DOPPIO GIALLO – Bergamotto, gelsomini e Champagne E Gianluigi Ramazzini e il mistero dei fermodellisti suicidi di Laura Vignali – Edizioni Effigi
13 Febbraio 2013” TRAPPOLA A PORTA NUOVA” DI ROCCO BALLACCHINO- FRATELLI FRILLI EDITORI
18 Febbraio 2013Enrico Luceri è autore multiforme. spazia dai romanzi ai racconti gialli, scrive soggetti per il cinema, è sceneggiatore, è autore anche di saggi sulla letteratura legata al mistery, è consulente
di una grande casa editoriale per i “classici” del giallo. Ma Luceri è sostanzialmente uno scrittore e lo conferma con la sua ultima pubblicazione, Le strade di sera.
Michele Forestieri è un commissario di pubblica sicurezza esperto in crimini contro l’infanzia, lavora presso la squadra mobile di Milano, è diventato famoso per aver arrestato un Killer di bambini in Brianza. Noi lo conosciamo qualche tempo dopo, sta trascorrendo un lungo periodo di convalescenza nel paesino umbro di Torre di Roveto dopo un gravissimo incidente.
Ma mentre sta preparandosi a ripartire gli si presenta Daniela la cui figlia, una bambina, è stata uccisa due anni prima durante la festa del paese. L’assassino non è mai stato rintracciato.
IL poliziotto vorrebbe partire e tornare a Milano dove ci sono Valeria e sua figlia Giulia che non vede da tre mesi, ma quando scopre che Giulia e Martina(la piccola vittima) avevano la
stessa età e condividevano anche la passione per la storia di Alice nel Paese delle meraviglie oltre che per le bambole decide di occuparsi del caso. Dovrà collaborare con i carabinieri
del posto guidati dal maresciallo Cimicchi che a suo tempo hanno condotto l’inchiesta rimasta senza esito.
L’indagine si rivela subito assai difficoltosa, il paesino è piccolo, si conoscono tutti e proprio per questo anche coloro che possono aver visto si arroccano in un ostinato silenzio sèì
che sembra che tutti abbiano qualcosa da nascondere. E intanto il killer riprende a uccidere….
Enrico Luceri costruisce un giallo psicologico che ha il pregio di fare ragionare, con un intreccio che si sostanzia in tante situazioni concatenate fra loro. Ma nel frattempo cura
assai la caratterizzazione dei vari personaggi, approfondendo il loro profilo psicologico il che da alla vicenda un interesse che va ben oltre la storia in sè.
Ma sa anche districarsi nei meandri del giallo, costruendo una storia tanto torbida quanto avvincente. Ma vuole e riesce anche dare un certo tono all’ambiente dove si svolge
la storia, ossia l’Umbria, una regione che egli stesso definisce tra le più belle e suggestive d’Italia. Una regione celebre per il suo verde, la sua tranquillità, la sua ospitalità e certi connotati non vengono mai dimenticati nel corso di questa storia.
Il titolo Le strade di sera è mutuato dal titolo di una celebre canzone di Giorgio Gaber ” Le strade della notte “. Questo libro appartiene sicuramente alla categoria dei gialli “classici”,
con una trama che se da una parte ha un ritmo abbastanza lento basato sui processi deduttivi del protagonista, dall’altra è un thriller psicologico con una scansione emotiva assai
elevata. Luceri incrocia fra loro molti fatti, sa giocare bene le sue carte, le mescola con abilità sì che appare difficile fino alle ultime pagine risolvere questa sorta di enigma iniziato con
l’assassinio della bambina. Nel contempo però esplora e porta alla luce i recessi più oscuri della psiche umana, alimentando le nostre paure e creando la psicosi del terrore. Putroppo
anche in un piccolo paese si può annidare il Male, questa è la morale che si può ricavare.
