GIALLONORDICO
20 Febbraio 2015Breve storia del giallo in Italia: Emile Gaboriau
3 Gennaio 2017Leonardo Sciascia è uno scrittore che non ha perso smalto con il trascorrere del tempo perchè il suo modo di raccontare è sempre stato breve, essenziale, anche se questapresunta semplicità non deve trarre in inganno, la sua narrazione è profonda e densa di contenuti. Queste qualità sono assai importanti nei romanzi gialli dove il
lettore è teso alla individuazione di un colpevole. Nel saggio di Rosanna Cavaliere Leonardo Sciascia e le immagini della scrittura si prendono in esame tre romanzi,
Il giorno della civetta (1961). A ciascuno il suo (1966) e Una storia semplice (1989). Ricordiamocje il sottotitolo dell’opera recita ” Il poliziesco di mafia dalla lettera-
tura al cinema.
Romanzi ben scritti e assai considerati, ben visti anche dalla gioventù : tutti si appassionano a questo stile asciutto e concreto, con finali assolutamente credibili e reali-
stici. Ma quando affontiamo il tema della trasposizione cinematografica ci troviamo difronte a una ulteriore interpretazione del testo il che rende ancora più importante
il senso della lettura. Se confrontiamo la scrittura narrativa con quella cinematografica la comprensione delle opere di Sciascia diviene ancora maggiore. Lui stesso ha del
resto dichiarato di sentirsi più debitore del cinema che della letteratura. Se è pur vero che poi nel tempo questo suo amore per il cinema non sempre è stat0 corrisposto
va anche detto che questa passione non è mai venuta meno e del resto Sciascia scrisse sul cinema molti articoli, recensioni, saggi critici, quindi si può ben dire che cinema
e letteratura appaiono uniti da un legame indissolubile se si vuole esaminare la personalità di uno scrittore.
Il cinema ha ” sfruttato” molto i testi di Leonardo Sciascia, certamente dando ai suoi romanzi una differente materia espressiva.Ma la materia prima era proprio in quei
suoi romanzi ed era perfetta per la creazione di una storia cinematografica. Intanto la struttura rigorosa tipica di un giallo, poi il valore dei contenuti (mafia, complotti,
corruzione), ancora le complesse figure che animano le storie,un insieme di elementi che ben si prestano alla trasposizione cinematografica. Ed infatti tra cinema e televi-sione si contano una ventina di adattamenti delle ssue opere e sempre con buon successo.La Cavaliere ci propone alcune storie di Sciascia, sia per verificare i punti comuni che quelli divergenti tra il genere letterario e quello cinematografico, sia per passare a una lettura critica dei romanzi confrandola con quella invece dei registi dei film,
a volte innovatori, a volte assai rispettosi dei messaggi e delle intenzioni dell’autore siciliano. E’ una indagine comprata sulle differenti articolazioni del testo scritto e di
quello reso per immagini, il che però fa poi apprezzare ancor più le due interpretazioni ed entrambi i testi.
La nostra autrice, Rossana Cavaliere, ha curato come saggista particolarmente lo studio dei rapporti tra letteratura e cinema, sia studiando le tecniche della narrazione, sia
approfondendo la diversa espressività del testom scritto e dell’immagine. Nel saggio con protagonista Leonardo Sciascia ha scelto tre romanzi polizieschi di mafia,
Il giorno della civetta (1968), A ciascuno il suo (1967),Una storia semplice (1991) e le relative trasposizioni cinematografiche di Damiano Damiani,Elio Petri e Emidio Greco.
Sia questi romanzi che questi film hanno sempre conservato nel tempo un loro valore autonomo, certamente tra i tre registi e lo scrittore esisteva una notevole affinità
anche sul piano etico e civile.Del resto ai tre registi era comune un cinema di denuncia e di rigore morale. Elio Petri negli anni sessanta è stato un cantore delle tensioni
di quegli anni, regista di grossa personalità ci offre con A ciascuno il suo una pellicola molta attenta al dipanarsi ” giallo”della vicenda, pur non rinunciando a una certa
ironia nel tratteggio dei personaggi, il che poi bera tipico dello stesso Sciascia. Damiani si affida alla realizzazione di una sorta di western dove lo sceriffo è il capitano
Bellodi e nei panni del cattivo abbiamo Don Mariano, il capo-mafia. Greco affronta Sciascia circa venti anni dopo, i temi probabilmente erano meno sentiti, ma il suo ci-
nema non per questo risulta meno incisivo, per certi versi secondo l’autrice è quello che più si avvicina allo spirito dell’autore siciliano.
