” VUOTO per i bastardi di Pizzofalcone” – di MAURIZIO DE GIOVANNI-EINAUDI
21 Dicembre 2018” OMICIDIO A MOSCA” di JOSEPH KANON- NEWTON COMPTON EDITORI
25 Dicembre 2018Un padre e un figlio: Antonio ha diciotto anni e naturalmente studia, suo padre è
un matematico che insegna all’Università, i loro rapporti non sono mai stati facili. I genitori si sono separati presto, suo padre se ne è andato di casa, e
tra padre e figlio non c’è mai stata una vera intesa.
Siamo nel 1983, Antonio compirà a breve 18 anni, suo padre lo accompagna a Marsiglia dove il ragazzo deve passare una visita medica. Siamo ai primi di giugno,il soggiorno dovrebbe essere brevissimo tempo di effettuare un controllo,
ma il professore che ha in cura il ragazzo lo vuole rivedere dopo due giorni in
cui non dovrà dormire mai solo allora potrà dire che è effettivamente guarito.
E sarà quindi il momento in cui l’uomo e il giovane si conosceranno davvero, parleranno molto, si scoprono l’uno all’altro, parleranno della madre e della ex-
moglie,una donna bellissima dal carattere forte e duro.
Saranno due giorni indimenticabili, finiranno superate le prime incertezze per in-
tendersi molto e anche per divertirsi, girando per Marsiglia, tra quartieri malfa
mati, tra locali e localini, faranno bellissime escursioni,troveranno nuove amicizie, visitando luoghi particolari dove non mancheranno le sorprese.
Un viaggio certo avventuroso ma pieno di emozioni e di significati, che per il
ragazzo significherà l’iniziazione alla vita.
A volte ti viene voglia di leggere qualcosa che non sia un giallo, e così ritorno
a uno dei più bei libri usciti negli ultimi anni, LE TRE DEL MATTINO DI GIANRICO
CAROFIGLIO, che si era concesso una escursione extra-giallo, rivelando una facilità di scrittura e una capacità di raccontare storie veramente notevoli.
CAROFIGLIO è un buon giallista, soprattutto nella serie dedicata all’avvocato Guer. Beh eccolo qui alle prese con una storia che veramente colpisce e che gli fa guadagnare vari punti nella statura di scrittore.
LE TRE DEL MATTINO parla di un padre e di un figlio che non hanno mai legato molto,in verità non è che si siano frequentati più di tanto dopo che i genitori si sono separati e lui è uscito di casa.Le circostanze della vita li mettono insieme
per alcuni giorni e la loro conoscenza avrà finalmente modo di esplicarsi e di manifestarsi in una sorta di collaudo fisico per il ragazzo e fisico e affettivo
per entrambi.
Una storia semplice, di sentimenti, che non abbisogna di particolari accorgimenti.
Battute, sguardi, pensieri, tutto al posto giusto. Incuriosisce già il titolo che fa riferimento a una delle più belle e intense frasi che sono rimaste celebri nella letteratura. E’dovuta a FRANCIS SCOTT FITZEGERALD che in suo racconto scrisse questa frase angosciosa “NELLA VERA NOTTE BUIA DELL’ANIMA SONO SEMPRE LE TRE DEL MATTINO”. Il racconto fa parte della raccolta “RACCONTI DELL’ETA’ DEL JAZZ”. Una frase che colpisce il lettore e rappresenta l’anima di un uomo infelice quale era il grande scrittore, che voleva così rappresentare la tristezza paragonandola alla notte.
Nel racconto di CAROFIGLIO le tre di notte non sono però il momento della tristezza bensì il momento in cui la vita di Antonio e di suo padre cambierà com-
pletamente.
La bellezza di questo intenso e assai partecipato racconto è proprio nella parte-
cipazione alla vita di un uomo maturo e probabilmente incapace di manifestare i
propri sentimenti e di un ragazzo chiuso in se stesso, abulico e indifferente a
tutto.Ma al loro fortuito ritrovarsi si “scopriranno”, non solo per la frequenza
materiale ma anche per la capacità di parlarsi e di comunicare.
Antonio non ha mai potuto sfogarsi con nessuno, meno mai con i genitori che non
sapevano trasmettere affetto, troppo chiusi in se stessi e quindi incapaci di
spronarlo a vivere e a superare i postumi di una malattia che lo aveva colpito da
ragazzino.
Il viaggio di Antonio e del padre a Marsiglia è un viaggio della speranza, il ragazzo deve ricevere il responso di un grande luminare sulla sua avvenuta guari-
gione dalla epilessia.
E i tre giorni che passano insieme, come ci racconta appunto l’autore, saranno tre
giorni magici con i due che si aprono, raccontando di se stessi, Antonio parlerà dell’adolescenza, dei suoi studi, della malattia, il padre a sua volta della propria vita e dell’incontro con la donna che sarà la madre di Antonio,ma anche delle proprie passioni, in primis il jazz. E così vagano e parlano, oltre tutto
in quei due giorni a Marsiglia non devono dormire mai.
E se il padre ammette di non essere mai stato così felice, così pure il ragazzo che sta scoprendo la vita, e principalmente suo padre.
Tanti anni dopo il ragazzo quando compie 51 anni, quindi gli stessi che suo padre
aveva al momento del viaggio, sente il bisogno di scrivere e ricordare quei giorni in una sorta di omaggio postumo al padre che non c’è più.
Bella una delle frasi all’inizio del libro ” ….io non ne avevo ancora diciotto.
Li avrei compiuti qualche settimana dopo……”.
Un libro scritto veramente bene, uno dei migliori di Carofiglio se non il migliore.
GIUSEPPE PREVITI