Forestieri attraversa un periodo difficile della sua vita, vive in un’atmosfera da incubo per quanto gli è capitato, ora accettando questo incarico sta finendo per precipitare in un
inferno ancora più profondo, dovendo agire in un clima fatto di delitti e di menzogne. Ma nell’intento di dare giustizia alla povera Martina decide di andare avanti, bevendo sino in
fondo il calice amaro di una brutta storia che non può non avere riflessi sulla sua vita e le sua mente già abbastanza disastrati. Con uno stile scorrevole nonostante un clima di fondo
abbastanza opprimente Luceri non cade nelle insidie di una costruzione troppo mentale, il suo pregio maggiore è nell’aver scritto una storia senza dubbio originale che riesce ad
andare oltre il classico sviluppo di una trama gialla.
L’originalità sta anche nel fatto che non è tanto il protagonista che determina l’azione quanto che è “il fatto” che agisce si di lui. Più l’inchiesta procede più Forestieri si rende conto
che gli eventi incidono su di lui e la sua mente, i suoi tormenti di uomo sommerso dai ricordi non solo non lo abbandonano ma se ne aggiungono di nuovi, e lui sembra rendersi conto
di non essere perfettamente guarito. Più si immerge nel male e nel dolore di quanto è successo e sta ancora accadendo più tutto questo si ritorce contro di lui.
Questo Michele Forestieri è sicuramente tra i personaggi più riusciti e più interessanti nel panorama abbastanza consuetudinario degli investigatori di carta che appaiono un
po’ troppo ripetitivi. Questa è invece una figura cupa, ossessiva e ossessionata a un tempo, pur se alla resa dei fatti si rivela assai attenta e capace. Questo fa sì che la vicenda abbia una
conclusione che spiazza il lettore e che risulta tutt’altro che convenzionale.
In questa opera il grande lavoro nell’investigatore sta nel penetrare nell’animo umano, è un po’ un ritorno agli schemi del giallo classico, capire cioè perché è successo un fatto. In un
colloquio con il maresciallo Cimicchi a un certo punto il commissario dice : ” Ma non è l’identità dell’assassino l’obbiettivo che lei deve porsi…Non saprei spiegare perché, ma il
movente è la chiave di tutto….scoperto il movente, scoperto l’assassino “.
Se vogliamo un romanzo contro tendenza perché non si affida, o se lo fa lo fa a ragion veduta, alla indagine scientifica….
Vari i riferimenti che troviamo nel romanzo, più preponderante quello all ‘ Alice di Lewis Carroll, con molti richiami simbolici e tematici, ma ci sono anche le canzoni della vita del
nostro protagonista, con molto Gaber, E poi ancora i gatti, i giocattoli, le bambole. In generale direi che personalmente mi ha fatto molto pensare a Durenmatt e a varie sue opere.
La storia avvince perché non si limita a proporti indizi sulla soluzione dell’enigma ma finisce per coinvolgerti umanamente e se il lettore ci fa caso questo forse è dovuto al fatto che
tutte o quasi le persone che animano questa storia hanno problemi esistenziali più o meno grossi.
Quella comunque che colpisce è la figura di questo poliziotto, Michele Forestieri. Oggi nei gialli abbondano le figure degli investigatori, per lo più sono pubblici funzionari, cioè apparte-
nenti alla polizia o al corpo dei carabinieri, è più raro trovare il detective privato di chandleriana memoria. Ma tutti più o meno sono abbastanza simili, la variante può essere data
che siano uomini più o meno d’azione o più da tavolino. Possono avere dei problemi personali ma per lo più sono solo accennati, da noi quando il personaggio sembra riuscito e
si vuol fare un complimento si cita il Maigret di Simenon….
Forestieri è completamente diverso, è un uomo tormentato, che ricerca se stesso dopo una serie di guai fisici e psichici che lo hanno poi portato al paesino della tragedia.
E così assistiamo allo sforzo di un uomo che vuole, che deve ritrovare se stesso, lui sa cosa è il male, combatte quello degli altri, lo ha provato su se stesso, eppure solo scendendo
ancora tra il male può ritrovare la pace, con la possibilità di capire che solo eliminando il male degli altri può eliminare il suo.
Una figura che colpisce, e di questi tempi non è che se ne trovino molte neppure tra i libri…..
GIUSEPPE PREVITIv