Tanti altri sono i registi che si sono cimentati con le opere di Sciascia, ma questi tre testi sono stati considerati i più adatti a esprimerne il valore del e nel cinema e in grado
di restituire allo spettatore anche il valore letterario dell’opera letteraria.
Tre gli elementi portanti nell’opera di Sciascia:il romanzo poliziesco,la mafia, l’isola.. Sciascia. grande scrittore, è sicuramente uno di quei letterati che hanno dato lustro a
un genere letterario da qualcuno guardato con sufficienza. Una scrittura c.d.di genere che vuole arrivare a affermare la verità, maanche gli ideali di giustizia, ragione e
civiltà.Sciascia sotto questo aspetto è Maestro, ma è anche abile nel costruire le sue trame schematizzandole come un giallo perfetto. I tre registi dal canto loro, per inciso
tutti ottimi giallisti, adottano soluzioni registiche e traspositive diverse, pur se tutti hanno dato un grosso riloievo alla parte poliziesca. Tornando alla mafia l’autore sici-
liano ne è sempre stato un accanito avversario, mettemdosi in evidenza le complicità e le implicazioni politiche, e in questo gli è stato molto più utile il ricorso a una forma
di letteratura popolare, accessibile ai più, e così chi lo ha letto negli anni ‘6o si è visto spalancare il pianeta mafia, una mafia potente, subdola, violenta. “Il giorno della
civetta” fu scritto negli anni Sessanta, e Sciascia riuscì a indicare come combattere la mafia.
Sciascia ha continuato negli anni a occuparsi di mafia, seguendone trasformazioni e imprese, i tre romanzi che danno corpo a questo saggio ne sono la testimonianza.
Sciascia maturò la convinzione che la mafia non fosse cosa soltanto siciliana. tutta l’Italia ne era stata contaminata, il fenomeno stava assumendo una portata univer-
sale.Anche il cinema si era interessato al tema, possiamo ricordare altri grandi registi che l’hanno affrontato, da Germi a Lattuada a Rosi. E il cinema ha corrisposto
a diffondere il messaggio di Sciascia.
Questi ha parlato molto della Sicilia, ne ha fatto vedere usi, costumi, tradizioni, contraddizioni, violenze, omertà, ha dissertato su cosa vuol dire ” essere siciliani “.
C uriosamente i tre registi che hanno lavorato su Sciascia non sono siciliani, ma hanno saputo presentare dell’isola come di una terra di grandi tradizioni e rifuggendo
dalle facili immagini dei film comici sin troppo ridanciani o delle commedie ricche di torbide passioni.
E anche il cimema per la nostra autrice ha contribuito con questi testi polizieschi a rendere ancora più chiaro il pensiero palesatosi alla lettura del romanzo di riferimento.
Un altro elemento che vogliamo infine evidenziare è che questi romanzi, questi film hanno ormaidecenni e decenni di vita, ebbene ancora oggi se ne può discutere scoprendone l’attualità. Ai film il merito e la capacità, secondo la tesi ampiamente condivisibile di Rossana Cavaliere, di aver dato una lettura critica e intelligente del
testo letterario, allargandone la comprensione.
Per completezza di informazione, di A ciascuno il suo furono interpreti Gian Maria Volonté. Irene Papas, Gabriele Ferzetti, de Il giorno della civetta Franco Nero,
LeeJ.Cobb, Claudia Cardinale, di Una storia semplice Gian Maria Volontè. Ennio Fantastichini, Massimo Dapporto. Altri film tratti da romanzi di Leonardo Sciascia
furono Cadaveri eccellenti, Todo Modo, Porte Aperte,, numerosi anche gli adattamenti per la televisione.
Tornando alla ampia esposizione della Cavaliere, assai accurata, ricchissima di fonti e di richiami, una miniera di informazioni ma anche il merito di aver usato il cinema
come strumento di indagine letteraria-
GIUSEPPE PREVITI