataldo deve muoversi in un circuito di sordide perversioni alle prese con vari personaggi che rappresentano tante
realtà diverse.
Cataldo è ormai una figura conosciutissima dai suoi lettori, con il tempo arricchita anche dal punto di vista umano: egli infatti ha messo su famiglia ha
una moglie, due figlioletti e quindi le pagine più crude sono intercalate da quadretti di vita familiare, quasi a voler rimarcare la differenza tra il Cataldo
padre di famiglia e il Cataldo poliziotto, ma è lui stesso a rimarcare questa diversità rispondendo alla moglie che gli chiede come fa a vivere a contatto
con tanta violenza e torbidità ” Questo è un lavoro, è il mio lavoro…”. Lui esce di casa e invece di fare il professore o l’impiegato da la caccia agli assassi-
ni….
L’autore non vuole comunque fare di Cataldo un personaggio solitario, attorno a lui si muovono altri personaggi, il vice Muliere, il medico legale, altri
poliziotti sottintendendo che sono una squadra e il lavoro deve essere di equipe. Una particolarità di questa inchiesta è che è condotta con uno stile un
po’ demodèe, Cataldo e i suoi uomini si muovono molto in una Modena arroventata dal caldo estivo, Cataldo è un poliziotto che non si chiude nel suo
ufficio, preferisce andare a parlare con i vari testimoni, sa che ci vuole pazienza, ma dal contatto umano spera di trarre elementi utili per le sue indagini.
Il romanzo è fitto di personaggi, del resto vi si incrociano varie storie, ci sono molti riferimenti al passsato, per alcuni belli, per altri rievocano momenti
brutti, e osserva uno dei poliziotti ” le ferite del passato sono radici avvelenate. E prima o poi buttano fiori marci “. Offese, rancori, solitudini, promesse
non mantenute tutto può far macerare l’anima di un individuo fino a farla esplodere.
Guicciardi da buon modenese conosce bene la sua città ma il suo pregio è quello di non accontentarsi della prima impressione o di dare qualcosa per
scontato, è ancora curioso di mostrare quel che può avvenire in un ambiente che potrebbe anche sembrare ormai senza più spunti, ma basta volerceli
trovare….
Guicciardi sa anche scrivere con molta semplicità pur se quel che racconta non è mai banale.
GIUSEPPE PREVITI